Del demone dei videogiochi parlo in Netgamers.
Ma perché lo ritiro in ballo ora? Perché io non riesco a sconfiggerlo e forse
non voglio.
È un fedele compagno che mi ha accompagnato per decenni, direi da
quando negli anni ottanta è entrata una delle prime console da casa, e poi più
tardi lo spectrum 48k, l'Amiga e i Personal Computer.
In tutti questi anni, quasi trenta ormai, ce la siamo spassata. Ho trascorso
piacevoli ore e a volte anche giornate in mondi virtuali, trascurando lo
studio, il lavoro e, ahimè, la scrittura.
Questo non mi ha impedito di scrivere una decina di romanzi, ma ho
come il sospetto, anzi, è quasi una certezza, che senza il demone ne avrei
scritti molti di più.
Forse, però, senza di lui non avrei potuto alimentare il mio immaginario e
creare appunto Netgamers.
È tutta una contraddizione, lo so, come tutte le passioni forti nasconde
risvolti negativi e positivi.
Nemmeno ultimamente riesco a darmi una regolata. Nel senso che mi metto di
buona volontà, imposto delle scadenze, delle tabelle di marcia (tipo scrivere
1000 parole al giorno), e ci sono dei periodi in cui riesco a rispettarle. Ma
poi, immancabilmente, come se fossi in crisi di astinenza, devo buttarmi su
qualche videogiochi, per scaricare e alimentare quella voglia di fantastico che
da sempre brama in me.
Credo che non ci sia soluzione.
Non posso combattere il demone, devo solo
conviverci.
Nessun commento:
Posta un commento