Credo di averne parlato fino alla nausea, ma ancora oggi per
email mi arrivano proposte di pubblicazione a pagamento.
Mi pare strano parlarne, nel 2016, con l'evoluzione che sta subendo il mercato.
Eppure, evidentemente, queste aziende resistono, facendo soldi su le schiere di
grafomani e aspiranti scrittori che affollano il Belpaese.
Anche se in passato ho pubblicato con questo tipo di editori, e, anzi, proprio
per questo posso affermare che non c'è nessun valore aggiunto nell'affidarsi a
questa possibilità per vedere la propria opera in forma di libro.
I contratti proposti non sono mai vantaggiosi per l'autore. Gli editori a
pagamento fanno scarsa promozione o nessuna, nemmeno sui social. Nella maggior
parte dei casi non hanno distribuzione, o distribuiscono online con prezzi
spesso troppo alti. Quelli più onesti propongono contratti di poche migliaia di
euro per stampare alcune centinaia di libri, altri arrivano a prezzi molto più
alti.
Il core business di queste aziende non è pubblicare libri, ma spennare quei
poveri autori, sprovveduti, che hanno il loro manoscritto nel cassetto e lo
vogliono tenere tra le mani, far leggere agli amici e ai parenti. Un editore
dovrebbe credere nei propri autori, come una squadra di calcio tiene ai propri
giocatori.
Certo, essere un editore nel vero senso del termine non è semplice, e anche qui
parlo per esperienza. Ci si scontra con un mondo che ancora si basa su meccanismi
obsoleti, e il margine di guadagno è veramente risicato.
Quindi mi sento dire, a tutti coloro che vogliono pubblicare un romanzo, non
fatelo con editori a pagamento. Scegliete la via tradizionale, oppure,
semplicemente, fate da soli, perché nel 2016 è possibile con diversi strumenti
e diversi siti.
Non fatevi abbindolare.
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