Ho trovato questo romanzo per caso, fortemente scontato in un ipermercato. Ovviamente quello che mi ha attratto è stato il titolo e la copertina con un 666 infuocato in bella vista.
Pensavo fosse uno dei soliti romanzetti da quattro soldi con possessioni e cliché su Satana, i vari demoni, la bibbia e tutto il resto del pacchetto. Invece, fin dalle prime pagine, si capisce che non è una storia di ordinaria amministrazione. Glen Duncan è un autore raffinato, con un stile complesso, ma non per questo ampolloso e difficile.
In poche parole la storia parla di un patto tra Dio e Lucifero, per redimersi e avere il perdono, vivendo come un uomo per un mese terrestre.
Il racconto è in prima persona, a parlare (o meglio, a scrivere) è il principe delle tenebre stesso, con un soliloquio molto articolato e complesso, in cui a volte ci si perde, ma che è comunque molto stimolante.
Lucifero si materializza in uno scrittore, Declan Gunn (notare l'anagramma), che si è appena suicidato e la cui vita è andata letteralemente a puttante.
Sentir parlare Satana in prima persona è divertente, l'autore è molto bravo a rappresentare gli umori, le sensazioni e la meraviglia di un essere incorporeo che sperimenta per la prima volta il piano materiale con una coscienza millenaria.
Il continuum narrativo è frammentato in vari spezzoni di flusso di coscienza e storia vera e propria. Lucifero è famoso per la sua parlantina e qui ne da prova, spaziando su considerazioni di vario genere: dall'esistenza, alla religione e ai vari argomenti correlati.
In alcuni punti l'autore pecca di troppo inglesismo, nel senso che la storia è ambientata a Londra e a volte Lucifero sembra troppo londinese e poco universale. Inoltre l'eccessiva loquacità del protagonista a volte confonde un po' le idee al lettore e lo porta a ritornare sui propri passi a rileggere alcuni passaggi complessi.
In linea generale un buon libro, che, nonostante la media difficoltà dell'intreccio, si lascia leggere e porta il lettore fino alla fine con una certa soddisfazione.
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