Mi chiamo Melinda Gordon, sono sposata, abito in una piccola città, ho un negozio di antiquariato. Sono una persona come voi, tranne per il fatto che, fin da bambina, ho scoperto di poter parlare con i morti. Nonna li chiamava spiriti intrappolati sulla Terra, coloro non ancora passati oltre perché hanno dei conti in sospeso con i vivi e vengono a chiedermi aiuto. Per raccontarvi la mia storia, devo raccontarvi la loro.
Questo è il siparietto di apertura di Ghost Whisperer (Presenze), almeno nella prima e nella seconda serie. Melinda Gordon è la bella, affascinante e formosa Jennifer Love Hewitt, attrice, cantante, l'ho potuta apprezzare in If Only, film niente male e in altre apparizioni cinematografiche come Gardfield.
Come già vi ha anticipato l'ouverture, nella serie andata in onda in Italia, Melinda abita in una piccola città, ha un negozio di antiquariato e, porca vacca, lei è come noi, tranne il piccolo particolare che vede e parla con i morti... e scusate se è poco.
Visto così potrebbe sembrare un Sesto Senso in gonnella, sa di già visto, già sentito. Mi sono imbattuto per caso in una delle prime puntate e non mi sono più staccato. Perché, a parte il piacere di vedere l'attrice in una serie infinita di abitini che neanche un grande magazzino ha e che ne risaltano il décolleté, la serie è comunque piacevole.
Il plot è sempre lo stesso, lei viene contattata da un fantasma che non riesce a passare oltre, verso la luce (originale, eh?), all'inizio il fantasma è aggressivo o disperato perché non comprende la situazione, perché ha lasciato degli affari in sospeso nel nostro piano dimensionale e Melinda lo aiuta cercando di indagare sul suo passato e sulla sua vita, fino al lieto fine, in cui tutto si risolve e l'estinto trapassa.
Intorno a Melinda gravitano i comprimari, come il marito, che la ama tantissimo, ma tanto tanto, perché le perdona tutto, persino quando va a intrufolarsi in casini galattici e lui, buon samaritano, la tira fuori dai guai. Nella prima serie questa bontà non da fastidio, nella seconda incomincia a dare sui nervi e vien voglia di vederlo incazzato qualche volta, ma non sperateci.
Poi c'è il professore/scienziato che l'aiuta a decifrare i segnali che le giungono dall'aldilà è questa figura è più divertente, cinica, nonostante scopra che il paranormale è un fattaccio concreto, e sarcastica al punto giusto.
Oltre al plot di puntata ne esiste anche uno che tiene insieme tutti i pezzi della serie, un fil rouge che incolla lo spettatore allo schermo e che non svelerò per non spoilerare, ovviamente.
In linea di massima Ghost Whisperer è piacevole, anche se sa di già visto, una minestra mescolata con qualche ingrediente in più, ma nulla da far gridare al miracolo o strapparsi i capelli. Alla lunga poi la trama seriale delle puntate un po' stanca e a volte vira un po' verso il ridicolo. Inoltre, come già ribadito, alcuni personaggi (vedi alla voce Marito) andrebbero rivisti, con un po' più di personalità e di palle, come dicono dalle mie parti.
Se vi piace il genere, amate J.L. Hewitt e le storie misteriose con fantasmi annessi, allora GW fa per voi, in caso contrario non fatevi venire i rimorsi se ve lo siete perso.
Questo è il siparietto di apertura di Ghost Whisperer (Presenze), almeno nella prima e nella seconda serie. Melinda Gordon è la bella, affascinante e formosa Jennifer Love Hewitt, attrice, cantante, l'ho potuta apprezzare in If Only, film niente male e in altre apparizioni cinematografiche come Gardfield.
Come già vi ha anticipato l'ouverture, nella serie andata in onda in Italia, Melinda abita in una piccola città, ha un negozio di antiquariato e, porca vacca, lei è come noi, tranne il piccolo particolare che vede e parla con i morti... e scusate se è poco.
Visto così potrebbe sembrare un Sesto Senso in gonnella, sa di già visto, già sentito. Mi sono imbattuto per caso in una delle prime puntate e non mi sono più staccato. Perché, a parte il piacere di vedere l'attrice in una serie infinita di abitini che neanche un grande magazzino ha e che ne risaltano il décolleté, la serie è comunque piacevole.
Il plot è sempre lo stesso, lei viene contattata da un fantasma che non riesce a passare oltre, verso la luce (originale, eh?), all'inizio il fantasma è aggressivo o disperato perché non comprende la situazione, perché ha lasciato degli affari in sospeso nel nostro piano dimensionale e Melinda lo aiuta cercando di indagare sul suo passato e sulla sua vita, fino al lieto fine, in cui tutto si risolve e l'estinto trapassa.
Intorno a Melinda gravitano i comprimari, come il marito, che la ama tantissimo, ma tanto tanto, perché le perdona tutto, persino quando va a intrufolarsi in casini galattici e lui, buon samaritano, la tira fuori dai guai. Nella prima serie questa bontà non da fastidio, nella seconda incomincia a dare sui nervi e vien voglia di vederlo incazzato qualche volta, ma non sperateci.
Poi c'è il professore/scienziato che l'aiuta a decifrare i segnali che le giungono dall'aldilà è questa figura è più divertente, cinica, nonostante scopra che il paranormale è un fattaccio concreto, e sarcastica al punto giusto.
Oltre al plot di puntata ne esiste anche uno che tiene insieme tutti i pezzi della serie, un fil rouge che incolla lo spettatore allo schermo e che non svelerò per non spoilerare, ovviamente.
In linea di massima Ghost Whisperer è piacevole, anche se sa di già visto, una minestra mescolata con qualche ingrediente in più, ma nulla da far gridare al miracolo o strapparsi i capelli. Alla lunga poi la trama seriale delle puntate un po' stanca e a volte vira un po' verso il ridicolo. Inoltre, come già ribadito, alcuni personaggi (vedi alla voce Marito) andrebbero rivisti, con un po' più di personalità e di palle, come dicono dalle mie parti.
Se vi piace il genere, amate J.L. Hewitt e le storie misteriose con fantasmi annessi, allora GW fa per voi, in caso contrario non fatevi venire i rimorsi se ve lo siete perso.
Nessun commento:
Posta un commento