Non è un segreto: sono un fan sfegatato di Ghostbusters. Il primo, naturalmente, perché il secondo è decisamente sottotono. D'altronde si sa che i film con il 2 in fondo, salvo rare eccezioni, spesso deludono.
Parlerò ancora di GB in questi giorni, ma per un altro motivo. Citare il film serve per farvi capire perché ho voluto scrivere questo romanzo. Punto primo appunto perché volevo rendergli omaggio e punto secondo perché era da anni che avevo queste ideuzza su cui basare un romanzo. Come già detto nell'anteprima, non posso rivelarvi qual è, non credo sia nemmeno geniale o originale, però stuzzicava il mio encefalo, perché dava un interpretazione ad apparizioni, spettri e quant'altro.
Era il 2007, avevo appena pubblicato Inferno 17 con XII, e l'associazione culturale stava vivendo i suoi primi mesi di vita, mesi di fermento, di grande attività ed entusiasmo. Stavo lavorando alla revisione de La clessidra d'avorio, ma sostanzialmente ero libero di scrivere un nuovo best seller :). In pochi giorni lavorai a un abbozzo di canovaccio e poi giù a scrivere come se non ci fosse un domani. In corso d'opera, come sempre mi accade, saltarono fuori altre idee che adattai immeditamente alla storia.
In partenza avevo dei dubbi, che ancora adesso permangono, che a un primo sguardo chiunque avrebbe potuto obiettare che il romanzo non ha nulla di originale ed è una scopiazzatura di un'idea vecchia. In realtà è solo il pretesto per scrivere di fantasmi e mettere in campo quell'idea che avevo in mente da un po'. In effetti, a parte l'apertura nella biblioteca come nel film, poi il romanzo prende tutta un'altra piega virando verso scenari inquietanti, puntando decisamente al thriller e facendo l'occhiolino all'horror.
Non è stato difficile scriverlo, ma ha avuto un periodo di lavorazione lungo per i miei canoni, circa un anno e mezzo, e non perché sia lungo, si aggira intorno alle 226 pagine, ma perché con gli anni sono diventato ancora più pigro, riflessivo e perché è stato un periodo difficile, pregno di cambiamenti.
Mi sono divertito ed è stata una bella avventura. Lo reputo un ottimo romanzo e spero piaccia quanto è stato per me piacevole scriverlo.
Per l'editing mi hanno aiutato i soliti amici di cui mi fido ciecamente. La scelta di pubblicare in self-publishing l'ho motivata nell'altro post e credo sia la scelta migliore e probabilmente, a meno che non arrivino proposte contrattuali da qualche editore che ritengo valido, i miei lavori usciranno sempre in questo formato.
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