Con l'andare dell'età (ahimé, quest'anno sono 46) e dei fatti della vita, cambiano le prospettive. Ho scoperto l'acqua calda, lo so, ma sono quelle cose che ti ripetono gli altri, i parenti, gli amici, e a cui tu stenti a credere. A me non capiterà, bla bla.
E invece succede. Non cambi solo modo di affrontare i problemi, ma anche approccio alla vita e al prossimo. Per me, oltre al passare del tempo, è anche il fatto di essere diventato padre. È cambiato tutto: le priorità, le responsabilità, ecc, ecc, ma anche la sensibilità verso determinati argomenti (anche qui l'acqua calda, con una scorza di lime, grazie).
Quando vedo un film, quando leggo un libro, in cui sono coinvolti i sentimenti (amore, orgoglio, odio, pregiudizio e stokazzo), mi scopro a piangere come un maiale sgozzato. Ma lacrime, eh. Quelle vere. Anche su scene palesemente artefatte per suscitare quel tipo di reazione. Sono diventato una mozzarella, e nemmeno di marca.
Mi sta capitando anche nella scrittura. Badate bene, non è che piango a ogni paragrafo, anzi, non piango affatto, ma mi sono accorto che lo sviluppo e la mappatura caratteriale di determinati personaggi è stata arrichita da questa mia nuova sensibilità (e grazie al cazzo, direte voi).
È palese in Abisso di Anime. E in effetti diverse persone che l'hanno letto, mi hanno confermato di essersi commosse su alcuni passaggi particolarmente toccanti che io (con malizia, direi) ho costruito giustappunto per provocare questo tipo di emozioni.
Con questo non voglio dire che il mio prossimo romanzo sarà pubblicato da Harmony con il titolo Lacrime di Padre, ma che probabilmente l'intelaiatura emotiva dei miei personaggi risulterà un filo più complessa e che, ci saranno personaggi padri e personaggi figli.
Però Lacrime di padre è lì, pronto a essere sfornato, quindi tremate, peggio di un horror.
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