In passato ho trascorso ore ed ore a giocare a Master of Orion 2: Battle of Antares, strategico a turni di ambientazione spaziale in cui bisognava prendere in mano una civiltà agli albori della conquista galattica e portarla al trionfo, in vari modi, ma soprattutto distruggendo tutti gli avversari o facendo propri tutti i pianeti della galassia.
Ho atteso poi con trepidazione l'arrivo del terzo capitolo, Master of Orion 3, uscito nel febbraio del 2003, e che ha deluso le aspettative della maggior parte dei suoi fan. In primo luogo perché era troppo complesso e in seconda battuta perché dava l'impressione che non fosse in realtà un gioco vero e proprio, ma una simulazione senza interazione da parte del giocatore.
Già, perché sembrava quasi che fosse sufficiente cliccare sul bottone della fine del turno e il gioco in automatico svolgeva le azione necessarie alla gestione dell'impero.
In effetti, se si aggiustano i parametri nel modo giusto, il gioco può essere gestito totalmente dall'intelligenza artificiale.
Lo scoglio più difficile da superare è la curva di apprendimento, che, per chi non ha mai giocato a titoli del genere o al numero 2, è praticamente quasi impossibile da superare.
Io, essendo giocatore da data immemorabile ed essendo appassionato sia del genere che della saga, mi sono messo pazientemente all'opera, scardinando tutte le variabili e cercando di penetrare nel motore essenziale del gioco.
Dopo settimane a litigare letteralmente con i vari menu, ho raggiunto una buona conoscenza del mezzo e da lì in poi mi sono divertito.
In MoO3 ci sono tutti gli aspetti che mi avevano intrigato in Battle of Antares, ma c'è molto di più, soprattutto in termini di profondità di gioco, customizzazione delle astronavi e delle razze, galassie random che possono essere gigantesche o piccolissime, possibilità di interagire con un numero variabile di altre razze aliene. L'intelligenza artificiale degli avversari è buona, anche se presenta alcuni aspetti migliorabili, e anche la diplomazia è curata e credibile.
Insomma, io lo trovo divertente e coinvolgente, e una partita non è mai uguale ad un altra per ore e ore di gioco.
Il problema è sicuramente che prima di poter fare qualsiasi cosa, tipo attaccare con profitto i nemici, si deve crescere molto, e spendere turni interminabili di pianificazione.
Non mi sento di consigliarlo a tutti, solo a chi, come me, è malato per questo genere e ama le ambientazioni spaziale e la conquista di pianeti su pianeti.
Ho atteso poi con trepidazione l'arrivo del terzo capitolo, Master of Orion 3, uscito nel febbraio del 2003, e che ha deluso le aspettative della maggior parte dei suoi fan. In primo luogo perché era troppo complesso e in seconda battuta perché dava l'impressione che non fosse in realtà un gioco vero e proprio, ma una simulazione senza interazione da parte del giocatore.
Già, perché sembrava quasi che fosse sufficiente cliccare sul bottone della fine del turno e il gioco in automatico svolgeva le azione necessarie alla gestione dell'impero.
In effetti, se si aggiustano i parametri nel modo giusto, il gioco può essere gestito totalmente dall'intelligenza artificiale.
Lo scoglio più difficile da superare è la curva di apprendimento, che, per chi non ha mai giocato a titoli del genere o al numero 2, è praticamente quasi impossibile da superare.
Io, essendo giocatore da data immemorabile ed essendo appassionato sia del genere che della saga, mi sono messo pazientemente all'opera, scardinando tutte le variabili e cercando di penetrare nel motore essenziale del gioco.
Dopo settimane a litigare letteralmente con i vari menu, ho raggiunto una buona conoscenza del mezzo e da lì in poi mi sono divertito.
In MoO3 ci sono tutti gli aspetti che mi avevano intrigato in Battle of Antares, ma c'è molto di più, soprattutto in termini di profondità di gioco, customizzazione delle astronavi e delle razze, galassie random che possono essere gigantesche o piccolissime, possibilità di interagire con un numero variabile di altre razze aliene. L'intelligenza artificiale degli avversari è buona, anche se presenta alcuni aspetti migliorabili, e anche la diplomazia è curata e credibile.
Insomma, io lo trovo divertente e coinvolgente, e una partita non è mai uguale ad un altra per ore e ore di gioco.
Il problema è sicuramente che prima di poter fare qualsiasi cosa, tipo attaccare con profitto i nemici, si deve crescere molto, e spendere turni interminabili di pianificazione.
Non mi sento di consigliarlo a tutti, solo a chi, come me, è malato per questo genere e ama le ambientazioni spaziale e la conquista di pianeti su pianeti.
Dovrò provarlo, il genere mi piace parecchio.
RispondiEliminaHo giocato a Galactic Civilizations 2, molto bello e con molti aspetti interessanti, ma alla lungo forse un pò semplicistico.
Poi anche Space Empires V, ma ho dovuto abbandonarlo dopo un pò per via di un'interfaccia delle più caotiche che abbia mai visto, e per via di meccaniche di gioco troppo complesse per la I.A. degli avversari computerizzati, che rendava ogni partita troppo semplice. Se fosse stato sviluppato bene sarebbe ottimo, copre ogni aspetto immaginabile di una gioco di strategia spaziale, e anche qualcuno in più.