Confrontarti con Eco non è semplice, non sai mai come ti risponde.
A parte la battuta, sappiamo bene noi lettori che il buon Umberto a volte ama scriversi addosso e dare sfoggio della sua erudizione. D'altronde da un autore che fin dai primi vagiti ha respirato Cultura cosa vi aspettate?
Ne escono fuori libri complessi, a volte dei mattoni indigesti, a volte dei capolavori. Parlando di mattoni mi viene in mente L'isola del giorno prima che ho finito facendomi del male e invece parlando di capolavori mi viene in mente Il nome della rosa, eccezionale, avvincente e tenebroso.
Baudolino rientra nei capolavori, non è paragonabile al Il nome della rosa, ma forse rispetto al romanzo più di successo di Eco, questo ha il pregio di essere più scorrevole, più sarcastico, più irriverente e più avventuroso.
Anche questo non sfugge alla regola del bombardamento di informazioni che educano il lettore e gli fanno scoprire argomenti e curiosità di cui ignorava l'esistenza. Eco chiaramente non sfugge al suo vizio, ma in Baudolino lo fa in modo più spensierato, ecco perché la storia viaggia veloce, tra boschi, aneddotti, imboscate, assedi, il tutto in una visione onirica del medioevo visto da un punto di vista diverso rispetto all'epoca a cui ci hanno abituato i libri di storia.
Un gran libro che vale la pena di leggere, anche se l'approccio deve tener conto di chi l'ha scritto e non lasciarsi scoraggiare da qualche parolone.
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