Sexy puzzle
(28 febbraio 2007)
Sexy puzzle
Trasforma la guida esterna
Tramutandola in erba
Incastri saraceni
Mostri di carta alieni
Ninnoli di sogno
Bruci una collana sonzogno
Sexy puzzle
Annunci il tuo intento
Immergi crape nel mento
Dittonghi disarmonici
Ingorghi ipnotici
Nell'euforia del disegno
Nell'astrolabio di Morbegno
L'Assassino: Kill the Reality Show (19)
Settimana 1 – Lunedì – Ore 1:12
E’ ormai notte fonda nel castello di Vaccamelata, tra i corridoi e nelle camere aleggia un silenzio irreale. Si sente solo in sottofondo il russare di Riccardo Magonza che comunque ha diminuito i giri della motosega essendo entrato in una fase di sonno profondo stile coma.
In cucina Miriano Biottelli si è addormentato con la testa dentro un armadio nella vana ricerca di qualcosa di forte da bere ed ora sogna beatamente tra una confezione di puré liofilizzato e le caramelle del dottor bonbon.
Cabrini Mariozzo sta esplorando un locale che sembra un pub inglese, anzi, è proprio un pub inglese, come se fosse stato magicamente trasportato dall’isola britannica fino al castello di Vaccamelata. E’ tutto fabbricato in legno, persino i miscelatori della birra sembrano di legno e le lampade sono soffuse, a ricreare il torbido delle bevande.
Prova a spillare una birra, giusto per provare, ma dai miscelatori non esce nulla. Controlla sotto il bancone, ma non ci sono fusti. Il frigo e gli altri scaffali sono vuoti.
Peccato, si sarebbe fatto volentieri una birra, magari una di quelle forti, doppio malto, oppure un whisky per conciliare il sonno.
Esplora un po’ qui e un po’ là, ma non trova nulla di interessante, finché non arriva ad un'altra porta. La apre e trova una dispensa con casse impilate fino al soffitto e sacchi di iuta pieni di un qualche materiale sconosciuto. Vicino ad uno dei sacchi, Cabrini scorge qualcosa, un pezzo di legno, anzi, sembra quasi una botola. Si avvicina e scopre che è realmente una botola. Sposta uno dei sacchi che ne compromettono l’apertura e tenta di aprirla, ma sembra chiusa. Strano, gli ricorda qualcosa, tipo un’isola con dei superstiti ad un disastro aereo che scoprono una roba del genere.
Prova a fare un altro sforzo, ma niente, la botola sembra inamovibile. Si guarda attorno, sa di essere sotto stretta osservazione, ma non gliene frega niente, vuole aprire la botola e l’aprirà, quant’è vero che si chiama Cabrini Mariozzo.
Appoggiata contro il muro, vicino alla porta da cui è entrato, c’è una vanga con un robusto manico di legno. Non si domanda a cosa possa servire una vanga in un ripostiglio di un pub inglese, la prende e la infila nell’anello di ferro che serve da tirante alla botola. Ci entra giusto giusto. La infila fino a metà, poi impugna le due estremità e incomincia a fare leva.
La botola in un primo momento sembra non volerne sapere, poi qualcosa si muove, il legno della vanga scricchiola ma non si spezza. Con uno sforzo enorme e tirando con tutto il peso del corpo, Cabrini riesce a sollevarla di quel poco che basta per infilarci sotto un piede. Poi con un ultimo, erculeo tentativo riesce finalmente a spalancarla. Nello sforzo cade sui sacchi e rimane lì col fiato grosso per alcuni minuti. Poi si alza e si sporge verso la botola.
Si apre in un locale buio, la fioca luce della dispensa non riesce ad illuminare niente se non una parete di pietra lucida di umidità. Lontano si sente lo sgocciolio dell’acqua, forse un condotto per la canalizzazione della pioggia. Mariozzo si sporge un po’ di più, la botola su cui è appoggiato si muove quel tanto che basta per fargli perdere l’equilibrio e lui cade a testa in giù nel vuoto.
La botola si richiude alle sue spalle.
Paolina Nuvolara sta vagando ormai da più di mezz’ora per le stanze facendo mosse di judo e piroette da vera ballerina classica, solo che non ha mai preso lezioni di nessuna delle due discipline.
Fa queste evoluzioni perfette e poi spara una frase senza senso, oppure una citazione da qualche volume leggendario, spesso dalla bibbia.
Vicino alla torre delle guardie incrocia Arazza Marchina che le fa il saluto militare. Il corridoio è in penombra e quindi la soldatessa non si accorge dello stato di Paolina e forse anche se ne fosse accorta non si sarebbe fermata. Paolina continua a camminare in stato di trance, si spara tutte le scale che portano alla torre delle guardie, scavalca e si lancia in equilibrismi sul bordo del muretto. La pioggia scende ancora incessante nonostante sia scemata di parecchio rispetto all’arrivo dei concorrenti. Il salto dalla torre al suolo è di circa 15 metri. Paolina non sopravvivrebbe.
Gli autori si interrogano se intervenire o no, in fondo si sa che non bisogna interrompere il sonno di un sonnambulo, ma qui la situazione è grave.
Quando ormai Paolina si è fatta tutto il perimetro delle torre e gli autori hanno deciso di intervenire, lei scende con un volteggio elegante e riprende a scendere le scale. Ritorna sui suoi passi, rifà addirittura il movimento al contrario sul tavolo del banchetto, come se stesse eseguendo un rewind.
“Il millepiedi senza scarpe è come un uomo senza le palle!” sentenzia e fa una mossa di scherma, come se dovesse portare un affondo. Ritorna nell’ala est, compie una paio di salti carpiati in avanti e poi si infila nella sua stanza. Appena giunta ai piedi del letto, fa un inchino e dice: “Il sogno già in se stesso è solo un'ombra,” citando Amleto, e infine si rimette a letto, continuando a dormire come ha fatto fin dall’inizio.
E’ ormai notte fonda nel castello di Vaccamelata, tra i corridoi e nelle camere aleggia un silenzio irreale. Si sente solo in sottofondo il russare di Riccardo Magonza che comunque ha diminuito i giri della motosega essendo entrato in una fase di sonno profondo stile coma.
In cucina Miriano Biottelli si è addormentato con la testa dentro un armadio nella vana ricerca di qualcosa di forte da bere ed ora sogna beatamente tra una confezione di puré liofilizzato e le caramelle del dottor bonbon.
Cabrini Mariozzo sta esplorando un locale che sembra un pub inglese, anzi, è proprio un pub inglese, come se fosse stato magicamente trasportato dall’isola britannica fino al castello di Vaccamelata. E’ tutto fabbricato in legno, persino i miscelatori della birra sembrano di legno e le lampade sono soffuse, a ricreare il torbido delle bevande.
Prova a spillare una birra, giusto per provare, ma dai miscelatori non esce nulla. Controlla sotto il bancone, ma non ci sono fusti. Il frigo e gli altri scaffali sono vuoti.
Peccato, si sarebbe fatto volentieri una birra, magari una di quelle forti, doppio malto, oppure un whisky per conciliare il sonno.
Esplora un po’ qui e un po’ là, ma non trova nulla di interessante, finché non arriva ad un'altra porta. La apre e trova una dispensa con casse impilate fino al soffitto e sacchi di iuta pieni di un qualche materiale sconosciuto. Vicino ad uno dei sacchi, Cabrini scorge qualcosa, un pezzo di legno, anzi, sembra quasi una botola. Si avvicina e scopre che è realmente una botola. Sposta uno dei sacchi che ne compromettono l’apertura e tenta di aprirla, ma sembra chiusa. Strano, gli ricorda qualcosa, tipo un’isola con dei superstiti ad un disastro aereo che scoprono una roba del genere.
Prova a fare un altro sforzo, ma niente, la botola sembra inamovibile. Si guarda attorno, sa di essere sotto stretta osservazione, ma non gliene frega niente, vuole aprire la botola e l’aprirà, quant’è vero che si chiama Cabrini Mariozzo.
Appoggiata contro il muro, vicino alla porta da cui è entrato, c’è una vanga con un robusto manico di legno. Non si domanda a cosa possa servire una vanga in un ripostiglio di un pub inglese, la prende e la infila nell’anello di ferro che serve da tirante alla botola. Ci entra giusto giusto. La infila fino a metà, poi impugna le due estremità e incomincia a fare leva.
La botola in un primo momento sembra non volerne sapere, poi qualcosa si muove, il legno della vanga scricchiola ma non si spezza. Con uno sforzo enorme e tirando con tutto il peso del corpo, Cabrini riesce a sollevarla di quel poco che basta per infilarci sotto un piede. Poi con un ultimo, erculeo tentativo riesce finalmente a spalancarla. Nello sforzo cade sui sacchi e rimane lì col fiato grosso per alcuni minuti. Poi si alza e si sporge verso la botola.
Si apre in un locale buio, la fioca luce della dispensa non riesce ad illuminare niente se non una parete di pietra lucida di umidità. Lontano si sente lo sgocciolio dell’acqua, forse un condotto per la canalizzazione della pioggia. Mariozzo si sporge un po’ di più, la botola su cui è appoggiato si muove quel tanto che basta per fargli perdere l’equilibrio e lui cade a testa in giù nel vuoto.
La botola si richiude alle sue spalle.
Paolina Nuvolara sta vagando ormai da più di mezz’ora per le stanze facendo mosse di judo e piroette da vera ballerina classica, solo che non ha mai preso lezioni di nessuna delle due discipline.
Fa queste evoluzioni perfette e poi spara una frase senza senso, oppure una citazione da qualche volume leggendario, spesso dalla bibbia.
Vicino alla torre delle guardie incrocia Arazza Marchina che le fa il saluto militare. Il corridoio è in penombra e quindi la soldatessa non si accorge dello stato di Paolina e forse anche se ne fosse accorta non si sarebbe fermata. Paolina continua a camminare in stato di trance, si spara tutte le scale che portano alla torre delle guardie, scavalca e si lancia in equilibrismi sul bordo del muretto. La pioggia scende ancora incessante nonostante sia scemata di parecchio rispetto all’arrivo dei concorrenti. Il salto dalla torre al suolo è di circa 15 metri. Paolina non sopravvivrebbe.
Gli autori si interrogano se intervenire o no, in fondo si sa che non bisogna interrompere il sonno di un sonnambulo, ma qui la situazione è grave.
Quando ormai Paolina si è fatta tutto il perimetro delle torre e gli autori hanno deciso di intervenire, lei scende con un volteggio elegante e riprende a scendere le scale. Ritorna sui suoi passi, rifà addirittura il movimento al contrario sul tavolo del banchetto, come se stesse eseguendo un rewind.
“Il millepiedi senza scarpe è come un uomo senza le palle!” sentenzia e fa una mossa di scherma, come se dovesse portare un affondo. Ritorna nell’ala est, compie una paio di salti carpiati in avanti e poi si infila nella sua stanza. Appena giunta ai piedi del letto, fa un inchino e dice: “Il sogno già in se stesso è solo un'ombra,” citando Amleto, e infine si rimette a letto, continuando a dormire come ha fatto fin dall’inizio.
Frasi da Film (21)
- Cioè, lei praticamente vorrebbe dirmi che non sa che cos'è la Sachertorte?
- No.
- Allora vabbé. continuiamo così, facciamoci del male
- No.
- Allora vabbé. continuiamo così, facciamoci del male
Una Poesia al Giorno (17)
Poeta
(27 febbraio 2007)
Non ho velleità d'esser poeta
Mi diverto a musicar parole
A cercare nel verso una chiave segreta
Non sono un poeta
Sono un cantore di aria rifritta
Sono un esteta della rima sciolta
Bacio le rime
e bacio le strofe
Alterno le frasi
Rintocco parole
Non sono un poeta
di questo pianeta
Sono un giullare
Di un sogno banale
(27 febbraio 2007)
Non ho velleità d'esser poeta
Mi diverto a musicar parole
A cercare nel verso una chiave segreta
Non sono un poeta
Sono un cantore di aria rifritta
Sono un esteta della rima sciolta
Bacio le rime
e bacio le strofe
Alterno le frasi
Rintocco parole
Non sono un poeta
di questo pianeta
Sono un giullare
Di un sogno banale
L'Assassino: Kill the Reality Show (18)
Carletta Miciona ha preso tutto l’occorrente per farsi un lungo e rilassante bagno nella vasca idromassaggio. Indossa un minuscolo accappatoio che lascia all’immaginazione ben poco e sculetta verso il bagno, ma nessuno dei concorrenti maschi è lì per osannare la sua bellezza. Le telecamere comunque indugiano spesso sul suo andamento ubriacante.
Apre la porta del bagno con fare da diva e viene investita da una nuvola di vapore che nemmeno in bassa padana l’hanno mai vista così.
C’è qualcuno che canta, un motivetto mai sentito e probabilmente inventato sul momento. Carletta è già imbestialita, il bagno deve essere lasciato libero, lei deve lavarsi, non può andare a letto tutta sporca. Ha già intuito chi è la rivale nella vasca, quella gallina di Andina Morella, tutta tette e labbra rifatte.
Carletta spunta davanti alla vasca con lo sguardo infuocato e l’espressione di una massaia in fila alle poste. Andina non si accorge della sua presenza perché intenta a fare pose glamour a beneficio della telecamera.
“Esci!” esclama irritata Carletta.
Andina lancia un urletto e il movimento che ne consegue le fa fuoriuscire uno dei seni dal costume. Uno degli assistenti di regia, con una scusa, corre in bagno a smanacciarsi.
“Sei pazza?” ulula Andina senza rimettere a posto il globo all’aria.
“Esci immediatamente! Devo farmi il bagno.”
“Sono arrivata prima io, carina, sparisci e aspetta il tuo turno.”
Carletta digrigna i denti e l’espressione che assume la fa assomigliare di più a un mastino napoletano che alla bellezza che tutti hanno potuto apprezzare sui 22 calendari per cui ha posato.
“No, chissà da quanto sei dentro quella vasca e va che ti si vedono le tette.”
Andina si osserva le protuberanze e si accorge che una delle due, birichina, è scappata fuori. La risistema con nonchalance e torna a bersagliare il nemico.
“Vattene, non ho finito, aspetta il tuo turno, stronza!”
Carletta spalanca gli occhi e la bocca in una grande O di sorpresa.
“A chi stronza? Brutta vacca!”
“Vatteneeee!!” ulula Andina e le lancia una saponetta. L’impudente panetto colpisce Miciona sul naso, la quale emette un grugnito degno di un cinghiale e si lancia nella vasca con gli artigli spianati.
Ne nasce una lotta schiumosa con sberle e graffi che partono come se fossero caramelle. L’acqua deborda e invade il pavimento a ondate alterne. Nel parapiglia, ovviamente, le forme delle due ragazzone vengono fuori a mostrare il meglio della loro potenzialità.
Gli autori le lasciano fare per un po’, lo share su canale mammamia nonostante l’ora è salito di mezzo punto, poi, quando Andina tenta di strangolare Carletta con il tubo in acciaio inox della doccia, intervengono due assistenti, che comunque non ce la fanno a tenerle e sono costretti a chiamare rinforzi. Ci vogliono ben 6 persone, tra cui anche una parrucchiera, per dividere le due contendenti.
Visto che non ne vogliono proprio sapere di smettere, vengono narcotizzate e fatte accomodare nelle loro camere.
Carletta si sveglierà rendendosi conto di non essersi lavata e sarà ancora più incazzata.
Miseria Pomposa è seduta sul cesso è scrive le sue impressioni sul taccuino. Non è che sta espellendo qualcosa, è solo seduta sull'asse del water e scrive freneticamente con la penna che ha tolto dalle mutande.
I piedi sono appoggiati sul bordo di ceramica e lei è in una posizione assurda, quasi fetale. Appoggia il taccuino sulle gambe e con la faccia è vicinissima alla pagina su cui sta scribacchiando perché il bagno è in penombra, non ha voluto accedere la luce e l’unica lampadina accesa è quella a bassa emissione dello specchio sopra il lavandino che, francamente, non illumina molto.
Sta scrivendo le sue impressioni sull’ananasso, quanto è bello come frutto, la sua perfezione geometrica, quella sua esplosione di foglie sulla testa, quel suo gusto agrodolce e il suo interno color oro.
Ah, quanto è bello l’ananasso, quanto è dolce l’ananasso e poi scoppia a piangere. Talmente forte che alcune lacrime bagnano il taccuino. Non sa perché piange, forse perché è emozionata dalla prosa sul frutto tropicale o forse perché è sempre stata un po’ isterica e fondamentalmente le manca Fuffy, il suo criceto da tartufo.
Alberigo Pastella ha guardato per quasi dieci minuti la crepa sul soffitto immaginando un fiume e lui su quel fiume con un battello a vapore, dopodichè si è addormentato secco, vestito di tutto punto e sta sognando un battello a vapore sul Missisipi come Huckleberry Finn.
Dario Abbracciapreti è andato in bagno per lavarsi i denti e ha sbagliato porta entrando in uno di quelli assegnato alle femminucce. Entrando ha trovato una nebbia di vapore incredibile e una donna che cantava sotto la doccia. E’ rimasto a fissarla per quasi un minuto, estasiato dalla forme plastiche perfette, poi è uscito vagamente eccitato e si è scordato di lavare i denti.
Arrivato in camera con in mano spazzolino e dentifricio, ancora rapito dalla visione mistico-siliconica del bagno, si è reso subito conto di non essersi affatto lavato le fauci. Ma non ha più voglia di tornare indietro, per una volta che non lava i denti mica gli verrà una carie, o no?
Mette il pigiama, si butta sul letto e incomincia a leggere Dieci piccoli indiani di Agatha Christie.
Paolina Nuvolara è sonnambula e non lo sa. Dopo aver pregato per circa dieci minuti in un dio in cui non crede più perché le vecchie abitudini sono dure a morire, ha indossato un bel pigiamino color crema con vari orsetti che rincorrono api e si è coricata.
Dopo nemmeno dieci minuti ecco che si alza con le braccia alzate davanti al corpo, proprio come nei più classici dei comportamenti da sonnambulo. Apre la porta e si incammina verso l’enorme sala dove hanno cenato qualche ora prima.
“Lepidottero cieco si accoppia con astronoma suadente,” proclama ad alta voce.
Entra nel salone, si avvicina all’immenso tavolo su cui era imbandito il catering fenomenale e con un balzo felino ci salta sopra. La percorre tutta e alla fine, con una piroetta da uscita dalle parallele, ricade sul pavimento con perfetta eleganza. Quasi ci si aspetta di vedere una giuria alzare le palette per il voto.
“Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino!” declama con perfetta cadenza, poi fa una piroetta su se stessa e si incammina verso il corridoio che porta alla biblioteca.
Mimmo Portalanonna dopo mezz’ora passata a bersagliare di colpi la bambola gonfiabile, rimane immobile a gambe conserte sul tappeto di cartonato al centro della stanza. Sembra meditare, ma in realtà sta recuperando le forze.
Dopo dieci minuti nella posizione fiore di loto, si rialza in piedi con un balzo e incomincia a smontare tutto quanto. Prende la bambola, rimette la sabbia nel vaso, smonta l’asta e mette a posto il piedistallo.
Dal bagaglio tira fuori un accappatoio nero con una stella gialla a 8 punte dietro la schiena e le iniziali in oro sul petto. Nel primo bagno trova Norberto Cigolla sotto la doccia che sta facendo strane cose con un cane di pezza tutto fradicio. Scuote la testa ed entra nell’altro locale, sperando che non sia occupato.
Arazza Marchina ha provato a dormire. Di solito per disciplina riesce ad addormentarsi all’istante, con un comando mentale. Quella notte però non è all’interno del suo solito contesto e inoltre è un poco agitata nonostante le mille flessioni.
Inoltre la tizia della stanza accanto, Marzia Giobolengo, parla nel sonno e ad alta voce pure. Sta dicendo delle frasi senza senso, che riguardano il castello, ma non quello di Vaccamelata.
Così si alza, indossa una tuta da jogging con l’intenzione di farsi una decina di giri del perimetro del castello
Apre la porta del bagno con fare da diva e viene investita da una nuvola di vapore che nemmeno in bassa padana l’hanno mai vista così.
C’è qualcuno che canta, un motivetto mai sentito e probabilmente inventato sul momento. Carletta è già imbestialita, il bagno deve essere lasciato libero, lei deve lavarsi, non può andare a letto tutta sporca. Ha già intuito chi è la rivale nella vasca, quella gallina di Andina Morella, tutta tette e labbra rifatte.
Carletta spunta davanti alla vasca con lo sguardo infuocato e l’espressione di una massaia in fila alle poste. Andina non si accorge della sua presenza perché intenta a fare pose glamour a beneficio della telecamera.
“Esci!” esclama irritata Carletta.
Andina lancia un urletto e il movimento che ne consegue le fa fuoriuscire uno dei seni dal costume. Uno degli assistenti di regia, con una scusa, corre in bagno a smanacciarsi.
“Sei pazza?” ulula Andina senza rimettere a posto il globo all’aria.
“Esci immediatamente! Devo farmi il bagno.”
“Sono arrivata prima io, carina, sparisci e aspetta il tuo turno.”
Carletta digrigna i denti e l’espressione che assume la fa assomigliare di più a un mastino napoletano che alla bellezza che tutti hanno potuto apprezzare sui 22 calendari per cui ha posato.
“No, chissà da quanto sei dentro quella vasca e va che ti si vedono le tette.”
Andina si osserva le protuberanze e si accorge che una delle due, birichina, è scappata fuori. La risistema con nonchalance e torna a bersagliare il nemico.
“Vattene, non ho finito, aspetta il tuo turno, stronza!”
Carletta spalanca gli occhi e la bocca in una grande O di sorpresa.
“A chi stronza? Brutta vacca!”
“Vatteneeee!!” ulula Andina e le lancia una saponetta. L’impudente panetto colpisce Miciona sul naso, la quale emette un grugnito degno di un cinghiale e si lancia nella vasca con gli artigli spianati.
Ne nasce una lotta schiumosa con sberle e graffi che partono come se fossero caramelle. L’acqua deborda e invade il pavimento a ondate alterne. Nel parapiglia, ovviamente, le forme delle due ragazzone vengono fuori a mostrare il meglio della loro potenzialità.
Gli autori le lasciano fare per un po’, lo share su canale mammamia nonostante l’ora è salito di mezzo punto, poi, quando Andina tenta di strangolare Carletta con il tubo in acciaio inox della doccia, intervengono due assistenti, che comunque non ce la fanno a tenerle e sono costretti a chiamare rinforzi. Ci vogliono ben 6 persone, tra cui anche una parrucchiera, per dividere le due contendenti.
Visto che non ne vogliono proprio sapere di smettere, vengono narcotizzate e fatte accomodare nelle loro camere.
Carletta si sveglierà rendendosi conto di non essersi lavata e sarà ancora più incazzata.
Miseria Pomposa è seduta sul cesso è scrive le sue impressioni sul taccuino. Non è che sta espellendo qualcosa, è solo seduta sull'asse del water e scrive freneticamente con la penna che ha tolto dalle mutande.
I piedi sono appoggiati sul bordo di ceramica e lei è in una posizione assurda, quasi fetale. Appoggia il taccuino sulle gambe e con la faccia è vicinissima alla pagina su cui sta scribacchiando perché il bagno è in penombra, non ha voluto accedere la luce e l’unica lampadina accesa è quella a bassa emissione dello specchio sopra il lavandino che, francamente, non illumina molto.
Sta scrivendo le sue impressioni sull’ananasso, quanto è bello come frutto, la sua perfezione geometrica, quella sua esplosione di foglie sulla testa, quel suo gusto agrodolce e il suo interno color oro.
Ah, quanto è bello l’ananasso, quanto è dolce l’ananasso e poi scoppia a piangere. Talmente forte che alcune lacrime bagnano il taccuino. Non sa perché piange, forse perché è emozionata dalla prosa sul frutto tropicale o forse perché è sempre stata un po’ isterica e fondamentalmente le manca Fuffy, il suo criceto da tartufo.
Alberigo Pastella ha guardato per quasi dieci minuti la crepa sul soffitto immaginando un fiume e lui su quel fiume con un battello a vapore, dopodichè si è addormentato secco, vestito di tutto punto e sta sognando un battello a vapore sul Missisipi come Huckleberry Finn.
Dario Abbracciapreti è andato in bagno per lavarsi i denti e ha sbagliato porta entrando in uno di quelli assegnato alle femminucce. Entrando ha trovato una nebbia di vapore incredibile e una donna che cantava sotto la doccia. E’ rimasto a fissarla per quasi un minuto, estasiato dalla forme plastiche perfette, poi è uscito vagamente eccitato e si è scordato di lavare i denti.
Arrivato in camera con in mano spazzolino e dentifricio, ancora rapito dalla visione mistico-siliconica del bagno, si è reso subito conto di non essersi affatto lavato le fauci. Ma non ha più voglia di tornare indietro, per una volta che non lava i denti mica gli verrà una carie, o no?
Mette il pigiama, si butta sul letto e incomincia a leggere Dieci piccoli indiani di Agatha Christie.
Paolina Nuvolara è sonnambula e non lo sa. Dopo aver pregato per circa dieci minuti in un dio in cui non crede più perché le vecchie abitudini sono dure a morire, ha indossato un bel pigiamino color crema con vari orsetti che rincorrono api e si è coricata.
Dopo nemmeno dieci minuti ecco che si alza con le braccia alzate davanti al corpo, proprio come nei più classici dei comportamenti da sonnambulo. Apre la porta e si incammina verso l’enorme sala dove hanno cenato qualche ora prima.
“Lepidottero cieco si accoppia con astronoma suadente,” proclama ad alta voce.
Entra nel salone, si avvicina all’immenso tavolo su cui era imbandito il catering fenomenale e con un balzo felino ci salta sopra. La percorre tutta e alla fine, con una piroetta da uscita dalle parallele, ricade sul pavimento con perfetta eleganza. Quasi ci si aspetta di vedere una giuria alzare le palette per il voto.
“Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino!” declama con perfetta cadenza, poi fa una piroetta su se stessa e si incammina verso il corridoio che porta alla biblioteca.
Mimmo Portalanonna dopo mezz’ora passata a bersagliare di colpi la bambola gonfiabile, rimane immobile a gambe conserte sul tappeto di cartonato al centro della stanza. Sembra meditare, ma in realtà sta recuperando le forze.
Dopo dieci minuti nella posizione fiore di loto, si rialza in piedi con un balzo e incomincia a smontare tutto quanto. Prende la bambola, rimette la sabbia nel vaso, smonta l’asta e mette a posto il piedistallo.
Dal bagaglio tira fuori un accappatoio nero con una stella gialla a 8 punte dietro la schiena e le iniziali in oro sul petto. Nel primo bagno trova Norberto Cigolla sotto la doccia che sta facendo strane cose con un cane di pezza tutto fradicio. Scuote la testa ed entra nell’altro locale, sperando che non sia occupato.
Arazza Marchina ha provato a dormire. Di solito per disciplina riesce ad addormentarsi all’istante, con un comando mentale. Quella notte però non è all’interno del suo solito contesto e inoltre è un poco agitata nonostante le mille flessioni.
Inoltre la tizia della stanza accanto, Marzia Giobolengo, parla nel sonno e ad alta voce pure. Sta dicendo delle frasi senza senso, che riguardano il castello, ma non quello di Vaccamelata.
Così si alza, indossa una tuta da jogging con l’intenzione di farsi una decina di giri del perimetro del castello
Roma
Gran weed end a Roma.
Ho incontrato parte degli amici del gruppo XII ed è stato molto bello e, soprattutto, interessante.
E' fantastico confrontarsi con altre menti creative, con persone che si divertono a scrivere.
Abbiamo parlato di molte cose e progetti futuri promettenti e coinvolgenti.
Naturalmente non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di visitare alcuni dei monumenti + famosi della capitale.
Sono un pelo stanco, ho guidato per un totale di venti ore e 1475km (andata e ritorno)
Ho incontrato parte degli amici del gruppo XII ed è stato molto bello e, soprattutto, interessante.
E' fantastico confrontarsi con altre menti creative, con persone che si divertono a scrivere.
Abbiamo parlato di molte cose e progetti futuri promettenti e coinvolgenti.
Naturalmente non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di visitare alcuni dei monumenti + famosi della capitale.
Sono un pelo stanco, ho guidato per un totale di venti ore e 1475km (andata e ritorno)
L'Assassino: Kill the Reality Show (17)
Gerbio “Mazzadifuoco” Barbani non è riuscito ad addormentarsi. Il mal di testa è un mostro che si è moltiplicato anche all’altro emisfero e rischia di mandarlo fuori di senno. Si alza dal letto e con i vestiti tutti stazzonati si dirige verso la cucina. Magari ingurgitando qualcosa di veramente forte si stordirà a tal punto da riuscire a dormire.
Incrocia Florinda Ciorniona che non lo degna nemmeno di uno sguardo.
Appena arriva in cucina sente del trambusto vicino a due armadi alti almeno due metri. Si avvicina e trova Miriano Biottelli infilato per metà in uno dei vani a filo di pavimento.
“Che stai facendo?” sussurra perché non ha nemmeno la forza di parlare e le vibrazioni delle corde vocali gli danno fastidio alla testa. Miriano però sembra non aver sentito. Lo tocca dentro con il piede.
Miriano si spaventa, tira una gran capocciata, impreca parole che per fortuna la produzione non riesce a registrare e poi esce, rosso in viso e un pelo incazzato.
“Ma che cazzo?” tuona inquadrando Gerbio con occhi infuocati.
“Scusami,” dice con un filo di voce, “ma ho un terribile mal di testa e se non parlo è meglio. Non è per caso che hai trovato dei superalcolici, della vodka, whisky, va bene anche del vino.”
Miriano grugnisce e si massaggia il punto contuso dal compensato dell’armadio. “Anche tu in cerca di qualcosa con cui stordirti, eh?”
L’incazzatura sembra sfumata come neve al sole. “No, niente superalcolici, ma sopra alla tua destra, terza fila, troverai un sacco di medicinali. A mio avviso è pericoloso lasciare . .”
Ma Gerbio non lo ascolta più, si tuffa sull’antina della terza fila alla sua destra e trova i medicinali. Per lui in quel momento è come aver vinto al superenalotto, come aver trovato la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno.
Rovista freneticamente tra le scatole: trova una scatola di supposte alle erbe per la dissenteria, una confezione di caramelle balsamiche al pollo arrosto, persino un paio di preservativi e alla fine un bel pacco di analgesici. Ne prende due e poi ruba anche un sonnifero. Non pensa che sia un problema, in passato ha fatto di peggio. Ingurgita tutte e tre le pasticche contemporaneamente bevendo un bel sorso direttamente dal lavandino.
Soddisfatto, anche se ancora con il mal di testa pulsante, se ne torna a letto.
Dolcepiera è sotto la doccia da venti minuti. Completamente nuda, naturalmente, ha pensato che in bagno non vi siano telecamere. E’ invece su canale mammamia sta girando spesso la sua immagine tra il vapore mentre canta I sing in the rain.
Il suo corpo ha subito più interventi chirurgici di tutto il cast del reality show. Si è rifatta le sopracciglia, il naso, gli zigomi, le guance, si è fatta fare il lifting, poi il girocollo, il seno, i glutei, la liposuzione e persino le ginocchia.
Qualcuno entra, purtroppo le porte non hanno chiavi, nemmeno quelle delle camere da letto. La doccia è a vista, solo una tendina di plastica trasparente la divide dal resto del locale, dove sono stipati in un spazio abbastanza stretto, un lavandino, un water ed un bidé.
Dolcepiera non si accorge dell’intruso, il rumore della doccia e il canto la distraggono e l’abbondante vapore le preclude quasi del tutto la prospettiva sul resto della stanza. Lo sconosciuto la osserva per diversi secondi, immobile al centro del locale, poi la cantante chiude l’acqua e l’intruso si defila senza che lei se ne accorga.
Cabrini Mariozzo ha tentato di addormentarsi, subito a letto da buon atleta, ma Riccardo Magonza russa come un treno merci e non c’è verso di dormire. Le soluzioni che si presentano al ex calciatore sono molteplici, tra cui far diventare vittima uno che non lo è.
Invece il buon senso ha la meglio, come sempre. E allora si alza, si riveste ed esce dalla camera.
Il fatto è che non ha nemmeno tanto sonno, dopo il pranzo luculliano in cui, deve ammetterlo, un po’ ha esagerato. Si sente un po’ appesantito, saranno state le due aragoste o la mousse di gamberetti e panna?
Decide di perlustrare un po’ il castello. E’ vero che gli hanno sconsigliato di aggirarsi da solo tra le stanze, più che altro perché l’edificio è enorme e uno ci si può perdere, ma ormai lo sa, ne è stato testimone poco prima: le telecamere sono dappertutto, quindi, anche se dovesse perdersi, può sempre chiedere aiuto alla produzione, o no?
Si dirige dalla parte opposta da dove sono giunti dopo la cena, supera la cucina senza accorgersi della presenza di Miriano e va oltre. Trova una porta, spera non sia chiusa, ma è stato assicurato a tutti loro che nessuna porta è stata sbarrata e di stare attenti comunque ad entrare senza preavviso in stanza sconosciute del castello.
Mette una mano sulla maniglia e apre la porta.
Incrocia Florinda Ciorniona che non lo degna nemmeno di uno sguardo.
Appena arriva in cucina sente del trambusto vicino a due armadi alti almeno due metri. Si avvicina e trova Miriano Biottelli infilato per metà in uno dei vani a filo di pavimento.
“Che stai facendo?” sussurra perché non ha nemmeno la forza di parlare e le vibrazioni delle corde vocali gli danno fastidio alla testa. Miriano però sembra non aver sentito. Lo tocca dentro con il piede.
Miriano si spaventa, tira una gran capocciata, impreca parole che per fortuna la produzione non riesce a registrare e poi esce, rosso in viso e un pelo incazzato.
“Ma che cazzo?” tuona inquadrando Gerbio con occhi infuocati.
“Scusami,” dice con un filo di voce, “ma ho un terribile mal di testa e se non parlo è meglio. Non è per caso che hai trovato dei superalcolici, della vodka, whisky, va bene anche del vino.”
Miriano grugnisce e si massaggia il punto contuso dal compensato dell’armadio. “Anche tu in cerca di qualcosa con cui stordirti, eh?”
L’incazzatura sembra sfumata come neve al sole. “No, niente superalcolici, ma sopra alla tua destra, terza fila, troverai un sacco di medicinali. A mio avviso è pericoloso lasciare . .”
Ma Gerbio non lo ascolta più, si tuffa sull’antina della terza fila alla sua destra e trova i medicinali. Per lui in quel momento è come aver vinto al superenalotto, come aver trovato la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno.
Rovista freneticamente tra le scatole: trova una scatola di supposte alle erbe per la dissenteria, una confezione di caramelle balsamiche al pollo arrosto, persino un paio di preservativi e alla fine un bel pacco di analgesici. Ne prende due e poi ruba anche un sonnifero. Non pensa che sia un problema, in passato ha fatto di peggio. Ingurgita tutte e tre le pasticche contemporaneamente bevendo un bel sorso direttamente dal lavandino.
Soddisfatto, anche se ancora con il mal di testa pulsante, se ne torna a letto.
Dolcepiera è sotto la doccia da venti minuti. Completamente nuda, naturalmente, ha pensato che in bagno non vi siano telecamere. E’ invece su canale mammamia sta girando spesso la sua immagine tra il vapore mentre canta I sing in the rain.
Il suo corpo ha subito più interventi chirurgici di tutto il cast del reality show. Si è rifatta le sopracciglia, il naso, gli zigomi, le guance, si è fatta fare il lifting, poi il girocollo, il seno, i glutei, la liposuzione e persino le ginocchia.
Qualcuno entra, purtroppo le porte non hanno chiavi, nemmeno quelle delle camere da letto. La doccia è a vista, solo una tendina di plastica trasparente la divide dal resto del locale, dove sono stipati in un spazio abbastanza stretto, un lavandino, un water ed un bidé.
Dolcepiera non si accorge dell’intruso, il rumore della doccia e il canto la distraggono e l’abbondante vapore le preclude quasi del tutto la prospettiva sul resto della stanza. Lo sconosciuto la osserva per diversi secondi, immobile al centro del locale, poi la cantante chiude l’acqua e l’intruso si defila senza che lei se ne accorga.
Cabrini Mariozzo ha tentato di addormentarsi, subito a letto da buon atleta, ma Riccardo Magonza russa come un treno merci e non c’è verso di dormire. Le soluzioni che si presentano al ex calciatore sono molteplici, tra cui far diventare vittima uno che non lo è.
Invece il buon senso ha la meglio, come sempre. E allora si alza, si riveste ed esce dalla camera.
Il fatto è che non ha nemmeno tanto sonno, dopo il pranzo luculliano in cui, deve ammetterlo, un po’ ha esagerato. Si sente un po’ appesantito, saranno state le due aragoste o la mousse di gamberetti e panna?
Decide di perlustrare un po’ il castello. E’ vero che gli hanno sconsigliato di aggirarsi da solo tra le stanze, più che altro perché l’edificio è enorme e uno ci si può perdere, ma ormai lo sa, ne è stato testimone poco prima: le telecamere sono dappertutto, quindi, anche se dovesse perdersi, può sempre chiedere aiuto alla produzione, o no?
Si dirige dalla parte opposta da dove sono giunti dopo la cena, supera la cucina senza accorgersi della presenza di Miriano e va oltre. Trova una porta, spera non sia chiusa, ma è stato assicurato a tutti loro che nessuna porta è stata sbarrata e di stare attenti comunque ad entrare senza preavviso in stanza sconosciute del castello.
Mette una mano sulla maniglia e apre la porta.
L'Assassino: Kill the Reality Show (16)
Settimana 1 – Lunedì – Ore 0:33
1.
Su canale mammamia le immagine passano repentinamente da un concorrente all’altro, anche se indugiano spesso su Andina Morella e Carletta Miciona, d’altronde il regista di quel turno è un uomo. Osserva con occhio vigile tutti e 500 i teleschermi aiutato da 20 aiuto regista, sgranocchia una barretta energetica ai 1200 cereali e gli scappa la cacca. Ma non può andare, naturalmente, per le prossime cinque ore e mezza deve rimanere in console e cercare di catturare più scene interessanti possibili, anche se per quel che ha visto in quella mezz’ora, potrebbe anche bastare.
Fuori romba un tuono, la pioggia scende ancora copiosa, anche se l’intensità ha cominciato pian piano a scemare. L’acqua cade dalle canaline intorno al castello formando cascate che sembrano colonne d’acciaio fuso e si riversano sulla strada che porta a Vaccamelata, trasformatasi ormai in un impetuoso fiume.
All’interno del castello la voce delle intemperie sembra non arrivare, i concorrenti sono circondati da mura di pietra spesse 3 metri e pareti di cartongesso che isolano acusticamente l’ala est dell’edificio.
In cucina Florinda Ciorniona sta sorseggiando una tisana rilassante e nel mentre si studia le unghie e nota un’imperfezione su quella dell’indice sinistro. E’ davvero frustrante non avere le unghie perfette. I suoi pensieri vengono interrotti dall’arrivo di Miriano Biottelli in cerca di qualcosa di forte da buttar giù. Non la saluta nemmeno, ma si mette a rovistare negli scaffali.
“Cosa cerchi?” gli domanda.
Miriano sussulta, evidentemente non l’aveva vista, anche se era appostata su uno sgabello proprio di fronte a lui.
“Qualcosa di forte, tipo whisky, vodka, gin, insomma, qualcosa di alcolico.”
“Ho già rovistato io qua e là. Non c’è niente.”
“Sicura?”
Florinda alza le spalle. “Se non ti fidi, continua pure a cercare, perché credi che stia bevendo questo schifo di tisana.”
Miriano sospira e chiude lo sportello della credenza dove stava rovistando. “Ne è rimasta un po’?”
“Sei sicuro di volerla bere, sa di sciacquatura di piedi.”
“E allora perché la stai bevendo?”
“Perché pare abbia un potere rilassante.”
Miriano sogghigna, tira fuori una tazza dallo scolapiatti e si versa la tisana rimasta dal pentolino usato da Florinda.
“Bene, anch’io ho bisogno di rilassarmi.”
“Davvero? Non avrei mai creduto che potessi stressarti.”
Il poeta alza un sopracciglio, incuriosito dall’affermazione della casalinga.
“Come fai a dirlo? Non mi conosci nemmeno.”
“Ti ho visto spesso in televisione, sei stato ospite fisso di Fabrizio Scoranzo e sparavi le tue poesie insulse come se fossero caramelle al veleno.”
Miriano ride, rovesciandosi un po’ di tisana sul pizzetto. Effettivamente faceva veramente schifo e ormai era pure tiepida.
“Mi piace la sincerità, ma tu la usi troppo spesso come arma contundente e la tua verità la tieni nascosta. E’ facile attaccare la gente per non dover difendersi, vero?”
Florinda emette una risatina che ha dell’isterico. “Da quanto dici pare che anche tu abbia seguito le mie gesta televisive.”
“Sì, ed è strano che non ci siamo mai incontrati o scontrati come adesso.”
“In realtà non ho voglia di litigare, sono stanca.”
“Stiamo discutendo, per me litigare è un’altra cosa e anch’io sono stanco.”
Florinda si alza dalla sedia, sporgendosi quel tanto che basta per far vedere a Miriano tutto il panorama delle sue strepitose tette rifatte. Nonostante sia conscio di questo, non può non ammirare la maestria che il chirurgo plastico ha prodigato nel plasmarle a sfera perfetta. Indossa un vestito minuscolo, un tubino che le fascia perfettamente il corpo, lasciando spazio da un ampio spacco ed a una vasta scollatura. E’ po’ forte di fianchi e le gambe hanno visto tempi migliori, ma tutto sommato, per l’età che ha, non è niente male.
“Be’, qualsiasi cosa stessimo facendo, ora è finita,” conclude Florinda. “Me ne vado a letto. Buonanotte.”
“’Notte,” mormora Miriano, le osserva il retrotreno mentre sculetta via verso la sua stanza. Beve un altro sorso di tisana, ma con una smorfia disgustata risputa tutto nella tazza.
“Ah, che schifezza, nemmeno la sambuca con il latte fa così schifo.”
Butta via tutto nel lavandino e abbandona la tazza sul lavabo. Si rimette alla ricerca di qualcosa di forte, sicuro che la casalinga tettuta non abbia guardato bene dappertutto.
1.
Su canale mammamia le immagine passano repentinamente da un concorrente all’altro, anche se indugiano spesso su Andina Morella e Carletta Miciona, d’altronde il regista di quel turno è un uomo. Osserva con occhio vigile tutti e 500 i teleschermi aiutato da 20 aiuto regista, sgranocchia una barretta energetica ai 1200 cereali e gli scappa la cacca. Ma non può andare, naturalmente, per le prossime cinque ore e mezza deve rimanere in console e cercare di catturare più scene interessanti possibili, anche se per quel che ha visto in quella mezz’ora, potrebbe anche bastare.
Fuori romba un tuono, la pioggia scende ancora copiosa, anche se l’intensità ha cominciato pian piano a scemare. L’acqua cade dalle canaline intorno al castello formando cascate che sembrano colonne d’acciaio fuso e si riversano sulla strada che porta a Vaccamelata, trasformatasi ormai in un impetuoso fiume.
All’interno del castello la voce delle intemperie sembra non arrivare, i concorrenti sono circondati da mura di pietra spesse 3 metri e pareti di cartongesso che isolano acusticamente l’ala est dell’edificio.
In cucina Florinda Ciorniona sta sorseggiando una tisana rilassante e nel mentre si studia le unghie e nota un’imperfezione su quella dell’indice sinistro. E’ davvero frustrante non avere le unghie perfette. I suoi pensieri vengono interrotti dall’arrivo di Miriano Biottelli in cerca di qualcosa di forte da buttar giù. Non la saluta nemmeno, ma si mette a rovistare negli scaffali.
“Cosa cerchi?” gli domanda.
Miriano sussulta, evidentemente non l’aveva vista, anche se era appostata su uno sgabello proprio di fronte a lui.
“Qualcosa di forte, tipo whisky, vodka, gin, insomma, qualcosa di alcolico.”
“Ho già rovistato io qua e là. Non c’è niente.”
“Sicura?”
Florinda alza le spalle. “Se non ti fidi, continua pure a cercare, perché credi che stia bevendo questo schifo di tisana.”
Miriano sospira e chiude lo sportello della credenza dove stava rovistando. “Ne è rimasta un po’?”
“Sei sicuro di volerla bere, sa di sciacquatura di piedi.”
“E allora perché la stai bevendo?”
“Perché pare abbia un potere rilassante.”
Miriano sogghigna, tira fuori una tazza dallo scolapiatti e si versa la tisana rimasta dal pentolino usato da Florinda.
“Bene, anch’io ho bisogno di rilassarmi.”
“Davvero? Non avrei mai creduto che potessi stressarti.”
Il poeta alza un sopracciglio, incuriosito dall’affermazione della casalinga.
“Come fai a dirlo? Non mi conosci nemmeno.”
“Ti ho visto spesso in televisione, sei stato ospite fisso di Fabrizio Scoranzo e sparavi le tue poesie insulse come se fossero caramelle al veleno.”
Miriano ride, rovesciandosi un po’ di tisana sul pizzetto. Effettivamente faceva veramente schifo e ormai era pure tiepida.
“Mi piace la sincerità, ma tu la usi troppo spesso come arma contundente e la tua verità la tieni nascosta. E’ facile attaccare la gente per non dover difendersi, vero?”
Florinda emette una risatina che ha dell’isterico. “Da quanto dici pare che anche tu abbia seguito le mie gesta televisive.”
“Sì, ed è strano che non ci siamo mai incontrati o scontrati come adesso.”
“In realtà non ho voglia di litigare, sono stanca.”
“Stiamo discutendo, per me litigare è un’altra cosa e anch’io sono stanco.”
Florinda si alza dalla sedia, sporgendosi quel tanto che basta per far vedere a Miriano tutto il panorama delle sue strepitose tette rifatte. Nonostante sia conscio di questo, non può non ammirare la maestria che il chirurgo plastico ha prodigato nel plasmarle a sfera perfetta. Indossa un vestito minuscolo, un tubino che le fascia perfettamente il corpo, lasciando spazio da un ampio spacco ed a una vasta scollatura. E’ po’ forte di fianchi e le gambe hanno visto tempi migliori, ma tutto sommato, per l’età che ha, non è niente male.
“Be’, qualsiasi cosa stessimo facendo, ora è finita,” conclude Florinda. “Me ne vado a letto. Buonanotte.”
“’Notte,” mormora Miriano, le osserva il retrotreno mentre sculetta via verso la sua stanza. Beve un altro sorso di tisana, ma con una smorfia disgustata risputa tutto nella tazza.
“Ah, che schifezza, nemmeno la sambuca con il latte fa così schifo.”
Butta via tutto nel lavandino e abbandona la tazza sul lavabo. Si rimette alla ricerca di qualcosa di forte, sicuro che la casalinga tettuta non abbia guardato bene dappertutto.
L'Assassino: Kill the Reality Show (15)
Dario Abbracciapreti sta pensando che era meglio non partecipare a questo reality, ma ha firmato un contratto che gli pareva vantaggioso. Diecimila euro a settimana di permanenza non gli sembra poi tanto adesso, anche se quando ha firmato ha pensato all’aumento di popolarità che gli può dare il programma.
In fondo però i suoi libri vendono ormai bene, sta seduto su una pentola d’oro e forse non aveva bisogno di tutto questo.
Sospira, inutile piangere sul latte versato, tanto era andato a male. Ormai è dentro il castello e ci deve rimanere. Tira fuori dalla borsa i libri che si è portato da leggere; ha dovuto combattere parecchio con la produzione per avere il permesso di portarli e solo a condizione che li leggesse prima di coricarsi e non durante il giorno.
Li nasconde nel cassetto del comodino. Ha deciso che il primo che leggerà sarà Dieci Piccoli Indiani.
Paolina Nuvolara appena entrata in stanza ha posizionato un crocefisso sopra la porta. E’ stato facile puntellarlo al cartongesso. Il povero cristo che ci sta appeso sanguina da tutte le parti, ovviamente perché i Romani non sono stati tanto carini con lui. Gli ha sempre fatto tenerezza appeso a quella croce, ma crede solo in lui e non nella chiesa di cui una volta era serva fedele. Non sopporta più l’ipocrisia dell’istituzione, che pensa solo alla politica, al denaro e non a condurre i fedeli verso la verità.
Già, la verità. Ormai sono diversi anni che si interroga su quale sia il dio vero. Non che abbia perso la fede, sa che lassù c’è qualcuno che è dio di amore infinito, ma anche quella croce che sta appesa sulla porta ha quasi perso significato. Sa che Cristo esiste, non ha nessun dubbio, se non alla mattina presto prima del caffé. Ma la verità non è in una sola religione, perché la religione è creata dagli uomini, imperfetti per natura, e l’imperfetto non può capire la perfezione, quindi non può nemmeno conoscere la verità, ma solo parte di essa e travisarla.
Mimmo Portalanonna ha tirato fuori dalla valigia una bambola gonfiabile in plexigas che ha riempito di sabbia di Alberobello. Una volta zavorrata la bambola sta in piedi da sola, ma l’opera non è completata. Con sorprendente manualità, Mimmo fa apparire dal bagaglio anche un piedistallo e un’asta gommata che va subito a comporre. Prima di infilare l’asta nel piedistallo, monta nella maschiatura di ques’ultimo un sagomato gommoso al fine di rendere flessibile il movimento dell’asta.
Una volta conclusa tutta quanto l’operazione, monta l’asta e ne comprova la mobilità. Soddisfatto del risultato, prende la bambola gonfiabile e l’assicura all’asta. A questo punto si spoglia e rimane solamente in boxer. Il fisico è quello da muscolo nervoso palestrato con tanto di tartaruga al posto degli addominali.
Si piazza davanti alla bambola completamente nuda e comincia a bersagliarla di cazzotti e calci volanti. Il plexigas sembra resistere.
Marzia Giobolengo si sta limando le unghie dei piedi seduta sul letto. E’ un’operazione che la rilassa moltissimo, difatti ha ormai ben poco da limare, ma solo l’idea la fa sentire più tranquilla. E’ contenta perché gli pare di essere all’interno di un film e lei ama moltissimo i film, i film sono la sua vita, il suo pane quotidiano. Peccato che li dentro non potrà vederne nemmeno uno e, se dovesse restare fino alla fine, sarà dura.
Molti si discostano dalla realtà con delle droghe, con oggettistica varia, con libri o videogames; la sua droga sono i film. Alcuni, come ad esempio Via col Vento, li ha visti più di dieci volte e sa citarne intere scene a memoria.
Si abbandona sul cuscino del letto, butta giù la valigia semivuota con un calcio e cerca di dormire ripassando alcune scene di Frankenstein Junior.
Norberto Cigolla sta ballando un lento con una bambola gonfiabile simile in tutto e per tutto a quella di Mimmo Portalanonna, solo che questa è sgonfia e parecchio flaccida. Mentre la porta a passo di danza, Norberto canta are you lonesome tonight cercando di imitare il timbro di Elvis e tutto sommato gli riesce anche bene. Indossa una maglietta gialla con scritto in rosso mi piace la trippa e sotto e nudo, a parte un reggicalze di pizzo nero.
Arazza Marchina è sul pavimento e sta facendo la seconda serie di flessioni da 200 ripetizioni. E in canottiera e boxer verde militare, le braccia e le spalle sudate mulinano avanti e indietro con un ritmo impressionante, come se la donna non sentisse fatica.
Si potrebbe dire che è il suo modo di scaricare lo stress accumulato durante la trasmissione, ma lei preferisce pensare che lo fa per tenere vivo e allenato il corpo e la mente. Non è preoccupata per la nomination, perché sa che quando l’assassino verrà, semmai dovesse arrivare, lei sarà pronta e sarà lui ad essere eliminato.
In fondo però i suoi libri vendono ormai bene, sta seduto su una pentola d’oro e forse non aveva bisogno di tutto questo.
Sospira, inutile piangere sul latte versato, tanto era andato a male. Ormai è dentro il castello e ci deve rimanere. Tira fuori dalla borsa i libri che si è portato da leggere; ha dovuto combattere parecchio con la produzione per avere il permesso di portarli e solo a condizione che li leggesse prima di coricarsi e non durante il giorno.
Li nasconde nel cassetto del comodino. Ha deciso che il primo che leggerà sarà Dieci Piccoli Indiani.
Paolina Nuvolara appena entrata in stanza ha posizionato un crocefisso sopra la porta. E’ stato facile puntellarlo al cartongesso. Il povero cristo che ci sta appeso sanguina da tutte le parti, ovviamente perché i Romani non sono stati tanto carini con lui. Gli ha sempre fatto tenerezza appeso a quella croce, ma crede solo in lui e non nella chiesa di cui una volta era serva fedele. Non sopporta più l’ipocrisia dell’istituzione, che pensa solo alla politica, al denaro e non a condurre i fedeli verso la verità.
Già, la verità. Ormai sono diversi anni che si interroga su quale sia il dio vero. Non che abbia perso la fede, sa che lassù c’è qualcuno che è dio di amore infinito, ma anche quella croce che sta appesa sulla porta ha quasi perso significato. Sa che Cristo esiste, non ha nessun dubbio, se non alla mattina presto prima del caffé. Ma la verità non è in una sola religione, perché la religione è creata dagli uomini, imperfetti per natura, e l’imperfetto non può capire la perfezione, quindi non può nemmeno conoscere la verità, ma solo parte di essa e travisarla.
Mimmo Portalanonna ha tirato fuori dalla valigia una bambola gonfiabile in plexigas che ha riempito di sabbia di Alberobello. Una volta zavorrata la bambola sta in piedi da sola, ma l’opera non è completata. Con sorprendente manualità, Mimmo fa apparire dal bagaglio anche un piedistallo e un’asta gommata che va subito a comporre. Prima di infilare l’asta nel piedistallo, monta nella maschiatura di ques’ultimo un sagomato gommoso al fine di rendere flessibile il movimento dell’asta.
Una volta conclusa tutta quanto l’operazione, monta l’asta e ne comprova la mobilità. Soddisfatto del risultato, prende la bambola gonfiabile e l’assicura all’asta. A questo punto si spoglia e rimane solamente in boxer. Il fisico è quello da muscolo nervoso palestrato con tanto di tartaruga al posto degli addominali.
Si piazza davanti alla bambola completamente nuda e comincia a bersagliarla di cazzotti e calci volanti. Il plexigas sembra resistere.
Marzia Giobolengo si sta limando le unghie dei piedi seduta sul letto. E’ un’operazione che la rilassa moltissimo, difatti ha ormai ben poco da limare, ma solo l’idea la fa sentire più tranquilla. E’ contenta perché gli pare di essere all’interno di un film e lei ama moltissimo i film, i film sono la sua vita, il suo pane quotidiano. Peccato che li dentro non potrà vederne nemmeno uno e, se dovesse restare fino alla fine, sarà dura.
Molti si discostano dalla realtà con delle droghe, con oggettistica varia, con libri o videogames; la sua droga sono i film. Alcuni, come ad esempio Via col Vento, li ha visti più di dieci volte e sa citarne intere scene a memoria.
Si abbandona sul cuscino del letto, butta giù la valigia semivuota con un calcio e cerca di dormire ripassando alcune scene di Frankenstein Junior.
Norberto Cigolla sta ballando un lento con una bambola gonfiabile simile in tutto e per tutto a quella di Mimmo Portalanonna, solo che questa è sgonfia e parecchio flaccida. Mentre la porta a passo di danza, Norberto canta are you lonesome tonight cercando di imitare il timbro di Elvis e tutto sommato gli riesce anche bene. Indossa una maglietta gialla con scritto in rosso mi piace la trippa e sotto e nudo, a parte un reggicalze di pizzo nero.
Arazza Marchina è sul pavimento e sta facendo la seconda serie di flessioni da 200 ripetizioni. E in canottiera e boxer verde militare, le braccia e le spalle sudate mulinano avanti e indietro con un ritmo impressionante, come se la donna non sentisse fatica.
Si potrebbe dire che è il suo modo di scaricare lo stress accumulato durante la trasmissione, ma lei preferisce pensare che lo fa per tenere vivo e allenato il corpo e la mente. Non è preoccupata per la nomination, perché sa che quando l’assassino verrà, semmai dovesse arrivare, lei sarà pronta e sarà lui ad essere eliminato.
Una Poesia al Giorno (16)
Nidi di Vespe
(18 dicembre 2005)
Nidi di vespe
Nel carteggio oleato del salumiere
Nelle carte stregate del fattucchiere
Veleno ribollente
Cresce nelle vene del commediante
Nell'occhio indiscreto dell'amante
Rapida sale al centro del tuorlo
Cilindrico e perfetto
La scena vincente del reietto
Spade di amianto
Vicino al passo anelante del cuoco
Con colore acceso di rosso fuoco
Nidi di vespe
Sull'orlo del sarto
Nidi di vespe
Sul grigio di asfalto
(18 dicembre 2005)
Nidi di vespe
Nel carteggio oleato del salumiere
Nelle carte stregate del fattucchiere
Veleno ribollente
Cresce nelle vene del commediante
Nell'occhio indiscreto dell'amante
Rapida sale al centro del tuorlo
Cilindrico e perfetto
La scena vincente del reietto
Spade di amianto
Vicino al passo anelante del cuoco
Con colore acceso di rosso fuoco
Nidi di vespe
Sull'orlo del sarto
Nidi di vespe
Sul grigio di asfalto
L'Assassino: Kill the Reality Show (14)
Carletta Miciona si guarda allo specchio per circa venti minuti assumendo delle pose conturbanti. Si allena così oggi giorno cercando di capire qual è il suo profilo migliore e quale espressione del viso viene meglio in televisione. Si schiaccia un punto nero vicino al naso, poi si toglie la minigonna e rimane solo con il tanga. La microtelecamera per un momento sembra avere un corto circuito perché il regista non crede a quel che vede nel monitor 488, anche se si aspettava prima o poi qualcosa del genere. Segna immediatamente sul database che gestisce il riassunto giornaliero il numero della telecamera e l’ora.
Riccardo Magonza sta cantando mille giorni di te e di me tenendo in mano una banana come microfono. E’ sulla strofa “Ti presento un vecchio amico mio, in ricordo di meeeeee” e la spara a squarciagola, talmente forte che Cabrini Mariozzo dall’altra parte gli bussa sulla parete staccandone un pezzo.
Magonza non smette di cantare, ma abbassa un po’ il volume, tutto sommato non è nemmeno tanto stonato, ma di sicuro non potrebbe fare il cantante. E’ in mutande e la sua flaccidità di certo non finirà nella striscia quotidiana.
Miseria Pomposa sta rimirando un ananasso, ne osserva da vicino le scanalature, la perfetta simmetria delle sue forme geometriche, la fantastica esplosione delle verzura nella testa e desidera essere quel frutto nella sua semplice perfezione.
Vorrebbe scrivere queste impressioni sul taccuino che si è portata di nascosto da casa e che ha infilato nelle mutande, ma ha paura che la scoprano e che le portino via il suo prezioso strumento di lavoro. Anche la penna l’ha infilata nelle mutande, ma ho ora le da un po’ fastidio. Forse potrebbe andare in un dei bagni piccoli, forse lì nessuna telecamera la riprenderà.
Cabrini Mariozzo è malinconico, in quella stanza non c’è nemmeno una finestra, probabilmente in nessuna delle 16 stanze, ma questa cosa lo rende triste. Ama guardare il mondo, anche se probabilmente adesso non c’è proprio nulla da vedere perché piove a dirotto ed è notte.
Il tizio dall’altra parte poi fa un casino infernale, sta cantando una canzone che nemmeno conosce ed è irritante. Non si ricorda nemmeno come si chiama, vorrebbe comunque che la smettesse di fracassare i timpani. Allora tira due pugni decisi alla parete e un pezzo di cartongesso viene via. Mariozzo si trova a faccia a faccia con una telecamera che lo osserva per un attimo e poi scappa via nel vuoto pneumatico del muro.
“Mi dispiace,” mormorò l’ex calciatore, ma subito una squadra di tecnici sbuca dal nulla e in meno di dieci secondi rimette in sesto il muro. Come erano comparsi, gli omini riparatori spariscono nel buio con inquietante precisione. Il muro ora è di nuovo perfetto, ma Mariozzo è rimasto a bocca aperta a fissare il punto riparato.
Un conto è sapere di essere in un reality show, e sai che lì ci stanno le telecamere, ma scontrarsi con il nemico non è semplice, aver visto la telecamera scorrere nel suo habitat naturale e aver visto che gli agenti segreti sono sempre acquattati nell’ombra, un po’ inquieta. Perlomeno ora il tipo che cantava ha abbassato un po’ la voce. Cabrini però si sente a disagio e comunque non darà mai più pugni contro il muro, questo è sicuro.
Florinda Ciorniona è rimasta solo il tempo di un kleenex in camera da letto. Si è spostata immediatamente in cucina e sta cercando qualcosa di forte da buttare giù. Lei deve sempre apparire tutta di un pezzo, ma in realtà si sente fragile come un fuscello, ha bisogno di bere, ma in quella cazzo di cucina sembra ci sia solo succo al pompelmo, probabilmente uno degli sponsor della trasmissione.
La nomination l’ha scossa, anzicheno, ha fatto buon viso a cattivo gioco, o cattivo viso a buon gioco, chi lo sa, ma dentro sente turbinare la paura e la rabbia.
Mette un po’ a soqquadro tutto quanto ma l’unica cosa forte che trova è un grappolo d’aglio che puzza tremendamente. In un angolo di una mensola con nani pelosi trova una scatola di camomilla. Prende un pentolino, lo riempie d’acqua e si siede sconsolata al tavolo aspettando che la temperatura del gas porti il liquido in ebollizione.
Sospira. Sente il bisogno di una sigaretta. Improvviso, lancinante. Ha smesso di fumare 13 anni fa perché il suo dermatologo le ha confidato che faceva male alla pelle. Ma adesso non gli interessa una sega della pelle del viso, tanto si sta sfaldando comunque con l’età e il suo dermatologo era un coglione.
Probabilmente qualcuno dei concorrenti fuma e gli autori hanno allestito una saletta fumatori non lontano dalla zona dove soggiornano. Cercherà di sedurre con tutto lo charme a disposizione qualche fumatore per avere almeno un paio di sigarette, non è mai troppo tardi per ricominciare.
Alberigo Pastella sta osservando molto da vicino le pareti in cartongesso, si domanda che impatto possano avere sull’ambiente una volta smontate e distrutte. Come si smaltisce il cartongesso? E’ potenzialmente pericoloso per l’equilibrio della catena alimentare dell’opossum svizzero? Deve chiedere ai produttore e nel caso protestare, dovevano costruire le pareti con del materiale ecologicamente compatibile.
Si toglie gli occhiali in corno di tartaruga liuto, una specie ad alto rischio di estinzione, e se li pulisce sul maglione. Si siede sul letto e osserva il soffitto: delle crepe minuscole partono dall’angolo più a nord per diramarsi verso il centro, sembra un piccolo fiume con estuario a delta. Chissà se anche questo particolare è voluto o è il soffitto originale.
Andina Morella è in bagno, quello supermegagalattico, è dentro la vasca è sta facendo l’idromassaggio. E’ in costume da bagno, ma anche se si immergeva nuda non cambiava molto perché il tessuto indossato è veramente minimalista.
Tutte le inquadrature del regista in questo momento sono per lei, l’ascolto su canale mammamia è salito del 2,3% è questo solo perché ormai è passata la mezzanotte. Canta una canzone che conosce solo lei, ma è a beneficio del pubblico, una specie di lalala lala lala che non ha capo ne coda ma che è cantato con una spensieratezza fanciullesca che contrasta con i meloni bagnati che emergono di tanto in tanto dalla vasca.
Riccardo Magonza sta cantando mille giorni di te e di me tenendo in mano una banana come microfono. E’ sulla strofa “Ti presento un vecchio amico mio, in ricordo di meeeeee” e la spara a squarciagola, talmente forte che Cabrini Mariozzo dall’altra parte gli bussa sulla parete staccandone un pezzo.
Magonza non smette di cantare, ma abbassa un po’ il volume, tutto sommato non è nemmeno tanto stonato, ma di sicuro non potrebbe fare il cantante. E’ in mutande e la sua flaccidità di certo non finirà nella striscia quotidiana.
Miseria Pomposa sta rimirando un ananasso, ne osserva da vicino le scanalature, la perfetta simmetria delle sue forme geometriche, la fantastica esplosione delle verzura nella testa e desidera essere quel frutto nella sua semplice perfezione.
Vorrebbe scrivere queste impressioni sul taccuino che si è portata di nascosto da casa e che ha infilato nelle mutande, ma ha paura che la scoprano e che le portino via il suo prezioso strumento di lavoro. Anche la penna l’ha infilata nelle mutande, ma ho ora le da un po’ fastidio. Forse potrebbe andare in un dei bagni piccoli, forse lì nessuna telecamera la riprenderà.
Cabrini Mariozzo è malinconico, in quella stanza non c’è nemmeno una finestra, probabilmente in nessuna delle 16 stanze, ma questa cosa lo rende triste. Ama guardare il mondo, anche se probabilmente adesso non c’è proprio nulla da vedere perché piove a dirotto ed è notte.
Il tizio dall’altra parte poi fa un casino infernale, sta cantando una canzone che nemmeno conosce ed è irritante. Non si ricorda nemmeno come si chiama, vorrebbe comunque che la smettesse di fracassare i timpani. Allora tira due pugni decisi alla parete e un pezzo di cartongesso viene via. Mariozzo si trova a faccia a faccia con una telecamera che lo osserva per un attimo e poi scappa via nel vuoto pneumatico del muro.
“Mi dispiace,” mormorò l’ex calciatore, ma subito una squadra di tecnici sbuca dal nulla e in meno di dieci secondi rimette in sesto il muro. Come erano comparsi, gli omini riparatori spariscono nel buio con inquietante precisione. Il muro ora è di nuovo perfetto, ma Mariozzo è rimasto a bocca aperta a fissare il punto riparato.
Un conto è sapere di essere in un reality show, e sai che lì ci stanno le telecamere, ma scontrarsi con il nemico non è semplice, aver visto la telecamera scorrere nel suo habitat naturale e aver visto che gli agenti segreti sono sempre acquattati nell’ombra, un po’ inquieta. Perlomeno ora il tipo che cantava ha abbassato un po’ la voce. Cabrini però si sente a disagio e comunque non darà mai più pugni contro il muro, questo è sicuro.
Florinda Ciorniona è rimasta solo il tempo di un kleenex in camera da letto. Si è spostata immediatamente in cucina e sta cercando qualcosa di forte da buttare giù. Lei deve sempre apparire tutta di un pezzo, ma in realtà si sente fragile come un fuscello, ha bisogno di bere, ma in quella cazzo di cucina sembra ci sia solo succo al pompelmo, probabilmente uno degli sponsor della trasmissione.
La nomination l’ha scossa, anzicheno, ha fatto buon viso a cattivo gioco, o cattivo viso a buon gioco, chi lo sa, ma dentro sente turbinare la paura e la rabbia.
Mette un po’ a soqquadro tutto quanto ma l’unica cosa forte che trova è un grappolo d’aglio che puzza tremendamente. In un angolo di una mensola con nani pelosi trova una scatola di camomilla. Prende un pentolino, lo riempie d’acqua e si siede sconsolata al tavolo aspettando che la temperatura del gas porti il liquido in ebollizione.
Sospira. Sente il bisogno di una sigaretta. Improvviso, lancinante. Ha smesso di fumare 13 anni fa perché il suo dermatologo le ha confidato che faceva male alla pelle. Ma adesso non gli interessa una sega della pelle del viso, tanto si sta sfaldando comunque con l’età e il suo dermatologo era un coglione.
Probabilmente qualcuno dei concorrenti fuma e gli autori hanno allestito una saletta fumatori non lontano dalla zona dove soggiornano. Cercherà di sedurre con tutto lo charme a disposizione qualche fumatore per avere almeno un paio di sigarette, non è mai troppo tardi per ricominciare.
Alberigo Pastella sta osservando molto da vicino le pareti in cartongesso, si domanda che impatto possano avere sull’ambiente una volta smontate e distrutte. Come si smaltisce il cartongesso? E’ potenzialmente pericoloso per l’equilibrio della catena alimentare dell’opossum svizzero? Deve chiedere ai produttore e nel caso protestare, dovevano costruire le pareti con del materiale ecologicamente compatibile.
Si toglie gli occhiali in corno di tartaruga liuto, una specie ad alto rischio di estinzione, e se li pulisce sul maglione. Si siede sul letto e osserva il soffitto: delle crepe minuscole partono dall’angolo più a nord per diramarsi verso il centro, sembra un piccolo fiume con estuario a delta. Chissà se anche questo particolare è voluto o è il soffitto originale.
Andina Morella è in bagno, quello supermegagalattico, è dentro la vasca è sta facendo l’idromassaggio. E’ in costume da bagno, ma anche se si immergeva nuda non cambiava molto perché il tessuto indossato è veramente minimalista.
Tutte le inquadrature del regista in questo momento sono per lei, l’ascolto su canale mammamia è salito del 2,3% è questo solo perché ormai è passata la mezzanotte. Canta una canzone che conosce solo lei, ma è a beneficio del pubblico, una specie di lalala lala lala che non ha capo ne coda ma che è cantato con una spensieratezza fanciullesca che contrasta con i meloni bagnati che emergono di tanto in tanto dalla vasca.
Daniele Bonfanti (3)
Sabato sono tornato a trovare l'amico e collega scrittore Daniele Bonfanti.
Dopo una breve ma simpatica litigata con la sua vicina di casa per il parcheggio, ho fatto la conoscenza di Hyram ed Emiurgo, altri due pazzi che come il sottoscritto amano scribacchiare qualcosa ogni tanto.
Poi tutti davanti al bivacco costruito con pietre a guardare Daniele che rigirava costine succulente e tranci di pancetta grandi come il mio pugno mentre due gatti si divertivano un mondo a copulare a pochi passi da noi.
E' stato bello. Soprattutto il momento in cui ci siamo sbranati le costine in meno di dieci minuti, il tutto annaffiato da un buon vino rosso.
Abbiamo parlato di tante cose. Libri, film, progetti attuali e futuri e c'è stato pure un momento dedicato alla console wii. Il sottoscritto è stato stracciato in tutte le specialità, tranne nel tennis dove ho battuto gli altri due (Daniele no, perché giocava in casa ed era troppo skillato)
Domenica prossima a Roma, per conoscere buona parte del gruppo XII e altri scrittori/poeti che si sono aggregati al progetto.
Dopo una breve ma simpatica litigata con la sua vicina di casa per il parcheggio, ho fatto la conoscenza di Hyram ed Emiurgo, altri due pazzi che come il sottoscritto amano scribacchiare qualcosa ogni tanto.
Poi tutti davanti al bivacco costruito con pietre a guardare Daniele che rigirava costine succulente e tranci di pancetta grandi come il mio pugno mentre due gatti si divertivano un mondo a copulare a pochi passi da noi.
E' stato bello. Soprattutto il momento in cui ci siamo sbranati le costine in meno di dieci minuti, il tutto annaffiato da un buon vino rosso.
Abbiamo parlato di tante cose. Libri, film, progetti attuali e futuri e c'è stato pure un momento dedicato alla console wii. Il sottoscritto è stato stracciato in tutte le specialità, tranne nel tennis dove ho battuto gli altri due (Daniele no, perché giocava in casa ed era troppo skillato)
Domenica prossima a Roma, per conoscere buona parte del gruppo XII e altri scrittori/poeti che si sono aggregati al progetto.
Una Poesia al Giorno (15)
Germogli di Sogno
(22 dicembre 2005)
Rapida successione di colpi inferti
Il corpo esprime concetti astratti
La vita spreme nuovi nomi
Attendi sulla riva i tuoi difetti
Ciò che il mondo crea perfetti
Bambina dagli occhi di vetro
Non parlarmi di ali di farfalla
Non sento, non torno più indietro
Non riesco a rimanere a galla
Il cuore rintocca germogli di sogno
(22 dicembre 2005)
Rapida successione di colpi inferti
Il corpo esprime concetti astratti
La vita spreme nuovi nomi
Attendi sulla riva i tuoi difetti
Ciò che il mondo crea perfetti
Bambina dagli occhi di vetro
Non parlarmi di ali di farfalla
Non sento, non torno più indietro
Non riesco a rimanere a galla
Il cuore rintocca germogli di sogno
L'Assassino: Kill the Reality Show (13)
Settimana 1 – Lunedì – Ore 0:12
1.
I 16 partecipanti al gioco arrivano presso la torre del Drago e vengono smistati verso le loro stanze. Il castello di Vaccamelata è talmente vasto che 4 sale di quest’ala sono state trasformate in camere da letto. Nel centro della zona notte è stato costruito un locale bagno enorme con vasca idromassaggio e zona sauna. Ai quattro lati invece sono stati allestiti dei piccoli servizi per le emergenze notturne, ma comunque anche in questi ci si può lavare.
Oltre questa zona è stata allestita una zona giorno, consistente in un soggiorno colmo di divani e poche altre amenità, una cucina e una sala da pranzo. In realtà la cucina serve solo per la colazione e per i piccoli spuntini, perché i concorrenti verranno sempre serviti da Beluga, mentre in cucina ci sarà il sommo cuoco Arturo “sedanolesso” Pampieri, assistito da due avvenenti aiutanti in abiti succinti. Naturalmente i concorrenti sono liberi di girare per tutti il castello, hanno firmato una liberatoria e se si infilano in qualche segreta o in qualche trappola sono affari loro. Anzi, meglio, ne giova lo spettacolo, anche perché comunque, dovesse succedere qualcosa di grave ci sono sempre degli impazienti riserve pronte ad entrare.
Quando i partecipanti entrano nelle stanze trovano i loro bagagli appoggiati sul letto, un vassoio di frutta fresca sul comò e appesi ai muri varie armi a fare da cornice un po’ tetra all’atmosfera quasi romantica del castello. Ci sono mazze ferrate, asce cornute, mannaie, sciabole, fruste a nove code e senza coda e persino un frullatore nove velocità che può leggere gli mp3.
Chi di loro sa di essere l’assassino? Il compito non è facile. Quale di quelle armi userà per eliminare la vittima? Oppure cercherà di usare qualcosa di più sofisticato, come del veleno o un aspirapolvere verticale?
Miriano Biottelli le rimira per un attimo quelle armi appese alla parete, non che le ami particolarmente, ma ha sempre ammirato chi ha maestria nel padroneggiarle e soprattutto il senso di potere che da impugnarne una. Vorrebbe salire sul comò con gli ananassi e le banane in bella mostra e tirare giù la mazza ferrata per sentire cosa si prova a tenerla in mano, ma desiste, non se la sente con la sua massa di salire sopra il mobile. Chissà come sono costruiti, hanno l’aria di essere solidi, ma magari sono in cartongesso come tutto il resto.
Apre la valigia, tira fuori solo l’essenziale e poi la butta dentro un armadio che sembra in noce ma in realtà è di plastica riciclata. Si guarda nello specchio a lato dell’armadio. Gli sembra di avere gli occhi iniettati di sangue e l’aria un po’ stanca. D’altronde ha appena viaggiato su aereo in condizioni meteorologiche pessime e ha subito ben 3 ore di diretta televisiva.
Vorrebbe farsi una doccia, ma chissà quanti altri concorrenti come lui hanno avuto lo stessa idea e quindi pensa di rimandare alla mattina. Sente il bisogno di urinare e di bere qualcosa di forte. Si passa una mano sulla faccia ed esce dalla camera.
Lui non lo sa, ma una microtelecamera lo segue sempre, oltre naturalmente a tutte quelle installate nei muri e sul soffitto, persino dietro i quadri e dentro le statue. Tutto il castello è stato munito di quasi cinquecento telecamere senza contare le 16 micro che attimo dopo attimo seguono tutti i concorrenti.
Dolcepiera sta sistemando con cura tutto il suo guardaroba riponendo sugli appendiabiti tutte le camicette e i pantaloni e nei cassetti gli indumenti intimi e i maglioni. Non ha nemmeno guardato le armi appese alle pareti, a lei interessano solo i pianoforti o al massimo qualche chitarra acustica.
Appena entrata nella stanza ha subito sbucciato una banana e l’ha trangugiata in tre bocconi famelici, nonostante il reale banchetto a cui ha partecipato poche ore prima. Lei è fatta così, appena è un sotto pressione deve divorare quintali di cibo per calmarsi. Riesce a smaltire tutto grazie alla giovane età e ad un metabolismo da mosca fornicatrice.
Al contrario di Miriano non vede l’ora di farsi una bella doccia o magari un bagno, ma teme che la vasca con idromassaggio, l’unica per sedici persone, sia già stata occupata da qualcun altro. Pazienza, andrà in uno dei quattro bagni laterali e starà sotto l’acqua bollente per un bel po’.
Gerbio “Mazzadifuoco” Barbani appena entrato nella stanza, ha spostato la valigia e si è sdraiato sul letto. Ha una fastidiosa emicrania che gli parte dall’occhio sinistro e gli prende tutto l’emisfero fino ad arrivare al cervelletto. Vorrebbe chiedere un analgesico a qualcuno della produzione, ma pensa che magari stendendosi un po’ il mal di testa si attenuerà. Invece continua a pulsare fastidiosamente, a ritmo cardiaco.
Sente già l’arrivo della crisi di astinenza da videogioco. Lo sa, conosce bene il suo profilo psicologico: appena si allontana dai suoi quattro pc in lan si sente perduto, come se gli mancasse una parte del corpo. Sa bene che dopo una settimana circa questa crisi comincia a passare e si trasforma in nostalgia, ma adesso vorrebbe veramente rilassarsi smanettando, magari qualcosa di poco stressante, tipo una partita a Rome Total War con il mod total realism, per esempio. Con il mal di testa non è bello giocare online, magari a Counterstrike.
Si passa le mani sulla faccia, chiude gli occhi e cerca di dormire, naturalmente senza cambiarsi d’abito com’è solito fare nella vita quotidiana.
1.
I 16 partecipanti al gioco arrivano presso la torre del Drago e vengono smistati verso le loro stanze. Il castello di Vaccamelata è talmente vasto che 4 sale di quest’ala sono state trasformate in camere da letto. Nel centro della zona notte è stato costruito un locale bagno enorme con vasca idromassaggio e zona sauna. Ai quattro lati invece sono stati allestiti dei piccoli servizi per le emergenze notturne, ma comunque anche in questi ci si può lavare.
Oltre questa zona è stata allestita una zona giorno, consistente in un soggiorno colmo di divani e poche altre amenità, una cucina e una sala da pranzo. In realtà la cucina serve solo per la colazione e per i piccoli spuntini, perché i concorrenti verranno sempre serviti da Beluga, mentre in cucina ci sarà il sommo cuoco Arturo “sedanolesso” Pampieri, assistito da due avvenenti aiutanti in abiti succinti. Naturalmente i concorrenti sono liberi di girare per tutti il castello, hanno firmato una liberatoria e se si infilano in qualche segreta o in qualche trappola sono affari loro. Anzi, meglio, ne giova lo spettacolo, anche perché comunque, dovesse succedere qualcosa di grave ci sono sempre degli impazienti riserve pronte ad entrare.
Quando i partecipanti entrano nelle stanze trovano i loro bagagli appoggiati sul letto, un vassoio di frutta fresca sul comò e appesi ai muri varie armi a fare da cornice un po’ tetra all’atmosfera quasi romantica del castello. Ci sono mazze ferrate, asce cornute, mannaie, sciabole, fruste a nove code e senza coda e persino un frullatore nove velocità che può leggere gli mp3.
Chi di loro sa di essere l’assassino? Il compito non è facile. Quale di quelle armi userà per eliminare la vittima? Oppure cercherà di usare qualcosa di più sofisticato, come del veleno o un aspirapolvere verticale?
Miriano Biottelli le rimira per un attimo quelle armi appese alla parete, non che le ami particolarmente, ma ha sempre ammirato chi ha maestria nel padroneggiarle e soprattutto il senso di potere che da impugnarne una. Vorrebbe salire sul comò con gli ananassi e le banane in bella mostra e tirare giù la mazza ferrata per sentire cosa si prova a tenerla in mano, ma desiste, non se la sente con la sua massa di salire sopra il mobile. Chissà come sono costruiti, hanno l’aria di essere solidi, ma magari sono in cartongesso come tutto il resto.
Apre la valigia, tira fuori solo l’essenziale e poi la butta dentro un armadio che sembra in noce ma in realtà è di plastica riciclata. Si guarda nello specchio a lato dell’armadio. Gli sembra di avere gli occhi iniettati di sangue e l’aria un po’ stanca. D’altronde ha appena viaggiato su aereo in condizioni meteorologiche pessime e ha subito ben 3 ore di diretta televisiva.
Vorrebbe farsi una doccia, ma chissà quanti altri concorrenti come lui hanno avuto lo stessa idea e quindi pensa di rimandare alla mattina. Sente il bisogno di urinare e di bere qualcosa di forte. Si passa una mano sulla faccia ed esce dalla camera.
Lui non lo sa, ma una microtelecamera lo segue sempre, oltre naturalmente a tutte quelle installate nei muri e sul soffitto, persino dietro i quadri e dentro le statue. Tutto il castello è stato munito di quasi cinquecento telecamere senza contare le 16 micro che attimo dopo attimo seguono tutti i concorrenti.
Dolcepiera sta sistemando con cura tutto il suo guardaroba riponendo sugli appendiabiti tutte le camicette e i pantaloni e nei cassetti gli indumenti intimi e i maglioni. Non ha nemmeno guardato le armi appese alle pareti, a lei interessano solo i pianoforti o al massimo qualche chitarra acustica.
Appena entrata nella stanza ha subito sbucciato una banana e l’ha trangugiata in tre bocconi famelici, nonostante il reale banchetto a cui ha partecipato poche ore prima. Lei è fatta così, appena è un sotto pressione deve divorare quintali di cibo per calmarsi. Riesce a smaltire tutto grazie alla giovane età e ad un metabolismo da mosca fornicatrice.
Al contrario di Miriano non vede l’ora di farsi una bella doccia o magari un bagno, ma teme che la vasca con idromassaggio, l’unica per sedici persone, sia già stata occupata da qualcun altro. Pazienza, andrà in uno dei quattro bagni laterali e starà sotto l’acqua bollente per un bel po’.
Gerbio “Mazzadifuoco” Barbani appena entrato nella stanza, ha spostato la valigia e si è sdraiato sul letto. Ha una fastidiosa emicrania che gli parte dall’occhio sinistro e gli prende tutto l’emisfero fino ad arrivare al cervelletto. Vorrebbe chiedere un analgesico a qualcuno della produzione, ma pensa che magari stendendosi un po’ il mal di testa si attenuerà. Invece continua a pulsare fastidiosamente, a ritmo cardiaco.
Sente già l’arrivo della crisi di astinenza da videogioco. Lo sa, conosce bene il suo profilo psicologico: appena si allontana dai suoi quattro pc in lan si sente perduto, come se gli mancasse una parte del corpo. Sa bene che dopo una settimana circa questa crisi comincia a passare e si trasforma in nostalgia, ma adesso vorrebbe veramente rilassarsi smanettando, magari qualcosa di poco stressante, tipo una partita a Rome Total War con il mod total realism, per esempio. Con il mal di testa non è bello giocare online, magari a Counterstrike.
Si passa le mani sulla faccia, chiude gli occhi e cerca di dormire, naturalmente senza cambiarsi d’abito com’è solito fare nella vita quotidiana.
Una Poesia al Giorno (14)
Ricordi?
(13 novembre 2005)
Ricordi la finestra sul lago?
Quel sciabordare perenne
Rimbombava per la casa
Si intravedeva la montagna
E la neve candida abbagliava
Ricordi l'assassino sulla barca?
Mostrava i canini insanguinati
E' esploso dalla finestra
E i coriandoli di vetro sui capelli
La sua pelle era trasparente
Ricordi la tua morte gioiosa?
Lui ha lanciato i suoi coltelli
Lacerandoti la carne come budino
Il sangue verde sul pavimento
E una sensazione di smarrimento
Ora fai parte della struttura
Alberghi nel legno della baita
E sussurri parole di amore
Ai nuovi ospiti della pianura
(13 novembre 2005)
Ricordi la finestra sul lago?
Quel sciabordare perenne
Rimbombava per la casa
Si intravedeva la montagna
E la neve candida abbagliava
Ricordi l'assassino sulla barca?
Mostrava i canini insanguinati
E' esploso dalla finestra
E i coriandoli di vetro sui capelli
La sua pelle era trasparente
Ricordi la tua morte gioiosa?
Lui ha lanciato i suoi coltelli
Lacerandoti la carne come budino
Il sangue verde sul pavimento
E una sensazione di smarrimento
Ora fai parte della struttura
Alberghi nel legno della baita
E sussurri parole di amore
Ai nuovi ospiti della pianura
L'Assassino: Kill the Reality Show (12)
12.
Per arrivare nella biblioteca i concorrenti passano nella sala della corona, alle pareti enormi arazzi molto antichi, riproduzioni degli originali. La sala è pressoché vuota, fatta eccezione per qualche scranno in quercia e un tavolo tarlato che ha visto giorni migliori. Sono gli unici mobili originali presenti nella stanza e in quasi tutto il castello, a dire la verità.
Dalla Sala della Corona si passa ad un’altra stanza più piccola che fa da preingresso alla sala da ballo, qui sono presenti solo due quadri con scene di caccia, in uno però c’è un particolare: un nano nudo che urina contro un albero.
Percorrendo buona parte della parete meridionale di questa stanza, chiamata sala delle orchidee, si giunge finalmente in biblioteca. E’ grande, quasi quanto la sala dei banchetti. Ci sono scaffali alti tre metri, colmi di libri dal pavimento al soffitto. E’ una specie di labirinto, disposto per generi. Ce n’è per tutti i gusti: dalla fantascienza ai libretti delle opere più famose. Al centro di questa stanza c’è una saletta di lettura ed è lì che è stata posizionata la statua di Jack.
L’odore è di pagine ammuffite, di polvere e di antico, quella fragranza tra il muschiato e l’odor di tomba che è prerogativa dei muri di pietra attaccati dal tempo. I concorrenti passano tra scaffali di libri ingialliti e tomi che devono pesare più di un neonato di sei mesi e finalmente entrano nella saletta di lettura.
Jack è lì, in un tutta la sua magnificenza. La statua è una riproduzione perfetta, sembra viva da quanto è stata realizzata egregiamente. Andina Morella lancia persino un gridolino di paura nel vederlo e per aggiungere terrore all’inquietudine, Jack parla e pronuncia in tono spettrale il nome del primo concorrente: Miriano Biottelli. La statua si anima, fa un giro di valzer e poi nella mano sinistra appare una busta insanguinata.
Carletta Miciona sviene tra le braccia di Dario Abbracciapreti, Norberto Cigolla tenta di scappare via, subito placcato da un servo di scena e a Florinda Ciorniona fischia la dentiera.
Miriano Biottelli, con una certa presenza di spirito, si avvicina alla statua e preleva la sua busta. Tutti si aspettano che succeda qualcosa di truculento, tipo che la statua sfoderi una mannaia e tranci di netto un braccio a Miriano, ma non accade nulla e il concorrente può esaminare tranquillo il contenuto della busta.
E poi via, ad uno ad uno i concorrenti vengo chiamati dalla voce sepolcrale di Jack, che ad ogni annuncio fa un balletto diverso. Escono uno dopo l’altro dalla saletta di lettura ed esaminano lontano da occhi indiscreti il contenuto della loro busta.
Le telecamere cercano di carpire qualche espressione rivelatrice ma i concorrenti sono bravi a fingere oppure a nascondersi in angoli bui della biblioteca. Dario Abbracciapreti invece esamina i titoli della fila romanzi d’avventura e sorride.
La scena ritorna in studio, Donaldo guardo con intensità la telecamera cercando di far apparire tutta la sua intelligenza, ma è un tentativo disperato.
“Chi sarà l’assassino? Quando colpirà? Chi sarà la vittima designata? Queste domande vi tengono inchiodati alla sedia, lo immagino. Ma adesso vediamo cosa ne pensano i nostri opinionisti.”
Finalmente gli ospiti della serata vengono interpellati. Come al solito Bruno Campese è logorroico e cerca di esporre argomentazioni brillanti, ma Donaldo dopo un po’ lo censura. Ludmilla la butta sulla religione e lui cerca di sviare, passando la palla a Stanislao. Il balenottero fa uno sbadiglio fenomenale in cui si intravede l’esofago e poi spara una serie di frasi di cui nessuno capisce il senso. Infine Marianna Martika conclude asserendo che comunque Mimmo Portalanonna, anche se vittima, è un gran bonazzo e spera che non venga eliminato.
Dopo l’intervento degli opinionisti, la scena ritorna al castello. I concorrenti stanno tornando dalla biblioteca verso la Grande Sala dove le tre vittime stanno aspettando. Ora tra loro si annida l’assassino, pronto ad uccidere una delle tre, a sua discrezione.
Le telecamere inquadrano dall’alto l’entrata trionfale dei tredici potenziali assassini, tutti sorridono, o perlomeno tentano di farlo, in alcuni casi il risultato è inquietante, ma nessuno di loro lascia trapelare il minimo indizio.
Non appena si sono sistemati alle beneemeglio, Donaldo torna a parlare come se fosse uno spettro aleggiante nel castello.
“Bene, ora tra vi voi si aggira l’assassino, nessuno di noi sa chi sia, certo, nei prossimi giorni potreste sospettarlo, ma solo lui e pochi autori conoscono la sua identità. Nemmeno io la conosco.
Vittime, concorrenti, assassino. E’ giunto il momento di ritirarvi nelle vostre stanze, in quelle che saranno per alcuni di voi dimora per diverse settimane. Beluga, il vostro maggiordomo per tutta la durata del gioco, vi accompagnerà nell’ala del castello dove sono state allestite le vostre stanze.
Io vi saluto e vi do appuntamento a domenica prossima, quando si avranno i primi responsi del gioco. Un saluto a tutti!”
Tutti salutano con entusiasmo, Beluga, con espressione immutata e senza dire una sillaba, si incammina verso l’ala est del castello. I concorrenti, loro malgrado, devono seguirlo, anche perché senza la sua guida si perderebbero.
Le telecamere tornano in studio, ovviamente sulla faccia supertelevisiva di Donaldo. Stanislao si sta scaccolando con indifferenza e quindi la panoramica successiva sugli ospiti salta nettamente lui e indugia sulla scollatura di Martina, dopodichè ritorna al conduttore.
“Bene, è giunto il momento di salutarci. Grazie per averci seguito. Vi ricordo che su canalemammamia potrete seguire 24 ore su 24 quel che accade nel castello di Vaccamelata e che sulla nostra rete, a partire da domani, ogni giorno alle 18 potrete vedere la striscia quotidiana dedicata.
Ok, con questo concludo augurando la buonanotte a tutti!”
Parte la sigla, gli ospiti salutano con le mani e con gran sorriso, il pubblico applaude in plastica posa.
Dopo 2 minuti netti di sigla, parte la pubblicità.
Per arrivare nella biblioteca i concorrenti passano nella sala della corona, alle pareti enormi arazzi molto antichi, riproduzioni degli originali. La sala è pressoché vuota, fatta eccezione per qualche scranno in quercia e un tavolo tarlato che ha visto giorni migliori. Sono gli unici mobili originali presenti nella stanza e in quasi tutto il castello, a dire la verità.
Dalla Sala della Corona si passa ad un’altra stanza più piccola che fa da preingresso alla sala da ballo, qui sono presenti solo due quadri con scene di caccia, in uno però c’è un particolare: un nano nudo che urina contro un albero.
Percorrendo buona parte della parete meridionale di questa stanza, chiamata sala delle orchidee, si giunge finalmente in biblioteca. E’ grande, quasi quanto la sala dei banchetti. Ci sono scaffali alti tre metri, colmi di libri dal pavimento al soffitto. E’ una specie di labirinto, disposto per generi. Ce n’è per tutti i gusti: dalla fantascienza ai libretti delle opere più famose. Al centro di questa stanza c’è una saletta di lettura ed è lì che è stata posizionata la statua di Jack.
L’odore è di pagine ammuffite, di polvere e di antico, quella fragranza tra il muschiato e l’odor di tomba che è prerogativa dei muri di pietra attaccati dal tempo. I concorrenti passano tra scaffali di libri ingialliti e tomi che devono pesare più di un neonato di sei mesi e finalmente entrano nella saletta di lettura.
Jack è lì, in un tutta la sua magnificenza. La statua è una riproduzione perfetta, sembra viva da quanto è stata realizzata egregiamente. Andina Morella lancia persino un gridolino di paura nel vederlo e per aggiungere terrore all’inquietudine, Jack parla e pronuncia in tono spettrale il nome del primo concorrente: Miriano Biottelli. La statua si anima, fa un giro di valzer e poi nella mano sinistra appare una busta insanguinata.
Carletta Miciona sviene tra le braccia di Dario Abbracciapreti, Norberto Cigolla tenta di scappare via, subito placcato da un servo di scena e a Florinda Ciorniona fischia la dentiera.
Miriano Biottelli, con una certa presenza di spirito, si avvicina alla statua e preleva la sua busta. Tutti si aspettano che succeda qualcosa di truculento, tipo che la statua sfoderi una mannaia e tranci di netto un braccio a Miriano, ma non accade nulla e il concorrente può esaminare tranquillo il contenuto della busta.
E poi via, ad uno ad uno i concorrenti vengo chiamati dalla voce sepolcrale di Jack, che ad ogni annuncio fa un balletto diverso. Escono uno dopo l’altro dalla saletta di lettura ed esaminano lontano da occhi indiscreti il contenuto della loro busta.
Le telecamere cercano di carpire qualche espressione rivelatrice ma i concorrenti sono bravi a fingere oppure a nascondersi in angoli bui della biblioteca. Dario Abbracciapreti invece esamina i titoli della fila romanzi d’avventura e sorride.
La scena ritorna in studio, Donaldo guardo con intensità la telecamera cercando di far apparire tutta la sua intelligenza, ma è un tentativo disperato.
“Chi sarà l’assassino? Quando colpirà? Chi sarà la vittima designata? Queste domande vi tengono inchiodati alla sedia, lo immagino. Ma adesso vediamo cosa ne pensano i nostri opinionisti.”
Finalmente gli ospiti della serata vengono interpellati. Come al solito Bruno Campese è logorroico e cerca di esporre argomentazioni brillanti, ma Donaldo dopo un po’ lo censura. Ludmilla la butta sulla religione e lui cerca di sviare, passando la palla a Stanislao. Il balenottero fa uno sbadiglio fenomenale in cui si intravede l’esofago e poi spara una serie di frasi di cui nessuno capisce il senso. Infine Marianna Martika conclude asserendo che comunque Mimmo Portalanonna, anche se vittima, è un gran bonazzo e spera che non venga eliminato.
Dopo l’intervento degli opinionisti, la scena ritorna al castello. I concorrenti stanno tornando dalla biblioteca verso la Grande Sala dove le tre vittime stanno aspettando. Ora tra loro si annida l’assassino, pronto ad uccidere una delle tre, a sua discrezione.
Le telecamere inquadrano dall’alto l’entrata trionfale dei tredici potenziali assassini, tutti sorridono, o perlomeno tentano di farlo, in alcuni casi il risultato è inquietante, ma nessuno di loro lascia trapelare il minimo indizio.
Non appena si sono sistemati alle beneemeglio, Donaldo torna a parlare come se fosse uno spettro aleggiante nel castello.
“Bene, ora tra vi voi si aggira l’assassino, nessuno di noi sa chi sia, certo, nei prossimi giorni potreste sospettarlo, ma solo lui e pochi autori conoscono la sua identità. Nemmeno io la conosco.
Vittime, concorrenti, assassino. E’ giunto il momento di ritirarvi nelle vostre stanze, in quelle che saranno per alcuni di voi dimora per diverse settimane. Beluga, il vostro maggiordomo per tutta la durata del gioco, vi accompagnerà nell’ala del castello dove sono state allestite le vostre stanze.
Io vi saluto e vi do appuntamento a domenica prossima, quando si avranno i primi responsi del gioco. Un saluto a tutti!”
Tutti salutano con entusiasmo, Beluga, con espressione immutata e senza dire una sillaba, si incammina verso l’ala est del castello. I concorrenti, loro malgrado, devono seguirlo, anche perché senza la sua guida si perderebbero.
Le telecamere tornano in studio, ovviamente sulla faccia supertelevisiva di Donaldo. Stanislao si sta scaccolando con indifferenza e quindi la panoramica successiva sugli ospiti salta nettamente lui e indugia sulla scollatura di Martina, dopodichè ritorna al conduttore.
“Bene, è giunto il momento di salutarci. Grazie per averci seguito. Vi ricordo che su canalemammamia potrete seguire 24 ore su 24 quel che accade nel castello di Vaccamelata e che sulla nostra rete, a partire da domani, ogni giorno alle 18 potrete vedere la striscia quotidiana dedicata.
Ok, con questo concludo augurando la buonanotte a tutti!”
Parte la sigla, gli ospiti salutano con le mani e con gran sorriso, il pubblico applaude in plastica posa.
Dopo 2 minuti netti di sigla, parte la pubblicità.
Una Poesia al Giorno (13)
Tritacarne
(09 novembre 2005)
Il tritacarne si è inceppato
Carolina, smontalo e assestalo
Non credere sia neve quella che scende
Sono muscoli rifatti senza cuore
Ho imbrattato il tavolo
Sembra una lastra di nervi affiorati
Luoghi comuni e segni tangibili
Il nostro sogno si è disciolto
Immerso in una soluzione acida
Carolina, tiramelo in faccia
Così che possa apprezzarne il peso
Così che i miei tratti siano ridisegnati
Non avere paura del folletto
Ho già firmato la mia condanna
E' inutile bestemmiargli contro
Infilalo nel tritacarne
(09 novembre 2005)
Il tritacarne si è inceppato
Carolina, smontalo e assestalo
Non credere sia neve quella che scende
Sono muscoli rifatti senza cuore
Ho imbrattato il tavolo
Sembra una lastra di nervi affiorati
Luoghi comuni e segni tangibili
Il nostro sogno si è disciolto
Immerso in una soluzione acida
Carolina, tiramelo in faccia
Così che possa apprezzarne il peso
Così che i miei tratti siano ridisegnati
Non avere paura del folletto
Ho già firmato la mia condanna
E' inutile bestemmiargli contro
Infilalo nel tritacarne
M.A.CA.P. (3)
... e vogliamo parlare delle forze di polizia?
Tutti i reparti assegnati alla sicurezza negli stadi andrebbero ricollocati per altri incarichi.
Non sto certo qui ad elencarvi i problemi su cui potrebbero focalizzarsi maggiormente le forze dell'ordine, ma diciamo, non so, tipo lotta alla criminilità organizzata, a partire dallo spaccio di stupefacenti e a quelli che si sparano fra di loro ma ogni tanto uccidono anche qualche passante innocente.
E ci sarebbero altri 1000 esempi.
Inoltre dopo due anni di epurazione del calcio, il contingente di sicurezza sarebbe comunque minore rispetto ai battaglioni attuali.
Tutti i reparti assegnati alla sicurezza negli stadi andrebbero ricollocati per altri incarichi.
Non sto certo qui ad elencarvi i problemi su cui potrebbero focalizzarsi maggiormente le forze dell'ordine, ma diciamo, non so, tipo lotta alla criminilità organizzata, a partire dallo spaccio di stupefacenti e a quelli che si sparano fra di loro ma ogni tanto uccidono anche qualche passante innocente.
E ci sarebbero altri 1000 esempi.
Inoltre dopo due anni di epurazione del calcio, il contingente di sicurezza sarebbe comunque minore rispetto ai battaglioni attuali.
L'Assassino: Kill the Reality Show (11)
11.
Mentre la reclame rolla sui suoi binari ben unti, i concorrenti si sgranchiscono le gambe, ben consci di essere ancora in presa diretta su canalemammamia, ma stanchi di rimanere accovacciati su quelle poltrone non tanto comode.
Dolcepiera canticchia una canzone di Parappa the rapper, Miriano Biottelli sembra parlare con se stesso gesticolando animatamente. Nella rete nazionale sta girando uno spot di soffici e gommosi paradenti per neonati troppo vivaci
Nel salone centrale fa decisamente freddo, l’enorme camino al centro della stanza brucia una sequoia in meno di dieci minuti, ma questo non basta a riscaldare i 300 metri cubi di aria. Carletta Miciona, Andina Morella e Florinda Ciorniona, quelle vestite, o meglio svestite, con abiti succinti, soffrono in silenzio, ben consce del fatto che solo le loro cosce e i loro seni rifatti a parlare per loro.
La pubblicità si conclude con uno spot di un detergente magico che fa sparire anche il plutonio dalla cucina e si ritorna per un attimo a spiare i comportamenti dei partecipanti. Gerbio Barbani sta tamburellando un pezzo musicale su un bracciolo della poltrona su cui è seduto mentre Carletta Miciona si liscia il vestito e mette a posto la cannotierina perché si è accorta che le telecamere la stanno inquadrando.
“Vittimeeee!!” tuona Donaldo irrompendo con la sua pomposa presenza nella sala.
“Eccoci,” dicono alcuni. Quelli che si erano alzati si riaccomodano sulle poltrone, prontamente imbeccati dagli aiutanti di scena.
“E’ giunto il momento di conoscere chi saranno le prime tre vittime di questa settimana. Vi ricordo che in quanto vittima sarete scelti dall’assassino per l’eliminazione, eliminazione che potrà essere effettuata in qualsiasi momento da qui alla prossima diretta, ma tassativamente prima di domenica prossima, cioè una settimana a partire da quando verrà assegnato il ruolo.”
Nella stanza cala un silenzio innaturale, ora tutti sono ben attenti a quello che il conduttore sta blaterando, la tensione si taglia con un coltello da salama.
“Quindi ora andrò a comunicarvi i nomi delle tre vittime. Vi ricordo che in palio per il vincitore di questo reality show ci sono ben 500.000 euro e una fornitura per un anno di salumi extraslurp della premiata ditta Sborloni e Mangiafetta.
Bene, ora la produzione mi comunicherà i tre nomi, ecco che Giangianni mi porta gentilmente la busta.”
Nello studio fa irruzione con passo armonico un assistente di studio con tanto di cuffia scenografica in testa, porta con solennità una busta a Donaldo che l’agguanta come se da questo dipendesse la sua vita.
Il conduttore apre con studiata lentezza la busta, tira fuori un unico foglio, lo studia per una attimo e annuisce. Cala un silenzio inquietante anche in studio.
“Ho qui davanti a me i tre nomi,” annuncia alla telecamera e ai concorrenti ora il leggero stato di ansia.
“La prima vittima prescelta è . . . .” pausa scenica che dovrebbe far aumentare il pathos nel telespettatore, ma che serve solo a spazientirlo “ . . . Florinda Ciorniona!!”
La scena naturalmente passa in primo piano sulla nuova vittima. Florinda sorride, non sembra per nulla sorpresa ne turbata.
“Me l’aspettavo, faccio sempre questo effetto alle persone che non mi conoscono. Evidentemente la mia aggressività, tipica del mio segno zodiacale, fa paura al primo contatto, ma poi quando la gente impara a conoscermi e tutta un’altra cosa. Giustappunto questa settimana ho Giove nella prima casa, dovrebbe essere di buon auspicio.”
Donaldo è un po’ sbigottito da questa digressione astrologica, la bocca rimane aperta per alcuni secondi in una grande O che lascia intravedere il perfetto lavoro del dentista anche sui premolari e molari, poi qualcuno gli fa cenno di chiudere la fornace e lui ritorna a sorridere.
“Bene, vedo che Florinda la presa con filosofia, mi sembra lo spirito giusto per affrontare questa settimana. Ma lei è solo la prima vittima. Andiamo a svelare il secondo nome.
La seconda vittima dell’Assassino è . . .” altra pausa in cui il telespettatore ormai insulta il conduttore con epiteti quantomai creativi “ . . . Mimmo Portalanonna!”
Il nominato mostra un’espressione sorpresa solo per una frazione di secondo, evidentemente non si aspettava di essere nominato così presto. Per un’altra frazione di secondo dubita della sua capacità di abbindolare il prossimo, ma poi la granitica sicurezza che da sempre lo contraddistingue torna a calmare il suo animo.
“E’ un gioco. I primi nomi vengono scelti a caso, immagino. Probabilmente non ho avuto il tempo di parlare con tutti. Quando mi conosceranno meglio avrò più chances di non essere nominato. Comunque va bene così, ripeto, è il gioco.”
Donaldo si fa serio e annuisce dopo questa affermazione come per far capire che ammira il sangue freddo del concorrente mentre in realtà sta pensando che in frigo ha dello yogurt al sapore di trippa che da lì a poche ore scadrà e deve per forza mangiarlo.
“Ed ora l’ultimo nome, quello che andrà a completare la rosa delle tre vittime che l’assassino dovrà cercare di uccidere prima della fine della settimana. Tengo però a precisare alcuni punti riguardo il gioco. Dopo l’annuncio della terza vittima, i concorrenti rimasti si recheranno in biblioteca, qui troveranno la statua di Jack lo squartatore che darà loro le carta insanguinata e una di queste avrà impresso il marchio dell’assassino, niente meno che il logo del nostro programma. Naturalmente, chi troverà il logo, sarà il nuovo assassino.”
Applauso. Finto. Non c’entra una mazza, perché il pubblico dovrebbe applaudire la spiegazione? Forse perché trova eccitante tutto quanto, sta di fatto che ci sono solo manichini, il regista e gli autori si sono stufati degli spettatori in carne e ossa e hanno aggiunto anche la versione manichino 2.0 che sorride, sfarfalla le palpebre e applaude in sincro con l’audio finto.
“Ok, dopo questa breve e dovuta spiegazione, vado ad enunciare il nome della terza ed ultima vittima. Il nome della terza vittima è . . .” alcuni spengono il televisore “. . . Arazza Marchina!”
La terza vittima non fa una piega, rimane impassibile e non parla per diversi secondi. Qualcuno della produzione le fa un cenno eloquente e lei lo squadra con occhi di fuoco, lo sguardo è talmente aggressivo che il povero autore si ritira dietro una delle pareti finte.
“Accetto di buon grado questo incarico, farò il mio dovere come sempre e affronterò l’assassino faccia a faccia, senza paura, nel caso dovesse essercene bisogno.”
Ci si aspetta il saluto militare, ma Arazza ha il buongusto di non farlo.
“Solo un’altra cosa prima che gli altri concorrenti vadano in biblioteca. Volevo ricordare a voi, ma soprattutto ai telespettatori a casa, che se l’assassino dovesse fallire e venire scoperto dalla vittima sarà lui ad essere eliminato e la vittima che si è salvata sarà immune da nomination per la settimana seguente.”
La telecamera inquadra Cabrini Mariozzo che dice qualcosa nell’orecchio di Carletta Miciona, lei ride facendo sobbalzare le bocce per il piacere dello share.
“Bene, concorrenti, recatevi nella biblioteca mentre i tre nominati rimangano nella Grande Sala, grazie.”
I 13 concorrenti non nominati, piano piano, alla chetichella, si alzano dalle poltrone e si avviano verso l’immensa biblioteca del castello di Vaccamelata.
Mentre la reclame rolla sui suoi binari ben unti, i concorrenti si sgranchiscono le gambe, ben consci di essere ancora in presa diretta su canalemammamia, ma stanchi di rimanere accovacciati su quelle poltrone non tanto comode.
Dolcepiera canticchia una canzone di Parappa the rapper, Miriano Biottelli sembra parlare con se stesso gesticolando animatamente. Nella rete nazionale sta girando uno spot di soffici e gommosi paradenti per neonati troppo vivaci
Nel salone centrale fa decisamente freddo, l’enorme camino al centro della stanza brucia una sequoia in meno di dieci minuti, ma questo non basta a riscaldare i 300 metri cubi di aria. Carletta Miciona, Andina Morella e Florinda Ciorniona, quelle vestite, o meglio svestite, con abiti succinti, soffrono in silenzio, ben consce del fatto che solo le loro cosce e i loro seni rifatti a parlare per loro.
La pubblicità si conclude con uno spot di un detergente magico che fa sparire anche il plutonio dalla cucina e si ritorna per un attimo a spiare i comportamenti dei partecipanti. Gerbio Barbani sta tamburellando un pezzo musicale su un bracciolo della poltrona su cui è seduto mentre Carletta Miciona si liscia il vestito e mette a posto la cannotierina perché si è accorta che le telecamere la stanno inquadrando.
“Vittimeeee!!” tuona Donaldo irrompendo con la sua pomposa presenza nella sala.
“Eccoci,” dicono alcuni. Quelli che si erano alzati si riaccomodano sulle poltrone, prontamente imbeccati dagli aiutanti di scena.
“E’ giunto il momento di conoscere chi saranno le prime tre vittime di questa settimana. Vi ricordo che in quanto vittima sarete scelti dall’assassino per l’eliminazione, eliminazione che potrà essere effettuata in qualsiasi momento da qui alla prossima diretta, ma tassativamente prima di domenica prossima, cioè una settimana a partire da quando verrà assegnato il ruolo.”
Nella stanza cala un silenzio innaturale, ora tutti sono ben attenti a quello che il conduttore sta blaterando, la tensione si taglia con un coltello da salama.
“Quindi ora andrò a comunicarvi i nomi delle tre vittime. Vi ricordo che in palio per il vincitore di questo reality show ci sono ben 500.000 euro e una fornitura per un anno di salumi extraslurp della premiata ditta Sborloni e Mangiafetta.
Bene, ora la produzione mi comunicherà i tre nomi, ecco che Giangianni mi porta gentilmente la busta.”
Nello studio fa irruzione con passo armonico un assistente di studio con tanto di cuffia scenografica in testa, porta con solennità una busta a Donaldo che l’agguanta come se da questo dipendesse la sua vita.
Il conduttore apre con studiata lentezza la busta, tira fuori un unico foglio, lo studia per una attimo e annuisce. Cala un silenzio inquietante anche in studio.
“Ho qui davanti a me i tre nomi,” annuncia alla telecamera e ai concorrenti ora il leggero stato di ansia.
“La prima vittima prescelta è . . . .” pausa scenica che dovrebbe far aumentare il pathos nel telespettatore, ma che serve solo a spazientirlo “ . . . Florinda Ciorniona!!”
La scena naturalmente passa in primo piano sulla nuova vittima. Florinda sorride, non sembra per nulla sorpresa ne turbata.
“Me l’aspettavo, faccio sempre questo effetto alle persone che non mi conoscono. Evidentemente la mia aggressività, tipica del mio segno zodiacale, fa paura al primo contatto, ma poi quando la gente impara a conoscermi e tutta un’altra cosa. Giustappunto questa settimana ho Giove nella prima casa, dovrebbe essere di buon auspicio.”
Donaldo è un po’ sbigottito da questa digressione astrologica, la bocca rimane aperta per alcuni secondi in una grande O che lascia intravedere il perfetto lavoro del dentista anche sui premolari e molari, poi qualcuno gli fa cenno di chiudere la fornace e lui ritorna a sorridere.
“Bene, vedo che Florinda la presa con filosofia, mi sembra lo spirito giusto per affrontare questa settimana. Ma lei è solo la prima vittima. Andiamo a svelare il secondo nome.
La seconda vittima dell’Assassino è . . .” altra pausa in cui il telespettatore ormai insulta il conduttore con epiteti quantomai creativi “ . . . Mimmo Portalanonna!”
Il nominato mostra un’espressione sorpresa solo per una frazione di secondo, evidentemente non si aspettava di essere nominato così presto. Per un’altra frazione di secondo dubita della sua capacità di abbindolare il prossimo, ma poi la granitica sicurezza che da sempre lo contraddistingue torna a calmare il suo animo.
“E’ un gioco. I primi nomi vengono scelti a caso, immagino. Probabilmente non ho avuto il tempo di parlare con tutti. Quando mi conosceranno meglio avrò più chances di non essere nominato. Comunque va bene così, ripeto, è il gioco.”
Donaldo si fa serio e annuisce dopo questa affermazione come per far capire che ammira il sangue freddo del concorrente mentre in realtà sta pensando che in frigo ha dello yogurt al sapore di trippa che da lì a poche ore scadrà e deve per forza mangiarlo.
“Ed ora l’ultimo nome, quello che andrà a completare la rosa delle tre vittime che l’assassino dovrà cercare di uccidere prima della fine della settimana. Tengo però a precisare alcuni punti riguardo il gioco. Dopo l’annuncio della terza vittima, i concorrenti rimasti si recheranno in biblioteca, qui troveranno la statua di Jack lo squartatore che darà loro le carta insanguinata e una di queste avrà impresso il marchio dell’assassino, niente meno che il logo del nostro programma. Naturalmente, chi troverà il logo, sarà il nuovo assassino.”
Applauso. Finto. Non c’entra una mazza, perché il pubblico dovrebbe applaudire la spiegazione? Forse perché trova eccitante tutto quanto, sta di fatto che ci sono solo manichini, il regista e gli autori si sono stufati degli spettatori in carne e ossa e hanno aggiunto anche la versione manichino 2.0 che sorride, sfarfalla le palpebre e applaude in sincro con l’audio finto.
“Ok, dopo questa breve e dovuta spiegazione, vado ad enunciare il nome della terza ed ultima vittima. Il nome della terza vittima è . . .” alcuni spengono il televisore “. . . Arazza Marchina!”
La terza vittima non fa una piega, rimane impassibile e non parla per diversi secondi. Qualcuno della produzione le fa un cenno eloquente e lei lo squadra con occhi di fuoco, lo sguardo è talmente aggressivo che il povero autore si ritira dietro una delle pareti finte.
“Accetto di buon grado questo incarico, farò il mio dovere come sempre e affronterò l’assassino faccia a faccia, senza paura, nel caso dovesse essercene bisogno.”
Ci si aspetta il saluto militare, ma Arazza ha il buongusto di non farlo.
“Solo un’altra cosa prima che gli altri concorrenti vadano in biblioteca. Volevo ricordare a voi, ma soprattutto ai telespettatori a casa, che se l’assassino dovesse fallire e venire scoperto dalla vittima sarà lui ad essere eliminato e la vittima che si è salvata sarà immune da nomination per la settimana seguente.”
La telecamera inquadra Cabrini Mariozzo che dice qualcosa nell’orecchio di Carletta Miciona, lei ride facendo sobbalzare le bocce per il piacere dello share.
“Bene, concorrenti, recatevi nella biblioteca mentre i tre nominati rimangano nella Grande Sala, grazie.”
I 13 concorrenti non nominati, piano piano, alla chetichella, si alzano dalle poltrone e si avviano verso l’immensa biblioteca del castello di Vaccamelata.
Licia Colò e il pupazzo uan
Sì, pippo pluto bim bum bam
Licia Colò e il pupazzo uan
Le lame rotanti di Goldrake
Il mantello vulante di Mandrake
Miwa lanciami i componenti
Sento il coro dei serpenti
E Mazinga con la zeta
E Mazinga senza zeta
Grande festa alla corte di francia
Benji si allena tirando un arancia
Signorina Rottermayer guarda qui
Sono a cena con la scimmia di remì
Tutto ritorna a boomerang
Come Licia Colò e il pupazzo uan
Licia Colò e il pupazzo uan
Le lame rotanti di Goldrake
Il mantello vulante di Mandrake
Miwa lanciami i componenti
Sento il coro dei serpenti
E Mazinga con la zeta
E Mazinga senza zeta
Grande festa alla corte di francia
Benji si allena tirando un arancia
Signorina Rottermayer guarda qui
Sono a cena con la scimmia di remì
Tutto ritorna a boomerang
Come Licia Colò e il pupazzo uan
San Valentino
Non amo molto le feste a tema.
Nel senso, questa l'hanno creata quelli della Perugina.
Adesso dirò 'na roba smielosa e scontatissima:
Per chi si ama veramente ogni giorno deve essere San Valentino.
Però, siccome le donne so che ci tengono, dico:
Buon San Valentino, bella miciona!!
(magari così mi risparmio il regalo . . . eh, cosa, no, non dicevo veramente, ahia, no)
Nel senso, questa l'hanno creata quelli della Perugina.
Adesso dirò 'na roba smielosa e scontatissima:
Per chi si ama veramente ogni giorno deve essere San Valentino.
Però, siccome le donne so che ci tengono, dico:
Buon San Valentino, bella miciona!!
(magari così mi risparmio il regalo . . . eh, cosa, no, non dicevo veramente, ahia, no)
L'Assassino: Kill the Reality Show (10)
Paolina Nuvolara nomina
Arazza Marchina: “vedo in lei il male.”
Andina Morella: “è troppo nuda per i miei gusti, le ragazze dovrebbero vestirsi con più decenza.”
Mimmo Portalanonna nomina
Alberigo Pastella: “Mi ha coinvolto in un affare fallimentare anni fa, è veramente un idiota.”
Florinda Ciorniona: “Vedo in lei un avversario molto forte e quindi preferirei eliminarla.”
Marzia Giobolengo nomina
Mimmo Portalanonna: “E’ un cafone.”
Arazza Marchina: “una donna senza un grammo di poesia e femminilità, sembra quasi il soldato Jane, solo che Demi Moore era molto più carina nel ruolo.”
Le telecamere inquadrano di nuovo lo studio a volo di uccello, rasentano a pelo i manichini e i pochi spettatori ancora vivi e poi zoomano sulle poltrone dei quattro opinionisti.
E lì, bello come saturno e tutti i suoi satelliti, c’è ancora Donaldo Bucchi, che tiene in mano la cartellina con il logo del programma per darsi un tono, ma in realtà non c’è scritto niente perché quello che deve dire glielo suggerisce il gobbo.
“Bene, mancano solo due concorrenti e quindi 4 nominations, chi saranno le vittime della prima settimana? Andiamo a vedere il riepilogo: Mimmo Portalanonna e Florinda Ciorniona hanno 5 nominations, Andina Morella e Arazza Marchina sono a 4, Carletta Miciona a 3, Dolciepiera e Miriano Biottelli hanno 2 nomination e poi, come potete vedere, ci sono solo tre nomi con una nominations e 6 con zero.”
Le telecamere inquadrano i quattro opinionisti che hanno detto ben poco fino a questo momento, ma che hanno fatto comunque vedere molto.
“Quindi, a questo punto,” continua Donaldo, “tutto è ancora possibile, ma i primi rischiano davvero molto.”
La scena ritorna sui concorrenti seduti in poltrona, ora visibilmente annoiati.
“Norberto Cigolla nel confessionale, prego.”
Norberto Cigolla nomina
Arazza Marchina: “Dove devo guardare? Ah, qui . . . Che devo fare? Ah, devo dire un nome? Credo quella lì con i capelli rasati, mi fa paura e mi ricorda una mia ex che ha tentato di evirarmi con il limaunghie.”
Paolina Nuvolara: “Non lo so, ha qualcosa di inquietante, ti guarda come se volesse carpirti il numero di carta di credito.”
Arazza Marchina nomina
Florinda Ciorniona: “Buonasera. Il primo nome da me prescelto è Florinda Ciorniona. Motivazione: non credo sia adatta per questo gioco e porta malcontento tra la trup… scusate, fra i concorrenti.”
Miseria Pomposa: “Il secondo nome è Miseria Pomposa. Motivazione: ha fatto scelte deprecabili nella vita e ha sempre sostenuto delle idee che non sono mie.”
“Bene, le nominations si sono concluse, abbiamo le prime vittime dell’Assassino. Ora un breve spazio pubblicitario. Restate con noi.”
Arazza Marchina: “vedo in lei il male.”
Andina Morella: “è troppo nuda per i miei gusti, le ragazze dovrebbero vestirsi con più decenza.”
Mimmo Portalanonna nomina
Alberigo Pastella: “Mi ha coinvolto in un affare fallimentare anni fa, è veramente un idiota.”
Florinda Ciorniona: “Vedo in lei un avversario molto forte e quindi preferirei eliminarla.”
Marzia Giobolengo nomina
Mimmo Portalanonna: “E’ un cafone.”
Arazza Marchina: “una donna senza un grammo di poesia e femminilità, sembra quasi il soldato Jane, solo che Demi Moore era molto più carina nel ruolo.”
Le telecamere inquadrano di nuovo lo studio a volo di uccello, rasentano a pelo i manichini e i pochi spettatori ancora vivi e poi zoomano sulle poltrone dei quattro opinionisti.
E lì, bello come saturno e tutti i suoi satelliti, c’è ancora Donaldo Bucchi, che tiene in mano la cartellina con il logo del programma per darsi un tono, ma in realtà non c’è scritto niente perché quello che deve dire glielo suggerisce il gobbo.
“Bene, mancano solo due concorrenti e quindi 4 nominations, chi saranno le vittime della prima settimana? Andiamo a vedere il riepilogo: Mimmo Portalanonna e Florinda Ciorniona hanno 5 nominations, Andina Morella e Arazza Marchina sono a 4, Carletta Miciona a 3, Dolciepiera e Miriano Biottelli hanno 2 nomination e poi, come potete vedere, ci sono solo tre nomi con una nominations e 6 con zero.”
Le telecamere inquadrano i quattro opinionisti che hanno detto ben poco fino a questo momento, ma che hanno fatto comunque vedere molto.
“Quindi, a questo punto,” continua Donaldo, “tutto è ancora possibile, ma i primi rischiano davvero molto.”
La scena ritorna sui concorrenti seduti in poltrona, ora visibilmente annoiati.
“Norberto Cigolla nel confessionale, prego.”
Norberto Cigolla nomina
Arazza Marchina: “Dove devo guardare? Ah, qui . . . Che devo fare? Ah, devo dire un nome? Credo quella lì con i capelli rasati, mi fa paura e mi ricorda una mia ex che ha tentato di evirarmi con il limaunghie.”
Paolina Nuvolara: “Non lo so, ha qualcosa di inquietante, ti guarda come se volesse carpirti il numero di carta di credito.”
Arazza Marchina nomina
Florinda Ciorniona: “Buonasera. Il primo nome da me prescelto è Florinda Ciorniona. Motivazione: non credo sia adatta per questo gioco e porta malcontento tra la trup… scusate, fra i concorrenti.”
Miseria Pomposa: “Il secondo nome è Miseria Pomposa. Motivazione: ha fatto scelte deprecabili nella vita e ha sempre sostenuto delle idee che non sono mie.”
“Bene, le nominations si sono concluse, abbiamo le prime vittime dell’Assassino. Ora un breve spazio pubblicitario. Restate con noi.”
M.A.CA.P. (2)
In questi 2 anni di stop i calciatori potrebbero dedicarsi a sport socialmente utili
Tipo asfaltare le strade, spaccare pietre, pulire i boschi, ridipingere i muri, l'ombrellaio e l'arrotino.
Gli opinionisti potrebbero finalmente fare un lavoro serio.
I giornalisti sportivi dedicarsi al vero giornalismo.
E magari dedicarsi a qualche altro sport.
Tipo il ramino ciuffato.
Tipo asfaltare le strade, spaccare pietre, pulire i boschi, ridipingere i muri, l'ombrellaio e l'arrotino.
Gli opinionisti potrebbero finalmente fare un lavoro serio.
I giornalisti sportivi dedicarsi al vero giornalismo.
E magari dedicarsi a qualche altro sport.
Tipo il ramino ciuffato.
Una Poesia al Giorno (12)
Contatto
(10 novembre 2005)
Galleggio nell'orbita di Marte
Distratto da scie di asteroidi
Nuoto nel brodo cosmico
In attesa dell'evento
Mozzarelle flaccide appaiono nude
Come seni cadenti in mezzo al nulla
Eppure mi chiamano per nome
Sistema solare senza gravità
Bocce infuocate intorno a un lavandino
Astronavi in viaggio verso Orione
Il carico ascendente non risponde
Antica civiltà del Messico
Canta alla lune le tue promesse
Lontano sorge la stella Vega
(10 novembre 2005)
Galleggio nell'orbita di Marte
Distratto da scie di asteroidi
Nuoto nel brodo cosmico
In attesa dell'evento
Mozzarelle flaccide appaiono nude
Come seni cadenti in mezzo al nulla
Eppure mi chiamano per nome
Sistema solare senza gravità
Bocce infuocate intorno a un lavandino
Astronavi in viaggio verso Orione
Il carico ascendente non risponde
Antica civiltà del Messico
Canta alla lune le tue promesse
Lontano sorge la stella Vega
L'Assassino: Kill the Reality Show (9)
10.
Situazione Nomination
Miriano Biottelli nomina:
Dolcepiera “perché non sopporto le sue canzoni, quando canta sembra di sentir la sirena dell’autoambulanza”
Andina Morella: “va bene, è una gran bonona, ma deve stare zitta, spara certe cagate spacciandole per massime di vita.”
Dolcepiera nomina:
Florinda Ciorniona “le puzza il fiato. Secondo me ha la dentiera scaduta.”
Miriano Biottelli “si crede un grande artista, ma in realtà è solo un povero imbecille.”
Gerbio "Mazzadifuoco" Barbani nomina:
Florinda Ciorniona “Non ha più l’età per vestirsi in abiti succinti e poi chiaramente si vede che le tette sono finte.”
Andina Morella “va bene, è una gran bonona, ma deve stare zitta, spara troppe cagate.”
Carletta Miciona nomina:
Andina Morella “ma chi si crede di essere? Si vede benissimo che finge ed è pure brutta.”
Riccardo Magonza “ha cercato di toccarmi le tette.”
Riccardo Magonza nomina:
Dolcepiera “Signori, questa non è una cantante, è una gallina stonata.”
Carletta Miciona “fa un po’ troppo la sostenuta, prima mi è capitato per puro caso di sfiorarla un attimo e si è incazzata come un riccio.”
Miseria Pomposa nomina
Arazza Marchina: “è una guerrafondaia di merda, ops scusate, si può dire guerrafondaia?”
Dario Abbracciapreti: “continua a dire stupidate, una dietro l’altra, non si ferma mai. Insopportabile e noioso.”
Cabrini Mariozzo nomina:
Florinda Ciorniona: “non mi piace. Punto e basta.”
Mimmo Portalanonna: “non mi piace. E’ un falso.”
“Ok, fermiamoci un attimo per tirare le somme!” esclama entusaista Donaldo. I 36 lcd si illuminano di immenso e appare un resoconto delle nomination.
“Florinda Ciorniona e Andina Morella sono in testa con 3 nominations, seguono Dolcepiera con 2 e poi altri 6 concorrenti a 1. E’ una lotta serrata a quanto pare, ma già due primedonne di questo reality rischiano di diventare vittime. Ma procediamo . . . “ colpo di tosse finto “aprite pure l’audio nel castello.”
Tutti quanti sembrano abbastanza annoiati da questo giro di nomination: c’è chi si spulcia i capelli, chi si smangiucchia distrattamente le unghie e chi si gratta il bassoventre.
“Vittimeee!!”
“Sìiii?”
“Chiamo nel confessionale, Florinda Ciorniona!”
Florinda Ciorniona nomina
Carletta Miciona: “premetto che mi stanno un po’ tutti sulle palle con la loro aria da saputelli e gran signori, ma questa qui è rincoglionita.”
Mimmo Portalanonna: “Fa tanto il simpatico, ma io conosco sua zia e me ne ha dette di peste e di corna (non Luisa, eh.)
Alberigo Pastella nomina
Mimmo Portalanonna: “ho avuto a che farci per un affare poi andato male. E’ un viscido; più di un anguilla con il morbillo”
Arazza Marchina: “ama giocare alla guerra e si nota. Intravedo i carroarmati del risiko nel riflesso delle pupille.”
Andina Morella nomina
Miriano Biottelli: “guarda, non sopporto questo qui perché scrive delle poesie pietose, cioè, non che io mi intendo di poesia, ma quelle che scrive lui non mi piacciono proprio, no.”
Carletta Miciona: “crede di essere lei la più bella di tutte, si atteggia tanto a diva, ma non lo è mica, eh”
Dario Abbracciapreti nomina
Mimmo Portalanonna: “Buonasera al confessionale, o meglio dire buonasedia? Vabbe’, nomino ‘sto portalanonna perché è insopportabile, cerca di fare il brillantone ma è un falso più falso di un falsario falso.”
Florinda Ciorniona: “’Sta vecchia ciabatta è insopportabile, crede di dire delle gran verità, ma spara delle gran cagate.”
Situazione Nomination
Miriano Biottelli nomina:
Dolcepiera “perché non sopporto le sue canzoni, quando canta sembra di sentir la sirena dell’autoambulanza”
Andina Morella: “va bene, è una gran bonona, ma deve stare zitta, spara certe cagate spacciandole per massime di vita.”
Dolcepiera nomina:
Florinda Ciorniona “le puzza il fiato. Secondo me ha la dentiera scaduta.”
Miriano Biottelli “si crede un grande artista, ma in realtà è solo un povero imbecille.”
Gerbio "Mazzadifuoco" Barbani nomina:
Florinda Ciorniona “Non ha più l’età per vestirsi in abiti succinti e poi chiaramente si vede che le tette sono finte.”
Andina Morella “va bene, è una gran bonona, ma deve stare zitta, spara troppe cagate.”
Carletta Miciona nomina:
Andina Morella “ma chi si crede di essere? Si vede benissimo che finge ed è pure brutta.”
Riccardo Magonza “ha cercato di toccarmi le tette.”
Riccardo Magonza nomina:
Dolcepiera “Signori, questa non è una cantante, è una gallina stonata.”
Carletta Miciona “fa un po’ troppo la sostenuta, prima mi è capitato per puro caso di sfiorarla un attimo e si è incazzata come un riccio.”
Miseria Pomposa nomina
Arazza Marchina: “è una guerrafondaia di merda, ops scusate, si può dire guerrafondaia?”
Dario Abbracciapreti: “continua a dire stupidate, una dietro l’altra, non si ferma mai. Insopportabile e noioso.”
Cabrini Mariozzo nomina:
Florinda Ciorniona: “non mi piace. Punto e basta.”
Mimmo Portalanonna: “non mi piace. E’ un falso.”
“Ok, fermiamoci un attimo per tirare le somme!” esclama entusaista Donaldo. I 36 lcd si illuminano di immenso e appare un resoconto delle nomination.
“Florinda Ciorniona e Andina Morella sono in testa con 3 nominations, seguono Dolcepiera con 2 e poi altri 6 concorrenti a 1. E’ una lotta serrata a quanto pare, ma già due primedonne di questo reality rischiano di diventare vittime. Ma procediamo . . . “ colpo di tosse finto “aprite pure l’audio nel castello.”
Tutti quanti sembrano abbastanza annoiati da questo giro di nomination: c’è chi si spulcia i capelli, chi si smangiucchia distrattamente le unghie e chi si gratta il bassoventre.
“Vittimeee!!”
“Sìiii?”
“Chiamo nel confessionale, Florinda Ciorniona!”
Florinda Ciorniona nomina
Carletta Miciona: “premetto che mi stanno un po’ tutti sulle palle con la loro aria da saputelli e gran signori, ma questa qui è rincoglionita.”
Mimmo Portalanonna: “Fa tanto il simpatico, ma io conosco sua zia e me ne ha dette di peste e di corna (non Luisa, eh.)
Alberigo Pastella nomina
Mimmo Portalanonna: “ho avuto a che farci per un affare poi andato male. E’ un viscido; più di un anguilla con il morbillo”
Arazza Marchina: “ama giocare alla guerra e si nota. Intravedo i carroarmati del risiko nel riflesso delle pupille.”
Andina Morella nomina
Miriano Biottelli: “guarda, non sopporto questo qui perché scrive delle poesie pietose, cioè, non che io mi intendo di poesia, ma quelle che scrive lui non mi piacciono proprio, no.”
Carletta Miciona: “crede di essere lei la più bella di tutte, si atteggia tanto a diva, ma non lo è mica, eh”
Dario Abbracciapreti nomina
Mimmo Portalanonna: “Buonasera al confessionale, o meglio dire buonasedia? Vabbe’, nomino ‘sto portalanonna perché è insopportabile, cerca di fare il brillantone ma è un falso più falso di un falsario falso.”
Florinda Ciorniona: “’Sta vecchia ciabatta è insopportabile, crede di dire delle gran verità, ma spara delle gran cagate.”
M.A.CA.P.
M.A.CA.P. è il Movimento Anti Calcio Professionistico.
Il calcio deve essere epurato.
Non è più uno sport, non è più divertimento, non è più sano.
E' diventato solamente un business.
Noi terrestri dobbiamo fare qualcosa, il fenomeno è preoccupante e ha invaso tutto il paese e corrotto buona parte delle menti (si fa per dire) del popolo italico.
Basta sponsorizzazioni megamiliardarie, basta giocatori pagati a peso d'oro.
Il calcio deve ritornare ad essere uno sport.
Violenza negli stadi, Corruzione, Calcio scommesse e scandali vari.
Fermiano il calcio professionistico per 2 anni. Ricominciamo tutto da capo!
Il calcio deve essere epurato.
Non è più uno sport, non è più divertimento, non è più sano.
E' diventato solamente un business.
Noi terrestri dobbiamo fare qualcosa, il fenomeno è preoccupante e ha invaso tutto il paese e corrotto buona parte delle menti (si fa per dire) del popolo italico.
Basta sponsorizzazioni megamiliardarie, basta giocatori pagati a peso d'oro.
Il calcio deve ritornare ad essere uno sport.
Violenza negli stadi, Corruzione, Calcio scommesse e scandali vari.
Fermiano il calcio professionistico per 2 anni. Ricominciamo tutto da capo!
L'Assassino: Kill the Reality Show (8)
9.
Dopo mezz’ora passata a strafogarsi con il regale banchetto, ecco che i partecipanti finalmente vengono fatti alzare da tavola. Ricompare il maggiordomo e, con uno sguardo che non ammette repliche, li accompagna verso il salone centrale del castello, stracolmo delle riproduzioni delle opere d’arte realmente presenti, ma sostituite per ragioni di sicurezza.
La pubblicità sta ormai finendo: in questo momento sugli schermi della rete nazionale c’è un tizio a cui i corvi cagano sulla macchina e lui è felice lo stesso perché spazza via le schifezze con la bombardata dello stereo. I concorrenti vengono fatti accomodare su poltrone poste a ferro di cavallo davanti alle telecamere. Tutti si posizionano per bene, e già si nota la formazione di vari gruppetti e simpatie. Non appena le telecamere ritornano al castello, subito si focalizzano sulla minigonna inguinale di Carletta Miciona e sulle sue cosce sode, lisce e perfette.
La voce di Donaldo irrompe nelle sale del castello: “Buonasera a tutti, care vittime!” esordisce. Molti sorridono, altri rimangono impassibili, Norberto Cigolla mastica un angolo fucsia del copridivano.
“Buonaseraaa!” rispondono, quasi all’unisono.
“Avete gradito la cena?”
“Sìììììììì!!!”
E via così. Convenevoli.
Dopo questa cascata di simpatia, l’inquadratura ritorna nello studio, sempre sulla faccia di Donaldo. Il punto nero che aveva sul naso dopo la pubblicità è magicamente scomparso. Anche lui è inorridito sapendo che quel abominio è andato in tv e può essere stato visto da qualche spettatore. In effetti sono giunte alcune telefonate di protesta, prontamente censurate dagli autori. Non vogliono di certo turbare l’equilibrio già poco stabile del conduttore.
“Bene, è giunto finalmente il momento di svelare quelle che saranno le regole del gioco, i meccanismi che governeranno questo reality show e a cui dovranno sottostare i nostri concorrenti.
Ogni settimana, in occasione della diretta, verrà effettuata una sessione di nominations. Ogni partecipante nominerà 2 persone, i primi tre andranno in nominations. Cosa implica essere nominati? Be’, il nominato diventerà automaticamente vittima e la vittima sarà scelta dall’assassino per l’eliminazione.”
Attimo di pausa per creare la giusta dose di suspense nel pubblico. Donaldo sorride, Marianna Martika accavalla le gambe, spezzando un po’ l’atmosfera e soprattutto la soglia d’attenzione del pubblico maschile.
“Già, ma come viene scelto l’Assassino? Saranno gli autori, dopo le nominations, a sceglierlo tra i concorrenti rimasti. Il ruolo dell’assassino è chiaro: durante la settimana dovrà cercare di uccidere una delle vittime prescelte. Alla fine della settimana, il pubblico dovrà votare chi secondo loro è l’assassino. Nel caso il pubblico da casa indovini l’assassino, quest’ultimo diventerà automaticamente vittima, nel caso contrario sarà esente per una settimana da nomination, quindi non diventerà vittima, ma non potrà nemmeno essere di nuovo assassino.”
Sorrisone. Stanislao Pedretti alza una chiappa e molla una rengia imperiale. Il regista riesce solo in parte a mascherarla con un applauso finto. Donaldo arrossisce, Marianna ride come un’oca e Ludmilla scuote la testa con disgusto. L’unico è impassibile è Stanislao che si accomoda meglio sulla poltrona.
Il rossore di Donaldo si affievolisce, così le telecamere possono tornare ad inquadrarlo.
“Tutto chiaro? Be’, comunque sarà molto più semplice capire i meccanismi del gioco, vivendolo!!”
Punta l’indice sui monitor e questi si animano. Inquadratura aerea del castello, circumnavigazione del perimetro e poi di botto all’interno del salone centrale. I concorrenti seduti stanno confabulando tra di loro, il maggiordomo è fermo immobile di fianco ad una statua che sembra più viva di lui.
“Vittimeee!” intona Donaldo. “Siete pronti per la prime nominations?”
Facce sbigottite, sorrisi sornioni. Tutti sapevano dell’evento, ma devono comunque fingere stupore. La maggior parte non ci riesce e si nota chiaramente che è un atteggiamento forzato.
“Non ve l’aspettavate, vero? Già stasera dovete decidere chi saranno le prime tre vittime. Vi ricordo che dovrete fare due nomi e dare anche una motivazione.”
Alcuni annuiscono, altri si guardano intorno come mucche al pascolo. Credendo di non essere inquadrato dalle telecamere Alberigo Pastella si scava bellamente nella narice destra, estraendone poi un tesoro tutto verdone.
“Bene. Il primo ad entrare nel confessionale sarà Miriano Biottelli.”
L’omone si alza, fa un sorriso storto alla telecamera e si avvia verso il confessionale, ricavato in una vecchia ritirata dove cacavano gli arceri.
Dopo mezz’ora passata a strafogarsi con il regale banchetto, ecco che i partecipanti finalmente vengono fatti alzare da tavola. Ricompare il maggiordomo e, con uno sguardo che non ammette repliche, li accompagna verso il salone centrale del castello, stracolmo delle riproduzioni delle opere d’arte realmente presenti, ma sostituite per ragioni di sicurezza.
La pubblicità sta ormai finendo: in questo momento sugli schermi della rete nazionale c’è un tizio a cui i corvi cagano sulla macchina e lui è felice lo stesso perché spazza via le schifezze con la bombardata dello stereo. I concorrenti vengono fatti accomodare su poltrone poste a ferro di cavallo davanti alle telecamere. Tutti si posizionano per bene, e già si nota la formazione di vari gruppetti e simpatie. Non appena le telecamere ritornano al castello, subito si focalizzano sulla minigonna inguinale di Carletta Miciona e sulle sue cosce sode, lisce e perfette.
La voce di Donaldo irrompe nelle sale del castello: “Buonasera a tutti, care vittime!” esordisce. Molti sorridono, altri rimangono impassibili, Norberto Cigolla mastica un angolo fucsia del copridivano.
“Buonaseraaa!” rispondono, quasi all’unisono.
“Avete gradito la cena?”
“Sìììììììì!!!”
E via così. Convenevoli.
Dopo questa cascata di simpatia, l’inquadratura ritorna nello studio, sempre sulla faccia di Donaldo. Il punto nero che aveva sul naso dopo la pubblicità è magicamente scomparso. Anche lui è inorridito sapendo che quel abominio è andato in tv e può essere stato visto da qualche spettatore. In effetti sono giunte alcune telefonate di protesta, prontamente censurate dagli autori. Non vogliono di certo turbare l’equilibrio già poco stabile del conduttore.
“Bene, è giunto finalmente il momento di svelare quelle che saranno le regole del gioco, i meccanismi che governeranno questo reality show e a cui dovranno sottostare i nostri concorrenti.
Ogni settimana, in occasione della diretta, verrà effettuata una sessione di nominations. Ogni partecipante nominerà 2 persone, i primi tre andranno in nominations. Cosa implica essere nominati? Be’, il nominato diventerà automaticamente vittima e la vittima sarà scelta dall’assassino per l’eliminazione.”
Attimo di pausa per creare la giusta dose di suspense nel pubblico. Donaldo sorride, Marianna Martika accavalla le gambe, spezzando un po’ l’atmosfera e soprattutto la soglia d’attenzione del pubblico maschile.
“Già, ma come viene scelto l’Assassino? Saranno gli autori, dopo le nominations, a sceglierlo tra i concorrenti rimasti. Il ruolo dell’assassino è chiaro: durante la settimana dovrà cercare di uccidere una delle vittime prescelte. Alla fine della settimana, il pubblico dovrà votare chi secondo loro è l’assassino. Nel caso il pubblico da casa indovini l’assassino, quest’ultimo diventerà automaticamente vittima, nel caso contrario sarà esente per una settimana da nomination, quindi non diventerà vittima, ma non potrà nemmeno essere di nuovo assassino.”
Sorrisone. Stanislao Pedretti alza una chiappa e molla una rengia imperiale. Il regista riesce solo in parte a mascherarla con un applauso finto. Donaldo arrossisce, Marianna ride come un’oca e Ludmilla scuote la testa con disgusto. L’unico è impassibile è Stanislao che si accomoda meglio sulla poltrona.
Il rossore di Donaldo si affievolisce, così le telecamere possono tornare ad inquadrarlo.
“Tutto chiaro? Be’, comunque sarà molto più semplice capire i meccanismi del gioco, vivendolo!!”
Punta l’indice sui monitor e questi si animano. Inquadratura aerea del castello, circumnavigazione del perimetro e poi di botto all’interno del salone centrale. I concorrenti seduti stanno confabulando tra di loro, il maggiordomo è fermo immobile di fianco ad una statua che sembra più viva di lui.
“Vittimeee!” intona Donaldo. “Siete pronti per la prime nominations?”
Facce sbigottite, sorrisi sornioni. Tutti sapevano dell’evento, ma devono comunque fingere stupore. La maggior parte non ci riesce e si nota chiaramente che è un atteggiamento forzato.
“Non ve l’aspettavate, vero? Già stasera dovete decidere chi saranno le prime tre vittime. Vi ricordo che dovrete fare due nomi e dare anche una motivazione.”
Alcuni annuiscono, altri si guardano intorno come mucche al pascolo. Credendo di non essere inquadrato dalle telecamere Alberigo Pastella si scava bellamente nella narice destra, estraendone poi un tesoro tutto verdone.
“Bene. Il primo ad entrare nel confessionale sarà Miriano Biottelli.”
L’omone si alza, fa un sorriso storto alla telecamera e si avvia verso il confessionale, ricavato in una vecchia ritirata dove cacavano gli arceri.
L'Assassino: Kill the Reality Show (7)
8.
Nell’oscurità della notte la pioggia torrenziale scende copiosa dal cielo, investendo le pareti del castello di Vaccamelata con sferzate micidiali che non sembrano comunque scalfire la calma serafica dell’edificio. L’acqua, scendendo a cascata, rende il granito lucido e gli dona una parvenza di movimento, come se potesse da un momento all’altro spiccare il volo verso il cielo color pece della notte.
Mentre il mondo fuori sembra una lavatrice in centrifuga, l’atmosfera nella sala banchetti è gozzovigliante. Nell’enorme stanza, 25x30, in cui potrebbe starci comodamente un bilocale arredato, è stato imbandito un catering di accoglienza degno di un faraone.
Tutti, senza esclusione alcuna, si stanno abbuffando con le prelibatezze ospitate sul tavolone posto al centro della sala. Anche le showgirl e le modelle che di solito si danno un contegno stanno ingozzandosi come oche all’ingrasso.
Le portate sono uno spettacolo sia per gli occhi che per lo stomaco: porcelli con spade infilate nel deretano, tacchini con in testa degli ananassi e anguille con in bocca anguille. E poi torte a forma di castello di Vaccamelata, un arrosto di cammello con al centro un grossa mannaia di marzapane e grandi piatti di qualsiasi contorno conosciuto nell’universo e persino insetti fritti alla fermata del tram.
Alcuni dei concorrenti già si conoscono per aver partecipato ad altri reality show oppure per qualche ospitata pagata profumatamente e questi se la ridono e si scambiano battute. Altri rimangono un po’ in disparte e osservano la scena smarriti come se non sapessero esattamente dove sono o perché sono capitati in quel manicomio.
Intorno a loro decine di telecamere che trasmettono le inquadrature più spettacolari, a partire dalle generose scollature di alcune partecipanti fino ad arrivare agli sguardi un po’ assenti e inebetiti dall’alcol
Naturalmente solo su canale mammamia i telespettatori possono godere 24 ore su 24 dei seni globulari siliconati e dell’espressioni intelligenti dei concorrenti. Sul canale nazionale sta girando la pubblicità: uno spot dove tutti sono belli, sani, sanno giocare a pallavolo e danno un deciso stop al sudore.
Il programma sulla rete nazionale riprende, stavolta non sul sorriso ardente di Donaldo Bucchi, ma sulle scene del banchetto pantagruelico che si sta consumando nel salone centrale del castello. Le telecamere svolazzano all’interno del finto soffitto sopra le teste dei concorrenti, scorrono dietro le pareti di cartongesso che riproducono in tutto e per tutto le crepe e gli arazzi che dietro vi sono celati. C’è persino una minitelecamera volante che riesce a sconfiggere le leggi di gravità grazie al magnetismo terreste; è uno degli acquisti più recenti della rete e con essa si posso effettuare delle riprese mai pensate prima, persino, e soprattutto, violare l’intimità di chi crede di non essere ripreso.
Le riprese indugiano ancora per un attimo sulle portate e sulle espressioni dei concorrenti, poi l’inquadratura torna in primissimo piano sul conduttore. I più attenti forse riusciranno a notare il punto nero sul naso di Donaldo, ma è solo un momento, perché il cameraman, inorridito, zooma in piano americano.
Donaldo, ovviamente, sorride. “Bene, come avete potuto notare, i nostri concorrenti stanno cenando, un piccolo cadeau della produzione per allietare la serata, anche perché tra non molto dovranno subito affrontare le prime nominations. E non sarà facile capire chi si vuole eliminare o lasciar vivere. Non manca molto, ma ancora dobbiamo svelare l’identità di quattro concorrenti, anche se qualcuno di voi a casa, cari telespettatori, l’avrà già indovinato o intuito. Dopodichè sarà anche necessario svelare i meccanismi del gioco, affinché tutti possano godere pienamente delle meccaniche dell’Assassino.”
Attimo di pausa studiato in cui sforna un altro sorriso a 62 denti.
“Ok, andiamo a conoscere gli ultimi 4 concorrenti dell’Assassino!”
Punta il dito in modo teatrale verso la telecamera, questa parte verso i monitor alle sue spalle che improvvisamente prendono vita.
La voce baritonale torna ad allietare i padiglioni di tutti quanti.
“Lui è venuto alla ribalta grazie ad uno scandalo di illeciti finanziari e ancora sotto inchiesta per 52 capi d’accusa in 16 diverse regioni, indagato per aggiotaggio, bancarotta fraudolenta, mimo thailandese, furto con scasso, manoarmata, manomorta e psicosfintere. Benvoluto da tutti e amico di molti. Ha deciso di prendersi una pausa partecipando al nostro gioco: Mimmo Portalanonnaaaa!!!
Gli schermi si illuminano su un viso da fotomodello con mascellone da ferro da stiro, ha un sorriso accattivante, di quelli che scambi per cordiali, ma che in realtà è il ghigno da predatore. Capello perfetto, nemmeno un pelo fuori posto e completo firmato che un operaio lo potrebbe pagare con vent’anni di stipendio.
“E’ uno dei critici cinematografici più famosi della bassa lomellina, ha tirato una torta in faccia a Fernardo Lasposta alla prima del suo film “Anche gli angeli scoreggiano”, scrive per un famoso settimanale di taglio e cucito. Lei è Marzia Giobolengooooo!!”
Marzia ha un bel sorriso, guarda la telecamera come se volesse assaggiarne un pezzo, ha lunghi capelli biondi che porta nascosti sotto una coppola marrone a quadretti. I capelli son talmente lisci che escono fuori dal capello tipo salice piangente. Nel complesso è una bella donna, anche se ha una cicatrice sotto l’occhio destro a forma di coppa del mondo.
I monitor per un attimo diventano neri, il viso di Marzia sparisce, gira per un istante il logo della trasmissione, poi la voce baritonale ritorna a presentare.
“Questo personaggio è sconosciuto praticamente a tutti, ma sappiate che ha partecipato con successo ad una puntata de “Il pranzo è servito” ed è riuscito a conquistare 14 primi e un solo formaggio, ha scritto un libro sulla metamorfosi dell’acaro da spiaggia. Lui è Norberto Cigollaaaa!!!”
Il personaggio ha la faccia da cocker, con guance cadenti e naso rincagnato, ha pochi capelli grigi sulla testa che rimangono sparati in alto come se avesse infilato due dita nella presa di corrente, non sorride, le labbra sono serrate in un’espressione contrariata e gli occhi sono acquosi proprio come quelli di un cane. Sembra che abbia una sessantina d’anni, ma in realtà ha da poco superato la quarantina.
“Bene, siori e siore, siamo giunti all’ultimo concorrente della prima edizione dell’Assassino, il reality show mai visto prima in nessun circuito televisivo. Ed eccolo! E’ una donna, ma non fatela arrabbiare, perché è una mercenaria, ha partecipato a decine di azioni militari, a 61 guerre assortite e ha sgominato da sola un’intera squadra di terroristi mangioni. Ultimamente è stata ospite di diversi talk show per difendere la sua femminilità sostenendo di non essere frigida e di aver copulato con più di 200 soldati. Lei è Arazza Marchinaaa!!”
Capelli neri tagliati corti, occhi color ghiaccio, aggressivi, inquietanti. Divisa militare, naturalmente. I tratti sono dolci, ma si induriscono intorno agli occhi e alla bocca, rughe di chi sorride poco ed è abituato soltanto a scattare sull’attenti o a imbracciare un fucile.
L’inquadratura spazia sullo studio, i monitor si spengono e la voce baritonale dello speaker sparisce. La telecamera inquadra il pubblico, per lo più formato da manichini beotamente sorridenti, alcuni spettatori in carne ed ossa applaudono, ma lo scroscio che si sente è esagerato e palesemente finto.
Buio per alcuni secondi ed ecco che riparte la pubblicità.
Nell’oscurità della notte la pioggia torrenziale scende copiosa dal cielo, investendo le pareti del castello di Vaccamelata con sferzate micidiali che non sembrano comunque scalfire la calma serafica dell’edificio. L’acqua, scendendo a cascata, rende il granito lucido e gli dona una parvenza di movimento, come se potesse da un momento all’altro spiccare il volo verso il cielo color pece della notte.
Mentre il mondo fuori sembra una lavatrice in centrifuga, l’atmosfera nella sala banchetti è gozzovigliante. Nell’enorme stanza, 25x30, in cui potrebbe starci comodamente un bilocale arredato, è stato imbandito un catering di accoglienza degno di un faraone.
Tutti, senza esclusione alcuna, si stanno abbuffando con le prelibatezze ospitate sul tavolone posto al centro della sala. Anche le showgirl e le modelle che di solito si danno un contegno stanno ingozzandosi come oche all’ingrasso.
Le portate sono uno spettacolo sia per gli occhi che per lo stomaco: porcelli con spade infilate nel deretano, tacchini con in testa degli ananassi e anguille con in bocca anguille. E poi torte a forma di castello di Vaccamelata, un arrosto di cammello con al centro un grossa mannaia di marzapane e grandi piatti di qualsiasi contorno conosciuto nell’universo e persino insetti fritti alla fermata del tram.
Alcuni dei concorrenti già si conoscono per aver partecipato ad altri reality show oppure per qualche ospitata pagata profumatamente e questi se la ridono e si scambiano battute. Altri rimangono un po’ in disparte e osservano la scena smarriti come se non sapessero esattamente dove sono o perché sono capitati in quel manicomio.
Intorno a loro decine di telecamere che trasmettono le inquadrature più spettacolari, a partire dalle generose scollature di alcune partecipanti fino ad arrivare agli sguardi un po’ assenti e inebetiti dall’alcol
Naturalmente solo su canale mammamia i telespettatori possono godere 24 ore su 24 dei seni globulari siliconati e dell’espressioni intelligenti dei concorrenti. Sul canale nazionale sta girando la pubblicità: uno spot dove tutti sono belli, sani, sanno giocare a pallavolo e danno un deciso stop al sudore.
Il programma sulla rete nazionale riprende, stavolta non sul sorriso ardente di Donaldo Bucchi, ma sulle scene del banchetto pantagruelico che si sta consumando nel salone centrale del castello. Le telecamere svolazzano all’interno del finto soffitto sopra le teste dei concorrenti, scorrono dietro le pareti di cartongesso che riproducono in tutto e per tutto le crepe e gli arazzi che dietro vi sono celati. C’è persino una minitelecamera volante che riesce a sconfiggere le leggi di gravità grazie al magnetismo terreste; è uno degli acquisti più recenti della rete e con essa si posso effettuare delle riprese mai pensate prima, persino, e soprattutto, violare l’intimità di chi crede di non essere ripreso.
Le riprese indugiano ancora per un attimo sulle portate e sulle espressioni dei concorrenti, poi l’inquadratura torna in primissimo piano sul conduttore. I più attenti forse riusciranno a notare il punto nero sul naso di Donaldo, ma è solo un momento, perché il cameraman, inorridito, zooma in piano americano.
Donaldo, ovviamente, sorride. “Bene, come avete potuto notare, i nostri concorrenti stanno cenando, un piccolo cadeau della produzione per allietare la serata, anche perché tra non molto dovranno subito affrontare le prime nominations. E non sarà facile capire chi si vuole eliminare o lasciar vivere. Non manca molto, ma ancora dobbiamo svelare l’identità di quattro concorrenti, anche se qualcuno di voi a casa, cari telespettatori, l’avrà già indovinato o intuito. Dopodichè sarà anche necessario svelare i meccanismi del gioco, affinché tutti possano godere pienamente delle meccaniche dell’Assassino.”
Attimo di pausa studiato in cui sforna un altro sorriso a 62 denti.
“Ok, andiamo a conoscere gli ultimi 4 concorrenti dell’Assassino!”
Punta il dito in modo teatrale verso la telecamera, questa parte verso i monitor alle sue spalle che improvvisamente prendono vita.
La voce baritonale torna ad allietare i padiglioni di tutti quanti.
“Lui è venuto alla ribalta grazie ad uno scandalo di illeciti finanziari e ancora sotto inchiesta per 52 capi d’accusa in 16 diverse regioni, indagato per aggiotaggio, bancarotta fraudolenta, mimo thailandese, furto con scasso, manoarmata, manomorta e psicosfintere. Benvoluto da tutti e amico di molti. Ha deciso di prendersi una pausa partecipando al nostro gioco: Mimmo Portalanonnaaaa!!!
Gli schermi si illuminano su un viso da fotomodello con mascellone da ferro da stiro, ha un sorriso accattivante, di quelli che scambi per cordiali, ma che in realtà è il ghigno da predatore. Capello perfetto, nemmeno un pelo fuori posto e completo firmato che un operaio lo potrebbe pagare con vent’anni di stipendio.
“E’ uno dei critici cinematografici più famosi della bassa lomellina, ha tirato una torta in faccia a Fernardo Lasposta alla prima del suo film “Anche gli angeli scoreggiano”, scrive per un famoso settimanale di taglio e cucito. Lei è Marzia Giobolengooooo!!”
Marzia ha un bel sorriso, guarda la telecamera come se volesse assaggiarne un pezzo, ha lunghi capelli biondi che porta nascosti sotto una coppola marrone a quadretti. I capelli son talmente lisci che escono fuori dal capello tipo salice piangente. Nel complesso è una bella donna, anche se ha una cicatrice sotto l’occhio destro a forma di coppa del mondo.
I monitor per un attimo diventano neri, il viso di Marzia sparisce, gira per un istante il logo della trasmissione, poi la voce baritonale ritorna a presentare.
“Questo personaggio è sconosciuto praticamente a tutti, ma sappiate che ha partecipato con successo ad una puntata de “Il pranzo è servito” ed è riuscito a conquistare 14 primi e un solo formaggio, ha scritto un libro sulla metamorfosi dell’acaro da spiaggia. Lui è Norberto Cigollaaaa!!!”
Il personaggio ha la faccia da cocker, con guance cadenti e naso rincagnato, ha pochi capelli grigi sulla testa che rimangono sparati in alto come se avesse infilato due dita nella presa di corrente, non sorride, le labbra sono serrate in un’espressione contrariata e gli occhi sono acquosi proprio come quelli di un cane. Sembra che abbia una sessantina d’anni, ma in realtà ha da poco superato la quarantina.
“Bene, siori e siore, siamo giunti all’ultimo concorrente della prima edizione dell’Assassino, il reality show mai visto prima in nessun circuito televisivo. Ed eccolo! E’ una donna, ma non fatela arrabbiare, perché è una mercenaria, ha partecipato a decine di azioni militari, a 61 guerre assortite e ha sgominato da sola un’intera squadra di terroristi mangioni. Ultimamente è stata ospite di diversi talk show per difendere la sua femminilità sostenendo di non essere frigida e di aver copulato con più di 200 soldati. Lei è Arazza Marchinaaa!!”
Capelli neri tagliati corti, occhi color ghiaccio, aggressivi, inquietanti. Divisa militare, naturalmente. I tratti sono dolci, ma si induriscono intorno agli occhi e alla bocca, rughe di chi sorride poco ed è abituato soltanto a scattare sull’attenti o a imbracciare un fucile.
L’inquadratura spazia sullo studio, i monitor si spengono e la voce baritonale dello speaker sparisce. La telecamera inquadra il pubblico, per lo più formato da manichini beotamente sorridenti, alcuni spettatori in carne ed ossa applaudono, ma lo scroscio che si sente è esagerato e palesemente finto.
Buio per alcuni secondi ed ecco che riparte la pubblicità.
L'Assassino: Kill the Reality Show (6)
7.
"Bene, abbiamo assistito all'entrata trionfale dei partecipanti al castello di Vaccamelata. Ma andiamo a sondare un po' il polso ai nostri opinionisti di stasera. Bruno Campese . ." L'inquadratura slitta sui lineamenti massicci del giornalista di Tubo Catodico "tu hai visitato il castello di Vaccamelata, spiegaci in poche parole che impressione ne hai tratto."
Bruno sorride irradiando la platea di manichini, gonfia i muscoli e la giacca sembra chiedere pietà sotto l'impulso poderoso dei pettorali. "E' una costruzione imponente, credo più di 40 sale, una pianta tipica medievale con quattro torrioni e un mastio centrale. Molte sale sono vuote e fredde, ma le più importanti sono ricolme di opere d'arte accumulate negli anni dagli attuali proprietari, i visconti Bandobraggio. E' stato edificato nel 1102, credo dai Borboni, ma non ne sono sicuro. Come la maggior parte dei castelli, anche attorno a Vaccamelata sono sorte diverse leggende, tra cui anche un fantasma intrappolato nelle segrete. . ."
"Ehm, grazie Bruno," interviene Donaldo per fermare la logorroica interpretazione del giornalista, gli autori hanno drasticamente deciso di tagliare perché al pubblico non interessano certo la storia e l'architettura.
"Ma sentiamo cosa ne pensa Ludmilla della convivenza forzata del gruppo in questo castello."
Ludmilla non sorride affatto, ma fa una smorfia insondabile, quasi come se fosse scocciata dalla domanda. "Prima di tutto, spero che nella costruzione sia presente una cappella per permettere ai concorrenti di pregare e di restare in meditazione."
Donaldo è imbarazzatissimo, ma cerca di dissimulare l'emozione lisciandosi i capelli con una misurata indifferenza. "Credo di sì, Ludmilla, i visconti sono religiosissimi e di sicuro hanno la loro chiesetta personale all'interno dell'edificio."
Ludmilla annuisce, soddisfatta. "Per quanto riguarda la convivenza dei 16 concorrenti, non posso che sperare che sia della più casta possibile. Il pubblico è stufo di vedere gente che si accoppia malamente, questi seni rifatti, queste natiche sode, questi duelli di lingue umide e palpeggiamenti, e trombatine nel bagno o sotto una capanna di lenzuola . . ."
"Grazie, grazie, Ludmilla. Speriamo proprio di non vederle queste cose," sottolinea Donaldo con un sorriso sarcastico. Alcuni autori fanno gli scongiuri. Non inquadrato Donaldo si sfiora pure i gioielli di famiglia.
Ludmilla digrigna i denti per essere stata interrotta, ma non continua il suo sproloquio su accoppiamenti fraudolenti.
"Stanislao . ." la balena a forma di uomo di desta da quello che sembra una catalessi indotta " . . , cosa pensi che distinguerà questo reality da quelli visti e rivisti in televisione in questi anni?"
"Ma . . . senza voler svelare nulla delle regole del gioco, anche perché non sono state ancora chiarite, credo che L'Assassino sarà diverso da tutti i reality show visti finora soprattutto per la suspance che saprà creare nel pubblico e l'attesa che vengano svelati i particolari della convivenza e del gioco. Ci sarà molta più tensione emotiva di altri show, ci sarà adrenalina e mistero e il pubblico sarà maggiormente coinvolto rispetto ad altri reality."
Donaldo annuisce anche se non ha capito una mazza, ma quello di Stanislao sembra proprio uno spot e il presentatore è sempre felice quando si fa pubblicità.
"Marianna, pensi che L'Assassino diventerà un fenomeno di costume come altri reality show?"
Marianna sorride gonfiando i seni per far schizzare le orbite e gli ormoni ai telespettatori di sesso maschile, le sfere rischiano di esplodere dal corpetto da Cleopatra, ma miracolosamente rimangono lì a sfidare la prosopopea di Ludmilla sui seni siliconati, visto che anche lei ha subito 4 interventi chirurgici per aumentare la taglia e poi diminuirla dopo il pentimento spirituale, ma sempre artificiali rimangono.
"Di sicuro! Anch'io sono un fenomeno in costume, non vedi?"
Donaldo non può essere che d'accordo, i pochi spettatori reali rimasti applaudono compiaciuti. Dopo la battuta di Marianna e l'apertura alare del suo seno, lo share ha avuto un'impennata clamorosa. Con l'intervento dei primi tre opinionisti stava calando pericolosamente, ma la tettona ha risolto il problema. Gli autori hanno fatto bene a chiamarla, pensa Donaldo, anche se era lui il primo ad essere scettico.
"Bene, dobbiamo ancora conoscere metà dei concorrenti del gioco, quindi continuiamo con le presentazioni."
La telecamera rolla verso i monitor lcd che si animano e ritorna a fare la sua comparsa la voce baritonale dell'annunciatore. Sugli schermi incomincia a girare il logo in 3d del programma in attesa delle schede dei concorrenti.
"Lui è un ex attivista di Mondo Pulito Sì. Ha scritto 25 libri sull'effetto serra e 1 sul mondo delle farfalle albine del Gigismekistan. Ha partecipato a diversi talk show, infervorando le masse con le sue teorie sulla fine del mondo e sulla società basata sul verde. Ecco a voi Alberigo Pastellaaaa"
I video si animano su una faccia smunta, guance cadenti grige di barba non fatta e occhi da cocker bastonato. Il sorriso è incerto come chi non è ben sicuro di quel che sta facendo, il cranio è celato da un berretto marrone da pescatore, il naso è inquietante per lunghezza e ampiezza delle narici.
"E' stata Miss Baci Finti nel 2002 e si è rivelata al pubblico come showgirl nel programma Le Lame del Creatore facendo la danza denominata Il Rifrullo, con cui faceva roteare natiche e seni in modo provocatorio, tanto che la Santa Sede ha emesso persino una bolla ecumenica per proibirne la messa in onda. Ultimamente ha partecipato al telefilm Le bocce di mia sorella. Lei è Andina Morellaaaaaa!!!"
La visione della ragazza è notevole e volutamente viene inquadrata nella sua interezza con indosso solo un bikini succinto. E' bionda con capelli lisci lunghi fino alla natiche, occhioni azzurri liquidi, fattezze perfette e quasi noiose per la beltà che compongono. Seno ovviamente rifatto dopo le elezione a miss e gran natiche coinvolgenti. Negli occhi scintilla per un secondo un barlume di intelligenza, ma viene ignorato dall'encefalo. La presentazione si chiude sul sorriso perfetto e le fossette simpatiche.
"Lui è conosciuto per aver scritto il libro best seller di qualche anno fa, ma, a quanto ha dichiarato, ha militato per decenni nella schiera degli autori sconosciuti prima di avere un colpo di fortuna intrecciando una relazione sentimentale con la figlia del direttore di una delle più grandi case editrici del paese, da quel giorno la sua fortuna è girata e adesso è uno scrittore affermato. Recentemente ha condotto il programma Un libro è come un frigo. Dario Abbracciapretiiiii!!!!"
Dario sorride alla telecamera, ha una zazzera di capelli neri che non ne vogliono sapere di stare composti e gli danno quell'aria maledetta di artista bohemienne, ha folte sopracciglia che sparano anch'esse da tutte le parti, ma gli occhi sono di un verde smeraldo che incanta, uno sguardo intenso che sembra celare universi inespressi. Il sorriso è sincero e tranquillo.
"Lei è forse il personaggio più enigmatico e sicuramente quello più mistico. Dopo una vita passata in clausura, ha deciso di sciogliere i voti e scrivere un libro sulla vita delle monache, libro che ha fatto scandalo per i suoi retroscena sessuali. La santa sede ha rilasciato un bolla ecumenica e ha messo all'indice l'opera. Lei sostiene di non aver perso la fede e di essere ancora molta devota. Ecco a voi, Paolina Nuvolaraaaa!!!"
Inquadratura su un visino acqua e sapone, liscio e quasi cereo. Labbra sottili, un sorriso appena accennato, un naso alla francese e occhi socchiusi. I capelli mori sono raccolti in un casta crocchia dietro alla nuca. Nell'insieme però Paolina non è niente male e con un filo di trucco non avrebbe nulla da invidiare alle altre partecipanti.
I 36 monitor ritornano al logo in 3d che vortica su se stesso, le telecamere si muovono verso Donaldo che sorride (non ve l'aspettavate, vero?) come un idiota.
"E' arrivato di nuovo il momento di un breve spazio pubblicitario e poi saremo di nuovi qui a L'Assassinooooooo!!!"
Nero.
"Bene, abbiamo assistito all'entrata trionfale dei partecipanti al castello di Vaccamelata. Ma andiamo a sondare un po' il polso ai nostri opinionisti di stasera. Bruno Campese . ." L'inquadratura slitta sui lineamenti massicci del giornalista di Tubo Catodico "tu hai visitato il castello di Vaccamelata, spiegaci in poche parole che impressione ne hai tratto."
Bruno sorride irradiando la platea di manichini, gonfia i muscoli e la giacca sembra chiedere pietà sotto l'impulso poderoso dei pettorali. "E' una costruzione imponente, credo più di 40 sale, una pianta tipica medievale con quattro torrioni e un mastio centrale. Molte sale sono vuote e fredde, ma le più importanti sono ricolme di opere d'arte accumulate negli anni dagli attuali proprietari, i visconti Bandobraggio. E' stato edificato nel 1102, credo dai Borboni, ma non ne sono sicuro. Come la maggior parte dei castelli, anche attorno a Vaccamelata sono sorte diverse leggende, tra cui anche un fantasma intrappolato nelle segrete. . ."
"Ehm, grazie Bruno," interviene Donaldo per fermare la logorroica interpretazione del giornalista, gli autori hanno drasticamente deciso di tagliare perché al pubblico non interessano certo la storia e l'architettura.
"Ma sentiamo cosa ne pensa Ludmilla della convivenza forzata del gruppo in questo castello."
Ludmilla non sorride affatto, ma fa una smorfia insondabile, quasi come se fosse scocciata dalla domanda. "Prima di tutto, spero che nella costruzione sia presente una cappella per permettere ai concorrenti di pregare e di restare in meditazione."
Donaldo è imbarazzatissimo, ma cerca di dissimulare l'emozione lisciandosi i capelli con una misurata indifferenza. "Credo di sì, Ludmilla, i visconti sono religiosissimi e di sicuro hanno la loro chiesetta personale all'interno dell'edificio."
Ludmilla annuisce, soddisfatta. "Per quanto riguarda la convivenza dei 16 concorrenti, non posso che sperare che sia della più casta possibile. Il pubblico è stufo di vedere gente che si accoppia malamente, questi seni rifatti, queste natiche sode, questi duelli di lingue umide e palpeggiamenti, e trombatine nel bagno o sotto una capanna di lenzuola . . ."
"Grazie, grazie, Ludmilla. Speriamo proprio di non vederle queste cose," sottolinea Donaldo con un sorriso sarcastico. Alcuni autori fanno gli scongiuri. Non inquadrato Donaldo si sfiora pure i gioielli di famiglia.
Ludmilla digrigna i denti per essere stata interrotta, ma non continua il suo sproloquio su accoppiamenti fraudolenti.
"Stanislao . ." la balena a forma di uomo di desta da quello che sembra una catalessi indotta " . . , cosa pensi che distinguerà questo reality da quelli visti e rivisti in televisione in questi anni?"
"Ma . . . senza voler svelare nulla delle regole del gioco, anche perché non sono state ancora chiarite, credo che L'Assassino sarà diverso da tutti i reality show visti finora soprattutto per la suspance che saprà creare nel pubblico e l'attesa che vengano svelati i particolari della convivenza e del gioco. Ci sarà molta più tensione emotiva di altri show, ci sarà adrenalina e mistero e il pubblico sarà maggiormente coinvolto rispetto ad altri reality."
Donaldo annuisce anche se non ha capito una mazza, ma quello di Stanislao sembra proprio uno spot e il presentatore è sempre felice quando si fa pubblicità.
"Marianna, pensi che L'Assassino diventerà un fenomeno di costume come altri reality show?"
Marianna sorride gonfiando i seni per far schizzare le orbite e gli ormoni ai telespettatori di sesso maschile, le sfere rischiano di esplodere dal corpetto da Cleopatra, ma miracolosamente rimangono lì a sfidare la prosopopea di Ludmilla sui seni siliconati, visto che anche lei ha subito 4 interventi chirurgici per aumentare la taglia e poi diminuirla dopo il pentimento spirituale, ma sempre artificiali rimangono.
"Di sicuro! Anch'io sono un fenomeno in costume, non vedi?"
Donaldo non può essere che d'accordo, i pochi spettatori reali rimasti applaudono compiaciuti. Dopo la battuta di Marianna e l'apertura alare del suo seno, lo share ha avuto un'impennata clamorosa. Con l'intervento dei primi tre opinionisti stava calando pericolosamente, ma la tettona ha risolto il problema. Gli autori hanno fatto bene a chiamarla, pensa Donaldo, anche se era lui il primo ad essere scettico.
"Bene, dobbiamo ancora conoscere metà dei concorrenti del gioco, quindi continuiamo con le presentazioni."
La telecamera rolla verso i monitor lcd che si animano e ritorna a fare la sua comparsa la voce baritonale dell'annunciatore. Sugli schermi incomincia a girare il logo in 3d del programma in attesa delle schede dei concorrenti.
"Lui è un ex attivista di Mondo Pulito Sì. Ha scritto 25 libri sull'effetto serra e 1 sul mondo delle farfalle albine del Gigismekistan. Ha partecipato a diversi talk show, infervorando le masse con le sue teorie sulla fine del mondo e sulla società basata sul verde. Ecco a voi Alberigo Pastellaaaa"
I video si animano su una faccia smunta, guance cadenti grige di barba non fatta e occhi da cocker bastonato. Il sorriso è incerto come chi non è ben sicuro di quel che sta facendo, il cranio è celato da un berretto marrone da pescatore, il naso è inquietante per lunghezza e ampiezza delle narici.
"E' stata Miss Baci Finti nel 2002 e si è rivelata al pubblico come showgirl nel programma Le Lame del Creatore facendo la danza denominata Il Rifrullo, con cui faceva roteare natiche e seni in modo provocatorio, tanto che la Santa Sede ha emesso persino una bolla ecumenica per proibirne la messa in onda. Ultimamente ha partecipato al telefilm Le bocce di mia sorella. Lei è Andina Morellaaaaaa!!!"
La visione della ragazza è notevole e volutamente viene inquadrata nella sua interezza con indosso solo un bikini succinto. E' bionda con capelli lisci lunghi fino alla natiche, occhioni azzurri liquidi, fattezze perfette e quasi noiose per la beltà che compongono. Seno ovviamente rifatto dopo le elezione a miss e gran natiche coinvolgenti. Negli occhi scintilla per un secondo un barlume di intelligenza, ma viene ignorato dall'encefalo. La presentazione si chiude sul sorriso perfetto e le fossette simpatiche.
"Lui è conosciuto per aver scritto il libro best seller di qualche anno fa, ma, a quanto ha dichiarato, ha militato per decenni nella schiera degli autori sconosciuti prima di avere un colpo di fortuna intrecciando una relazione sentimentale con la figlia del direttore di una delle più grandi case editrici del paese, da quel giorno la sua fortuna è girata e adesso è uno scrittore affermato. Recentemente ha condotto il programma Un libro è come un frigo. Dario Abbracciapretiiiii!!!!"
Dario sorride alla telecamera, ha una zazzera di capelli neri che non ne vogliono sapere di stare composti e gli danno quell'aria maledetta di artista bohemienne, ha folte sopracciglia che sparano anch'esse da tutte le parti, ma gli occhi sono di un verde smeraldo che incanta, uno sguardo intenso che sembra celare universi inespressi. Il sorriso è sincero e tranquillo.
"Lei è forse il personaggio più enigmatico e sicuramente quello più mistico. Dopo una vita passata in clausura, ha deciso di sciogliere i voti e scrivere un libro sulla vita delle monache, libro che ha fatto scandalo per i suoi retroscena sessuali. La santa sede ha rilasciato un bolla ecumenica e ha messo all'indice l'opera. Lei sostiene di non aver perso la fede e di essere ancora molta devota. Ecco a voi, Paolina Nuvolaraaaa!!!"
Inquadratura su un visino acqua e sapone, liscio e quasi cereo. Labbra sottili, un sorriso appena accennato, un naso alla francese e occhi socchiusi. I capelli mori sono raccolti in un casta crocchia dietro alla nuca. Nell'insieme però Paolina non è niente male e con un filo di trucco non avrebbe nulla da invidiare alle altre partecipanti.
I 36 monitor ritornano al logo in 3d che vortica su se stesso, le telecamere si muovono verso Donaldo che sorride (non ve l'aspettavate, vero?) come un idiota.
"E' arrivato di nuovo il momento di un breve spazio pubblicitario e poi saremo di nuovi qui a L'Assassinooooooo!!!"
Nero.
Una Poesia al Giorno (11)
Ciò che non ha nome
(14 novembre 2005)
La natura è maligna
La natura è benigna
La natura è se stessa
Il pianeta che muore
Il pianeta che vive
Il pianeta esiste
Il male è sovrano
Il bene trionfa
Universalmente relativo
Dio assiso al trono
Dio caduto prono
Ciò che non ha nome
(14 novembre 2005)
La natura è maligna
La natura è benigna
La natura è se stessa
Il pianeta che muore
Il pianeta che vive
Il pianeta esiste
Il male è sovrano
Il bene trionfa
Universalmente relativo
Dio assiso al trono
Dio caduto prono
Ciò che non ha nome
L'Assassino: Kill the Reality Show (5)
6.
Quando il pulmino con in concorrenti giunge al castello di Vaccamelata, dal cielo scendono vagonate d'acqua, sembra di stare sotto una cascata talmente è fitta la pioggia che cade incessante.
Il pulmino arranca nella melma formatasi sulla strada che conduce al portone e il tergicristalli non riesce a tenere il passo con la pioggia nemmeno alla velocità 5+2. Il castello è una sagoma scura, indistinta contro l'orizzonte, i suoi contorni si fondono col nero pece della notte e tutto ciò che si riesce ad intuire sono solo i suoi torrioni svettanti verso il vuoto.
Finalmente il mezzo guadagna a fatica l'entrata e si posiziona davanti alla tettoia predisposta diligentemente dal personale di scena. La tensostruttura in plasticacciaio fa un po' fatica a mantenersi in buona salute sotto le sferzante impertinenti del cielo, ma comunque dei gioppini di basso rango sono stati messi ai quattro lati del gazebo a mo' di zavorra.
Lo sportello scorrevole del pulmino si apre e nel stesso istante le telecamere ai lati del portone di entrata si accendono per immortalare l'evento. I concorrenti scendono a gruppi di 4, tutti atteggiandosi in pose glamour per essere più accattivanti e molti girandosi verso il profilo migliore.
Un ululato echeggia lontano, i concorrenti si bloccano con facce allarmate, congelati nel momento trionfale dell'entrata. Un secondo ululato entra in scena, questa volta molto più vicino, sembra quasi che il canide sia lì a pochi passi.
Qualcuno sbianca, qualcun'altro nota il sorrisone del telecamera man e intuisce che probabilmente è l'ennesima trovata degli autori. Una delle concorrenti sorride (non l'abbiamo ancora presentata, quindi non chiedetevi chi sia, per il momento) e intona: "Lupo ululà, castello ululì."
Sulla scia della citazione anche gli altri concorrenti si sciolgono e capiscono che il lupo è tutto un bluff. Il carrozzone allora ricomincia a far girare le ruote e 4 alla volta i personaggi si incamminano come se fossero su una passerella da sfilata verso l'enorme portone del castello. Molte donne ancheggiano paurosamente mentre gli uomini cercano di assumere un'aria autoritaria.
Alla fine il circo si chiude con un posteriore ben tornito e l'inquadratura che passa all'interno della fortezza di Vaccamelata.
Al di fuori della scena, non ripreso da nessuna telecamera, un lupo fradicio di pioggia sosta per un attimo sotto il gazebo delle celebrità. Scrolla il pelo e lascia qualche centilitro d'acqua sul tappeto rosa shocking che si dipana verso il castello.
Piano americano su 3 concorrenti che varcano la soglia del Gate Room, poi la camera si gira verso la lunga scalinata che porta ai piani superiori. In piano allargato inquadra un personaggio in livrea che scende i gradini in marmo smaltato. L'uomo supera di qualche centimetro i 2 metri di altezza e quando la telecamera indugia per un attimo sul volto qualcuno rimane sorpreso nel notare la marcata somiglianza con Lurch della Famiglia Addams.
Quando raggiunge l'ultimo gradino, si ferma e tutti immaginano di sentirgli intonare "CHIA-MA-TO?" come nella fortunata serie di telefilm, ma invece intona con voce impostata e gradevole: "Benvenuti al castello di Vaccamelata, residenza dei visconti Bandobraggio. Prego, signori e signore, al primo piano è stata imbandita una deliziosa e gustosa cena per i nostri graditi ospiti."
Detto questo, si volta e ricomincia a salire le scale con lo stesso cipiglio con cui le ha discese.
Quando il pulmino con in concorrenti giunge al castello di Vaccamelata, dal cielo scendono vagonate d'acqua, sembra di stare sotto una cascata talmente è fitta la pioggia che cade incessante.
Il pulmino arranca nella melma formatasi sulla strada che conduce al portone e il tergicristalli non riesce a tenere il passo con la pioggia nemmeno alla velocità 5+2. Il castello è una sagoma scura, indistinta contro l'orizzonte, i suoi contorni si fondono col nero pece della notte e tutto ciò che si riesce ad intuire sono solo i suoi torrioni svettanti verso il vuoto.
Finalmente il mezzo guadagna a fatica l'entrata e si posiziona davanti alla tettoia predisposta diligentemente dal personale di scena. La tensostruttura in plasticacciaio fa un po' fatica a mantenersi in buona salute sotto le sferzante impertinenti del cielo, ma comunque dei gioppini di basso rango sono stati messi ai quattro lati del gazebo a mo' di zavorra.
Lo sportello scorrevole del pulmino si apre e nel stesso istante le telecamere ai lati del portone di entrata si accendono per immortalare l'evento. I concorrenti scendono a gruppi di 4, tutti atteggiandosi in pose glamour per essere più accattivanti e molti girandosi verso il profilo migliore.
Un ululato echeggia lontano, i concorrenti si bloccano con facce allarmate, congelati nel momento trionfale dell'entrata. Un secondo ululato entra in scena, questa volta molto più vicino, sembra quasi che il canide sia lì a pochi passi.
Qualcuno sbianca, qualcun'altro nota il sorrisone del telecamera man e intuisce che probabilmente è l'ennesima trovata degli autori. Una delle concorrenti sorride (non l'abbiamo ancora presentata, quindi non chiedetevi chi sia, per il momento) e intona: "Lupo ululà, castello ululì."
Sulla scia della citazione anche gli altri concorrenti si sciolgono e capiscono che il lupo è tutto un bluff. Il carrozzone allora ricomincia a far girare le ruote e 4 alla volta i personaggi si incamminano come se fossero su una passerella da sfilata verso l'enorme portone del castello. Molte donne ancheggiano paurosamente mentre gli uomini cercano di assumere un'aria autoritaria.
Alla fine il circo si chiude con un posteriore ben tornito e l'inquadratura che passa all'interno della fortezza di Vaccamelata.
Al di fuori della scena, non ripreso da nessuna telecamera, un lupo fradicio di pioggia sosta per un attimo sotto il gazebo delle celebrità. Scrolla il pelo e lascia qualche centilitro d'acqua sul tappeto rosa shocking che si dipana verso il castello.
Piano americano su 3 concorrenti che varcano la soglia del Gate Room, poi la camera si gira verso la lunga scalinata che porta ai piani superiori. In piano allargato inquadra un personaggio in livrea che scende i gradini in marmo smaltato. L'uomo supera di qualche centimetro i 2 metri di altezza e quando la telecamera indugia per un attimo sul volto qualcuno rimane sorpreso nel notare la marcata somiglianza con Lurch della Famiglia Addams.
Quando raggiunge l'ultimo gradino, si ferma e tutti immaginano di sentirgli intonare "CHIA-MA-TO?" come nella fortunata serie di telefilm, ma invece intona con voce impostata e gradevole: "Benvenuti al castello di Vaccamelata, residenza dei visconti Bandobraggio. Prego, signori e signore, al primo piano è stata imbandita una deliziosa e gustosa cena per i nostri graditi ospiti."
Detto questo, si volta e ricomincia a salire le scale con lo stesso cipiglio con cui le ha discese.
Una Poesia al Giorno (10)
Morbo
(08 febbraio 2007)
Ho il morbo dello scrittore
Non voglio guarire
Lasciami stare
Con le tue infiltrazioni di realtà
Ho il morbo dello scrittore
Del folle cantore
Non voglio guarire
Lasciami stare
Con le tue insistenze di verità
Ho il morbo
Lasciami solo
Lasciami sordo
Dentro al mio mondo
Non distrurbarmi la sensibilità
Ho il morbo dello scrittore
Non voglio guarire
Non farlo morire
Non voglio smettere di sognare
Non voglio smettere di creare
Ho il morbo dello scrittore
Non voglio guarire
Cerca di capire
E se non comprendi
Almeno apprezza quel poco di genialità.
(08 febbraio 2007)
Ho il morbo dello scrittore
Non voglio guarire
Lasciami stare
Con le tue infiltrazioni di realtà
Ho il morbo dello scrittore
Del folle cantore
Non voglio guarire
Lasciami stare
Con le tue insistenze di verità
Ho il morbo
Lasciami solo
Lasciami sordo
Dentro al mio mondo
Non distrurbarmi la sensibilità
Ho il morbo dello scrittore
Non voglio guarire
Non farlo morire
Non voglio smettere di sognare
Non voglio smettere di creare
Ho il morbo dello scrittore
Non voglio guarire
Cerca di capire
E se non comprendi
Almeno apprezza quel poco di genialità.
L'Assassino: Kill the Reality Show (4)
5.
Uno zampillo di wafer al cioccolato salta fuori da un tappeto fosforescente di soffice crema. La scia di wafer ricade verso il basso e si assesta in forme geometriche e compone una torre eiffel di cialde e cacao. Poi si scompone in una nube zuccherosa stile Preda di Micheal Crichton e va costruire la statua della libertà. In un attimo la paciosa femminona con fiaccola e corona scompare e la nube portentosa ricostruisce in un nanosecondo la torre di Pisa. Una voce fuori campo, bassa e sensuale, dichiara: "wafer marvellous, l'ottava meraviglia dei dolci."
Senza stacco di nero appare il sorriso radioso di Donaldo Bucchi che assomiglia in tutto e per tutto al tappeto di crema di poco prima.
"Bentornati all'Assassino. Come potete vedere alle mie spalle . ." inquadratura aerea del pulmino sbuffante che sta arrancando su un'impervia strada di montagna . . "i nostri eroi stanno raggiungendo la dimora dove dovranno vivere, anzi, è più appropriato dire sopravvivere (sorrisone maligno con tanto di scintillio di canino), per le prossime 12 settimane. Molti telespettatori si staranno chiedendo quali sono le meccaniche del gioco, come verrà scelta la vittima, come sarà possibile individuare l'assassino. Sono domande lecite, perché non sono state svelate fino a stasera e immagino che la curiosità vi stia divorando le viscere. Tenete a freno la vostra smania di conoscenza perché dobbiamo ancora fare la conoscenza di tutti i partecipanti. Siete pronti?" Altro sorriso da bipede pseudofurbastro. "Allora eccoliiiii!"
I monitor alle sue spalle si illuminano, la camera sfiora l'orecchio sinistro di Bruno, rolla verso gli schermi 6x6 e poi si espande completamente sulle immagini. La voce dello speaker ritorna a rombare per dare slancio alla presentazione degli ospiti.
"Uno dei critici musicali più apprezzati di tutti i tempi. Ha scritto alcuni testi rimasti nella storia della musica come "Spostati, Alfredo" e la "Maga Burlina ne fa dieci alla mattina", ecco a voi Riccardo Magonzaaaa!!"
Il critico ha una faccia tonda tutta liscia e rubiconda, capelli di un grigio sporco piantanti nel cranio come gramigna cresciuta qua e là a caso. Alcune zone sembrano vuote, come se ci fosse stato versato sopra del diserbante, e altre con chiazze con ciuffi folti come fasci di canne di bambù. Gli occhi comunque sono vispi e intelligenti, il sorriso accennato sembra sincero. La scheda si compone e il faccione di Magonza sparisce.
"Giornalista affermata di uno dei settimanali più in voga del momento, ha recentemente dato alle stampe il suo primo libro "A chi non piace la pace?" dove critica aspramente la guerra di Marpione. Ospite per ben 42 volte in una settimana al talk show "Prendimi la Cloche": Miseria Pomposaaaa!!!
Sugli schermi appare una biondona un po' in carne con un porro a forma di porro in prossimità della parte sinistra del labbro superiore. Possiede una bellezza paesana, quella di certe matrone chine sui panni da stendere, che le prendi da dietro e patapim patapam . . . ehm, scusate. Occhi azzurri, lineamenti dolci, labbra sensuali (a parte il porro, si intende). Scheda della giornalista, poi tutto scompare e invade di nuovo il campo la voce baritonale.
"Ha militato nelle squadre più blasonate del nostro campionato di calcio. E' stato capocannoniere della nazionale nei mondiali di Pampa Pelosa del 2002, ma a quanto pare non vuole più avere niente a che fare con il mondo del calcio. Ha recentemente dato alle stampe il suo memoriale "Giramento di Palle". Cabrini Mariozzoooo!!!
Lui è bello come il sole, naturalmente se a guardarlo è un astrofisico (il sole, eh, non Mariozzo), mascella da ferrostiro, naso che sembra un capitello corinzio, fisico tipo bronzo di Riace, occhi azzurri, capello biondo scuro liscio tagliato corto. Si sentono sospiri libidinosi in studio, tutte le donne non possono fare a meno di ammirare la beltade dell'ex calciatore. Alcune svengono, sostituite da altri manichini di bell'aspetto.
"E' stata la casalinga dell'anno, sposata con un famoso cantante lirico che ultimamente si è dato al cinema. Ha partecipato alla selezione di Casalinga Mondiale, ma è stata squalificata perché non fa più le faccende domestiche e preferisce dedicarsi alle ospitate nei programmi televisivi. Lei è Florinda Ciornionaaaa!!!
Anche Florinda è di un biondo patinato, ma la sua chioma sembra più una parrucca che il risultato di un paziente e costoso lavoro di acconciatura. Le labbra sono chiaramente rifatte e il trucco è troppo pesante. Nell'insieme sembra un trapperone da strada anche se indossa un vestito da sera che lascia poco all'immaginazione e che comunque per quel che vale potrebbe sfamare la popolazione dell'Uganda per un paio di mesi.
Il secondo blocco di presentazioni viene chiuso dalla sigletta con il coltello che colpisce il televisore. Poi parte una musichina dance e 8 ballerine semibiotte irrompono sulla scena. Hanno canini finti e finto sangue che cola dalle labbra. Si sbattono cercando di seguire la coreografia e divaricano un paio di volte le cosce per lasciare allibiti e turbati i telespettatori di sesso maschile. Poi, per lo sconforto di alcuni, l'inquadratura torna su Donaldo Bucchi.
Uno zampillo di wafer al cioccolato salta fuori da un tappeto fosforescente di soffice crema. La scia di wafer ricade verso il basso e si assesta in forme geometriche e compone una torre eiffel di cialde e cacao. Poi si scompone in una nube zuccherosa stile Preda di Micheal Crichton e va costruire la statua della libertà. In un attimo la paciosa femminona con fiaccola e corona scompare e la nube portentosa ricostruisce in un nanosecondo la torre di Pisa. Una voce fuori campo, bassa e sensuale, dichiara: "wafer marvellous, l'ottava meraviglia dei dolci."
Senza stacco di nero appare il sorriso radioso di Donaldo Bucchi che assomiglia in tutto e per tutto al tappeto di crema di poco prima.
"Bentornati all'Assassino. Come potete vedere alle mie spalle . ." inquadratura aerea del pulmino sbuffante che sta arrancando su un'impervia strada di montagna . . "i nostri eroi stanno raggiungendo la dimora dove dovranno vivere, anzi, è più appropriato dire sopravvivere (sorrisone maligno con tanto di scintillio di canino), per le prossime 12 settimane. Molti telespettatori si staranno chiedendo quali sono le meccaniche del gioco, come verrà scelta la vittima, come sarà possibile individuare l'assassino. Sono domande lecite, perché non sono state svelate fino a stasera e immagino che la curiosità vi stia divorando le viscere. Tenete a freno la vostra smania di conoscenza perché dobbiamo ancora fare la conoscenza di tutti i partecipanti. Siete pronti?" Altro sorriso da bipede pseudofurbastro. "Allora eccoliiiii!"
I monitor alle sue spalle si illuminano, la camera sfiora l'orecchio sinistro di Bruno, rolla verso gli schermi 6x6 e poi si espande completamente sulle immagini. La voce dello speaker ritorna a rombare per dare slancio alla presentazione degli ospiti.
"Uno dei critici musicali più apprezzati di tutti i tempi. Ha scritto alcuni testi rimasti nella storia della musica come "Spostati, Alfredo" e la "Maga Burlina ne fa dieci alla mattina", ecco a voi Riccardo Magonzaaaa!!"
Il critico ha una faccia tonda tutta liscia e rubiconda, capelli di un grigio sporco piantanti nel cranio come gramigna cresciuta qua e là a caso. Alcune zone sembrano vuote, come se ci fosse stato versato sopra del diserbante, e altre con chiazze con ciuffi folti come fasci di canne di bambù. Gli occhi comunque sono vispi e intelligenti, il sorriso accennato sembra sincero. La scheda si compone e il faccione di Magonza sparisce.
"Giornalista affermata di uno dei settimanali più in voga del momento, ha recentemente dato alle stampe il suo primo libro "A chi non piace la pace?" dove critica aspramente la guerra di Marpione. Ospite per ben 42 volte in una settimana al talk show "Prendimi la Cloche": Miseria Pomposaaaa!!!
Sugli schermi appare una biondona un po' in carne con un porro a forma di porro in prossimità della parte sinistra del labbro superiore. Possiede una bellezza paesana, quella di certe matrone chine sui panni da stendere, che le prendi da dietro e patapim patapam . . . ehm, scusate. Occhi azzurri, lineamenti dolci, labbra sensuali (a parte il porro, si intende). Scheda della giornalista, poi tutto scompare e invade di nuovo il campo la voce baritonale.
"Ha militato nelle squadre più blasonate del nostro campionato di calcio. E' stato capocannoniere della nazionale nei mondiali di Pampa Pelosa del 2002, ma a quanto pare non vuole più avere niente a che fare con il mondo del calcio. Ha recentemente dato alle stampe il suo memoriale "Giramento di Palle". Cabrini Mariozzoooo!!!
Lui è bello come il sole, naturalmente se a guardarlo è un astrofisico (il sole, eh, non Mariozzo), mascella da ferrostiro, naso che sembra un capitello corinzio, fisico tipo bronzo di Riace, occhi azzurri, capello biondo scuro liscio tagliato corto. Si sentono sospiri libidinosi in studio, tutte le donne non possono fare a meno di ammirare la beltade dell'ex calciatore. Alcune svengono, sostituite da altri manichini di bell'aspetto.
"E' stata la casalinga dell'anno, sposata con un famoso cantante lirico che ultimamente si è dato al cinema. Ha partecipato alla selezione di Casalinga Mondiale, ma è stata squalificata perché non fa più le faccende domestiche e preferisce dedicarsi alle ospitate nei programmi televisivi. Lei è Florinda Ciornionaaaa!!!
Anche Florinda è di un biondo patinato, ma la sua chioma sembra più una parrucca che il risultato di un paziente e costoso lavoro di acconciatura. Le labbra sono chiaramente rifatte e il trucco è troppo pesante. Nell'insieme sembra un trapperone da strada anche se indossa un vestito da sera che lascia poco all'immaginazione e che comunque per quel che vale potrebbe sfamare la popolazione dell'Uganda per un paio di mesi.
Il secondo blocco di presentazioni viene chiuso dalla sigletta con il coltello che colpisce il televisore. Poi parte una musichina dance e 8 ballerine semibiotte irrompono sulla scena. Hanno canini finti e finto sangue che cola dalle labbra. Si sbattono cercando di seguire la coreografia e divaricano un paio di volte le cosce per lasciare allibiti e turbati i telespettatori di sesso maschile. Poi, per lo sconforto di alcuni, l'inquadratura torna su Donaldo Bucchi.
Iscriviti a:
Post (Atom)