Quando il diavolo ti accarezza di Luca Tarenzi

Ho letto questo romanzo incuriosito dalla recensione di Alex Girola sul suo Plutonia Experiment, perché è un blogger di cui mi fido e in passato diversi consigli derivanti da sue recensioni mi hanno fatto scoprire autori di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza e che poi ho letto con piacere (vedasi Claudio Vergnani).
Che dire di questo Quando il diavolo ti accarezza? Che è un guazzabuglio di cliché, stereotipi e trame già lette e viste, però…
Sì, c’è un però, nel senso che nell'insieme il romanzo non è male: è scorrevole, scritto bene e le caratterizzazioni di alcuni personaggi sono costruite veramente bene. Forse quella meno convincente è proprio la protagonista, che si innamora del demone, bello e tenebroso e che pare una macchietta in mezzo a personaggi di ben altro spessore.
La trama è in buona parte avvincente, tranne per quanto riguarda la storia d’amore tra i due che è troppo caramellosa, ma è un problema mio. In questo senso il romanzo è un po’ piacione e fa l’occhiolino alle giovini lettrici, ma è solo uno specchietto per le allodole, un operazione di marketing, sul filone del caro Twilight, per il resto è tutto una serie di angeli incazzati e demoni più simpatici dei primi.
Tarenzi denota una certa preparazione sugli argomenti religiosi, d'altronde è laureato in Storia delle Religioni all’Università Cattolica di Milano (ref. Wikipedia), e quindi fa bene a sfruttare le proprie conoscenze. In effetti il cuore pulsante del romanzo è proprio la battaglia millenaria che infuria tra il bene e il male, banale anche questo, ma l’autore lo fa con un certo stile che fa sì che il romanzo risulti gradevole e, soprattutto, non pesante.
Insomma, in fin della fiera, mi è piaciuto, ha centrato lo scopo di divertirmi e, tutto sommato, sui suoi evidenti difetti si può sorvolare. Probabilmente soddisferà lettori meno esigenti, di una fascia di età adolescenziale, quelli seriali storceranno un po’ il naso per quanto elencato in precedenza. Niente male visto e considerato che trattasi di percentuale irrisoria, soprattutto per gli editori.

Inferno di Dan Brown

Non c’è niente da fare, Dan Brown non riesco a digerirlo. Ho voluto dargli un’altra chance, ma è fallita miseramente anche questa volta. Sono cosciente del fatto che criticare questo autore va di moda tra noi poveri scrittori di terza classe che invidiamo il successo del signor Marrone (ed è vero, perché campa e alla grande con quello che scrive, seppur di discutibile qualità), ma, è un parere mio, i suoi romanzi sono oggettivamente di qualità inferiore a tanti altri che non hanno lo stesso successo e riscontro mediatico.
I problemi con i suoi scritti sono molteplici, a partire dal fatto che Langdon mi sta antipatico come pochi personaggi tra tutti quelli che ho incontrato nei miliardi di libri che ho letto e concludendo con il fatto che il suo stile lo trovo irritante.
Questo Inferno è nettamente inferiore a Il codice da Vinci e pure a Il simbolo perduto. I personaggi sono piatti, i dialoghi stereotipati, la trama e i colpi di scena si intuiscono capitoli prima. 600 pagine che potevano ridursi alle ultime 150, in cui il romanzo entra nel vivo e diventa leggermente più digeribile.
Insomma un disastro su tutta la linea e il titolo è più appropriato a quello che deve passare il lettore per arrivare alla fine che non al nostro povero Dante.

Work in progress

Sto scrivendo? A singhiozzo. Il mio demone sono - e lo saranno sempre - i videgiochi.
In questo periodo mi è tornata la scimmia di Medieval Total War 2, in tutte le sue salse, e il tempo, tra figli e altre incombenze, rimane poco e preferisco ammazzarmi di turni strategici.
So che lo scrittore dovrebbe stare sempre sul pezzo, scrivere anche se non ne ha voglia, bla bla bla, ma per me va così. Quando mi passerà il trip di MTW2 probabilmente giocherò ad altro (eh eh eh), ma forse qualche ritaglio per scrivere lo troverò.
Però diversi progetti sono in cantiere. Sto editando Essenza, che ne aveva assoluto bisogno, e sto lavorando a un nuovo romanzo.
Per il momento non vi anticipo nulla, ma si tratta di fantascienza, survival per la precisione. Ho sempre voluto scrivere di genere catastrofico, ma non trovavo mai lo spunto, ma qualche mese un’idea ha illuminato il mio encefalo e quindi siamo in work in progress. Sono a buon punto, superato il giro di boa, poi, un volta finito, entrerò in fase editing.
Non so darvi tempistiche, né per Essenza, né per questo nuovo romanzo. È il bello e il brutto di lavorare in self publishing: nessuno ti da scadenze.
Vi tengo informati.

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