Altre due puntate, diciamo così, canoniche, in cui la serie sta rientrando pian piano nei binari a cui i telespettatori erano abituati. Nella terza House richiama la dottoressa Adams, la gnocca/paura che aveva incontrato nella prima e fatto licenziare coinvolgendola nel caso di un detenuto con mastocitosi. Visto che è a spasso, la sfrutta per risolvere il caso del momento, richiamando nel frattempo anche 13, facendo leva sui suoi sensi di colpa.
Ora, io mi domando, possibile che tutte 'ste dottoresse siano così gnocche? Come dicevo già a proposito della prima puntata, la sospensione dell'incredulità viene messa a dura prova. Una così (vedi foto) ti aspetti che sia un'attrice (aha, aha, aha, che ridere) o fotomodella, non un medico che spara diagnosi a raffica, come al solito dal Lupus alla Sarcoidosi.
Al di là di queste perplessità le due puntate sono divertenti, non tanto per l'indagine medica, che, come già ribadito, ci ha po' scassato le rotule, ma per i dialoghi incalzanti e i rapporti di House con i pazienti/collaboratori.
In queste due puntate il dottore è alla ricerca di sovvenzioni per riportare ai vecchi fasti il team di lavoro ed è divertente vedere come cerca di spillare soldi ai due pazienti che ha sottomano, che, guarda caso, sono facoltosi. Alla fine ci riesce, non vi dico come, assume la Adams e chiede a Foreman di richiamare Chase e Taub. Quindi dalla quinta punta ci dobbiamo aspettare un rietro dei due ex collaboratori.
In fin della fiera, nonostante i problemi noti legati al plot, Dr. House soddisfa il mio palato e mi diverte.
Nessun commento:
Posta un commento