Capitano Alatriste - Arturo Pérez-Reverte

Di Arturo Pérez-Reverte ho letto Il Club Dumas, romanzo eccezionale da cui è stato tratto il mediocre film La Nona Porta con Johnny Depp, e La Tavola Fiamminga, che ho apprezzato, pur essendo decisamente inferiore al primo.
Mi sono avvicinato al Capitano Alatriste appunto perché stimo l'autore e mi piace lo stile con cui pennella le sue storie. Questo romanzo parla di Diego Alatriste y Tenorio, soldato di mille battaglie costretto a campare come mercenario sullo sfondo di una Madrid del diciassettesimo secolo, colma di corruzione e capitale di un impero in declino. Il costrutto della narrazione è affidato ad un ragazzino che ha la sventura, o la fortuna, di essere affidato al capitano per una promessa fatta ad un compagno d'arme. Il ragazzino scrive un diario sulle gesta dello spadaccino e così la storia si forma.
Non so se il "vago" riferimento a Dumas sia voluto, ma sinceramente il romanzo non mi ha entusiasmato e perde sicuramente al confronto, anche se, probabilmente, non è giusto farlo tra opere scritte in tempi così diversi e distanti.
Lo stile dell'autore tiene su la narrazione di un romanzo troppo lineare e prevedibile, con personaggi stereotipati, a partire dal protagonista.
Mi aspettavo di più, devo essere sincero, e per questo mi ha deluso. Capitano Alatriste è il primo di una serie di opere dedicate a questo personaggio, probabilmente le leggerò in futuro e saprò delinearne un quadro più completo.
Sta di fatto, come ho già ribadito, che quest'opera poteva dare di più.

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