Autore: Walter Moers
Anno: 2007, 714 pag.
Editore: TEA
Dove si trovano la grande avventura, eroi veri e autentici prodigi? Solo a Zamonia, immenso continente della fantasia, popolato da satanici ciclopi delle diavorocce vaganti e dai tenebroni dai molti cervelli, dai malvagi cittadini dell'oscura e metifica Tartaro ai minuscoli inesistenti. Qui un piccolo croccomauro è destinato a diventare un eroe...
Cosa dire di questo libro?
Tanta roba. Una gioiosa confusione, una fantasia talmente esuberante a volte da sforare e debordare.
Moers è così, prendere o lasciare. Devi entrare nell'ottica che iniziando un capitolo probabilmente ti troverai a leggere qualcosa che non ti aspettavi, tipo un cannolo alla crema che parla in aramaico.
Questo modo di scrivere può frastornare il lettore, spaventarlo e far chiudere il libro. È una scelta, grazie a dio come lettori possiamo farlo. Chiudendo però questo se ne perde uno buono.
Ammetto di aver fatto fatica a ingranare, l'inizio non mi ha stimolato, a volte mi sembrava proprio che l'autore avesse scritto cose a caso, con l'ispirazione del momento. Certi passaggi forse un po' confusi, un po' troppo carichi di particolari, e, apparentemente, non allineati con la coerenza della trama.
Parlare di coerenza, in un libro di Moers, forse non è pertinente, certo è che, rispetto ad altri romanzi di questo autore, ho trovato più sfilacciata la trama, diluita in decine di sottotrame sottotono rispetto alla struttura principale.
La caratterizzazione dei personaggi è un altro dei punti forti di questo scrittore. Certo forse è più semplice creare personaggi di fantasia, o forse no, forse è il compito più arduo, perché quelli reali si possono dipingere con bagagli che già conosciamo, mentre quelli di fantasia devono avere tratti particolari, eccentrici.
Rispetto ad altri titoli di questo autore, Rumo non mi ha entusiasmato, o meglio, l'ha fatto ma in tono minore. Rimane comunque una grande prova, un'esperienza positiva, un viaggio nella fantasia, che ognuno di noi si deve concedere.
Tanta roba. Una gioiosa confusione, una fantasia talmente esuberante a volte da sforare e debordare.
Moers è così, prendere o lasciare. Devi entrare nell'ottica che iniziando un capitolo probabilmente ti troverai a leggere qualcosa che non ti aspettavi, tipo un cannolo alla crema che parla in aramaico.
Questo modo di scrivere può frastornare il lettore, spaventarlo e far chiudere il libro. È una scelta, grazie a dio come lettori possiamo farlo. Chiudendo però questo se ne perde uno buono.
Ammetto di aver fatto fatica a ingranare, l'inizio non mi ha stimolato, a volte mi sembrava proprio che l'autore avesse scritto cose a caso, con l'ispirazione del momento. Certi passaggi forse un po' confusi, un po' troppo carichi di particolari, e, apparentemente, non allineati con la coerenza della trama.
Parlare di coerenza, in un libro di Moers, forse non è pertinente, certo è che, rispetto ad altri romanzi di questo autore, ho trovato più sfilacciata la trama, diluita in decine di sottotrame sottotono rispetto alla struttura principale.
La caratterizzazione dei personaggi è un altro dei punti forti di questo scrittore. Certo forse è più semplice creare personaggi di fantasia, o forse no, forse è il compito più arduo, perché quelli reali si possono dipingere con bagagli che già conosciamo, mentre quelli di fantasia devono avere tratti particolari, eccentrici.
Rispetto ad altri titoli di questo autore, Rumo non mi ha entusiasmato, o meglio, l'ha fatto ma in tono minore. Rimane comunque una grande prova, un'esperienza positiva, un viaggio nella fantasia, che ognuno di noi si deve concedere.
GIUDIZIO: 3 su 5
Io ne ho letti un paio, di suoi romanzo, questo e L'accalappiastreghe. Me se con il secondo ho fatto un po' di fatica, ricordo che Rumo l'ho letto molto volentieri nonostante la lunghezza esorbitante.
RispondiEliminaPenso che Moers non abbia una grande tecnica narrativa, anzi, in certi passaggi è proprio elemntare e ingenuo, e questo purtroppo cozza contro una fantasia sbalorditiva, che in pochi hanno. :)
Sì, tendezialmente sono d'accordo con te, anche se spesso sui testi stranieri grava anche la scure della traduzione.
RispondiEliminaLa fantasia dell'autore, comunque, non si discute e anche per questo che sorvolo spesso sullo stile non impeccabile.