In questi giorni mi è capitato di vedere questo film del 2000, consigliatomi dal parente fratello. Ambientato agli inizi della seconda guerra mondiale, si apre con un ragazzino che spara ad un lupo, un treno che viaggia verso la guerra e poi lo spettatore viene catapultato in mezzo alle bombe e alle pallottole dell'assedio di Stalingrado da parte dei nazisti. Morti, sangue, membra che volano: gustoso per uno come me che ama l'azione, la truculenza e il periodo storico.
Dopo questa overture, il ritmo cambia e si passa alla storia vera e propria del tiratore scelto (sniper per i giocatori di fps) Vassili Zaitsev che diventa, suo malgrado, un eroe nazionale, creato e montato dalla propaganda russa, anche se in realtà il ragazzo una buona skill da cecchino ce l'ha. Tutta la narrazione poi viene incentrata sulla sfida tra l'eroe russo e il tiratore scelto tedesco, tal maggiore König. Fino all'inevitabile e tragico epilogo.
Il film è godibile, con un buon ritmo, una trama ben congegnata e personaggi dal profilo psicologico complesso. Al di là della trasposizione reale di sangue e piombo che a qualcuno potrebbe far storcere il naso, io ne ho apprezzato la crudezza, perché è così che una guerra deve essere rappresentata.
Appassionante il duello tra i due cecchini, che fino all'ultimo si sfidano senza esclusione di colpi (anche nel senso stretto del termine).
Nella trama non ci sono solo bombe e pallottole che fischiano, ma anche una storia d'amore, amicizia, lealtà, tradimento, invidia e senso del dovere.
Jean-Jacques Annaud, il regista, ha voluto dipingere il momento di massimo successo dei nazisti, ma anche la loro prima sconfitta, un punto di svolta nella storia, che ha segnato le prime avvisaglie di quello che sarebbe stato l'epilogo della guerra. Ha cercato di non schierarsi, anche se quello che si può intendere è che i russi fossero i buoni e i nazisti i cattivi, mentre in realtà era lo scontro tra due regimi. È solo un impressione di fondo, perché è chiara comunque fin dall'inizio l'impronta della filosofia staliniana e quella nazista.
In linea di massima un film da vedere se vi piacciono il contesto storico, le sfide all'ultimo sangue e le storie di fiori e piombo, patriottismo e uomini semplici che diventano eroi senza volerlo.
Il film è godibile, con un buon ritmo, una trama ben congegnata e personaggi dal profilo psicologico complesso. Al di là della trasposizione reale di sangue e piombo che a qualcuno potrebbe far storcere il naso, io ne ho apprezzato la crudezza, perché è così che una guerra deve essere rappresentata.
Appassionante il duello tra i due cecchini, che fino all'ultimo si sfidano senza esclusione di colpi (anche nel senso stretto del termine).
Nella trama non ci sono solo bombe e pallottole che fischiano, ma anche una storia d'amore, amicizia, lealtà, tradimento, invidia e senso del dovere.
Jean-Jacques Annaud, il regista, ha voluto dipingere il momento di massimo successo dei nazisti, ma anche la loro prima sconfitta, un punto di svolta nella storia, che ha segnato le prime avvisaglie di quello che sarebbe stato l'epilogo della guerra. Ha cercato di non schierarsi, anche se quello che si può intendere è che i russi fossero i buoni e i nazisti i cattivi, mentre in realtà era lo scontro tra due regimi. È solo un impressione di fondo, perché è chiara comunque fin dall'inizio l'impronta della filosofia staliniana e quella nazista.
In linea di massima un film da vedere se vi piacciono il contesto storico, le sfide all'ultimo sangue e le storie di fiori e piombo, patriottismo e uomini semplici che diventano eroi senza volerlo.
Gran film, lontano dai cliches hollywoodiani. Strepitoso Ed Harris.
RispondiEliminate l'avevo detto no ? ;)
RispondiEliminamemorabile poi la scena della piazza con i mitragliatori tedeschi
ti rendi davvero conto di cosa vuol dire essere sul fronte, con la confusione il fumo le urla il sangue e il terrore...