Di libri non so saziarmi. Pagina dopo pagina, riga dopo riga, frase dopo frase, divoro la carta, mi immergo totalmente nella storia e vivo la vita di quegli uomini e di quelle donne che si muovono all'interno del romanzo.
Ne finisco uno e subito devo cominciarne un altro, per saziarmi, parzialmente di storie, di universi, di vite.
Non che io non abbia una vita mia, ho una moglie, due figlie bellissime, una famiglia felice, ma, appena ho attimo di tempo, leggo, o meglio, divoro libri. Sul treno che mi porta al lavoro, nella pausa pranzo, in bagno, a volte di nascosto in ufficio, quando non c'è nessuno e poi a casa, prima di cena, dopo cena e a letto.
Amo i libri, li adoro, assaporo la loro consistenza nel palmo, ne annuso le pagine con quella fragranza di nuovo quando sono appena usciti dalla tipografia e quell'aroma di antico quando riposano da anni su uno scaffale.
Nei week end spesso mi infilo in una libreria, ne cerco sempre di nuove e rimango dentro delle ore, cullato dalla vista dei libri impilati e incasellati per genere, autore, editore. Poi immancabilmente ne compro uno, a volte due, spesso tre. Ma non riesco a saziarmi, non riesco a reprimere questo impulso.
Ho finito un altro romanzo, lo guardo, lo annuso, rileggo la quarta di copertina, scruto di nuovo l'immagine della prima. Mi è piaciuto molto questo libro. E allora strappo la copertina, la riduco in piccoli frammenti e poi la ingoio. Poi le pagine, tutte, da prima all'ultima, giù nello stomaco e per ultima la foto dello scrittore.
Ora mi sento sazio.
Ne finisco uno e subito devo cominciarne un altro, per saziarmi, parzialmente di storie, di universi, di vite.
Non che io non abbia una vita mia, ho una moglie, due figlie bellissime, una famiglia felice, ma, appena ho attimo di tempo, leggo, o meglio, divoro libri. Sul treno che mi porta al lavoro, nella pausa pranzo, in bagno, a volte di nascosto in ufficio, quando non c'è nessuno e poi a casa, prima di cena, dopo cena e a letto.
Amo i libri, li adoro, assaporo la loro consistenza nel palmo, ne annuso le pagine con quella fragranza di nuovo quando sono appena usciti dalla tipografia e quell'aroma di antico quando riposano da anni su uno scaffale.
Nei week end spesso mi infilo in una libreria, ne cerco sempre di nuove e rimango dentro delle ore, cullato dalla vista dei libri impilati e incasellati per genere, autore, editore. Poi immancabilmente ne compro uno, a volte due, spesso tre. Ma non riesco a saziarmi, non riesco a reprimere questo impulso.
Ho finito un altro romanzo, lo guardo, lo annuso, rileggo la quarta di copertina, scruto di nuovo l'immagine della prima. Mi è piaciuto molto questo libro. E allora strappo la copertina, la riduco in piccoli frammenti e poi la ingoio. Poi le pagine, tutte, da prima all'ultima, giù nello stomaco e per ultima la foto dello scrittore.
Ora mi sento sazio.
Come ti capisco, fratello. La libreria è per noi libromani una sorta di pericolosa pasticceria per bambini moolto golosi... :D
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