Uscito l'anno scorso, Nero Bifamiliare è l'opera prima di Federico Zampaglione, cantante e leader dei Tiromancino.
Narra la storia di una coppia che trasloca in una villetta bi-familiare, indebitandosi alla morte e che vede svanire la propria serenità per via di una serie di problemi dovuti soprattutto alle incomprensioni con il vicinato.
Il film è un discreto esperimento di amalgama di stili, che, a mio avviso, ad un certo punto sfocia nella noia. Si è voluto dare un taglio narrativo di alternanza di generi, dal noir al comico fino a sfociare nel grottesco e, secondo me, non funziona.
Il problema sta proprio nella sceneggiatura, troppo debole, piena di fronzoli inutili, lenta. Quando vengono proposte scene da commedia italiana, lo spessore scende ancora di più, sfiorando di striscio i film dei Vanzina e strappando, raramente, qualche sorriso. Il noir da pochi brividi, forse qualcuno all'inizio, ma poi sfocia nel banale, nel già visto, e il grottesco stona, non calza con il contesto.
Alla fine ci si rigira sulla poltrona, aspettando che il film finisca, come una tortura di quelle sottili basate sul tedio.
La recitazione non è male perché affidata a attori "navigati"; Luca Lionello, Ernesto Mahieux, Remo Remotti fanno la loro porca figura, ma la Gerini è lì solo perché dolce metà del regista, perché piacevole da vedere e non convince.
Insomma, un'opera prima fallimentare dal mio punto di vista.
Narra la storia di una coppia che trasloca in una villetta bi-familiare, indebitandosi alla morte e che vede svanire la propria serenità per via di una serie di problemi dovuti soprattutto alle incomprensioni con il vicinato.
Il film è un discreto esperimento di amalgama di stili, che, a mio avviso, ad un certo punto sfocia nella noia. Si è voluto dare un taglio narrativo di alternanza di generi, dal noir al comico fino a sfociare nel grottesco e, secondo me, non funziona.
Il problema sta proprio nella sceneggiatura, troppo debole, piena di fronzoli inutili, lenta. Quando vengono proposte scene da commedia italiana, lo spessore scende ancora di più, sfiorando di striscio i film dei Vanzina e strappando, raramente, qualche sorriso. Il noir da pochi brividi, forse qualcuno all'inizio, ma poi sfocia nel banale, nel già visto, e il grottesco stona, non calza con il contesto.
Alla fine ci si rigira sulla poltrona, aspettando che il film finisca, come una tortura di quelle sottili basate sul tedio.
La recitazione non è male perché affidata a attori "navigati"; Luca Lionello, Ernesto Mahieux, Remo Remotti fanno la loro porca figura, ma la Gerini è lì solo perché dolce metà del regista, perché piacevole da vedere e non convince.
Insomma, un'opera prima fallimentare dal mio punto di vista.
Finalmente una recensione che parla chiaro, senza peli sulla lingua.
RispondiEliminaE sulla quale mi trovo più che d'accordo, claro. :-)