Raimondo Mirabile, futurista

Una minaccia ALIENA.
Un delirio FUTURISTA di volontà e potenza.
Un’alchimia PARANORMALE.
All’alba del ventesimo secolo, in una Milano assoggettata a una misteriosa società segreta, il destino dell’umanità dipende dalle scelte di un uomo.
E del suo maggiordomo.

Raimondo Mirabile, futurista, di Graziano Versace.
In libreria per Eclissi, Edizioni XII, dal 15 marzo 2010.

Il 18° Vampiro di Claudio Vergnani

Titolo: Il diciottesimo vampiro
Autore: Claudio Vergnani
Anno: 2009, 544 pag.
Editore: Gargoyle
"...sbarco il lunario uccidendo vampiri. Non è un compito difficile, ed è sempre meglio che lavorare. lo e i miei compagni li distruggiamo durante il giorno, mentre dormono il loro sonno di morte, nascosti nei loro miserabili covi. Non possono reagire. Un paio di colpi di mazzuolo ed è fatta. Forse non è il mestiere più bello del mondo, ma è facile e socialmente utile. Non occorrono coraggio o particolare determinazione. Non serve essere animati dal sacro fuoco della giustizia. Serve solo un po' di pratica e tanta disperazione. Per certi versi è come la disinfestazione di topi o insetti: fai quello che devi fare, sopportando il disgusto, e poi te ne torni a casa. Sempre che non si finisca per esagerare, per passare la misura. Il problema è che non sapevo che esistesse un confine. L'ho saputo solo dopo averlo oltrepassato. E, a quel punto, tornare indietro non era più possibile..."
Mi sono avvicinato a questo libro leggendo le recensioni di altri blog, su consigli di amici e collaboratori di XII. L'approccio quindi è stato quello delle grandi aspettative.
In un primo momento sono rimasto spiazzato dall'approccio molto colloquiale e introspettivo, dovuto alla prima persona. Con questo tipo di impostazione si corre il rischio di indisporre immediatamente il lettore se trova la caratterizzazione del protagonista non nelle sue corde, se non riesce a immedesimarsi. Di contro, la narrazione diventa molto coinvolgente se si riesce a calarsi nei panni del personaggio.
Claudio, il protagonista, è l'antieroe per eccellenza, maltrattato dalla vita, disoccupato, tira a campare, si lascia sopravvivere e... ammazza vampiri. La caratterizzazione è azzeccata, forse perché Vergnani si è calato completamente nel ruolo, dandogli persino il proprio nome e quindi ha infuso passione, passione che si legge tra le righe, pensieri che sono i suoi passati alla carta e che escono dalla bocca del protagonista e frullano nei suoi pensieri.
Il contorno dell'Emilia e la localizzazione totalmente nostrana aumenta questa sensazione di immersione e immedesimazione nella storia e nei personaggi che vi gravitano attorno. Questi sono essenzialmente come lui, degli emarginati di una società troppo caotica e arrivista, e uno in particolare sembra un'altra proiezione dell'autore, forse la sua parte più sporca e maledetta.
Tutto questo per dire che, nonostante le aspettative, questo romanzo mi ha catturato, non subito, non dalla prima pagina, ma piano piano, tirandomi dentro poco alla volta.
Alla fine, come capita con i migliori, mi è dispiaciuto finirlo, mi è mancata la compagnia di Claudio, Vergy e dell'amica.
Tirando le somme quindi, al di là della storia, che a parer mio a volte ha dei tempi morti un po' troppo lunghi, la forza di questo romanzo sono i personaggi, l'atmosfera, l'ambientazione, e l'idea che sta alla base.
I difetti appunto, nonostante l'affezione per i personaggi, sono forse alcuni passaggi prolissi: gli spostamenti, alcuni momenti di stanca tra un evento e l'altro. L'uso, a volte eccessivo, di citazioni da altre opere, che alla lunga risulta irritante. Un altro appunto va fatto a diversi refusi trovati qua e là, ma so benissimo che non è facile fare un editing accurato di un manoscritto. Errori ortografici come qual è con l'apostrofo e soprattutto con un t sola però lasciano perplessi.
Nel complesso quindi un buon romanzo che avrebbe potuto raggiungere l'optimum con una punta di attenzione in più per l'editing e la lunghezza di alcuni passaggi.
GIUDIZIO: 4 su 5

Finalisti USAM Showdown e USAM Febbraio

So già che non ci state nelle mutande e allora vado a elencarvi la classifica finale di USAM Showdown 2010:
1 - I Monacheddi di Simone Lega
2 - La Vita nella Bottiglia di Alfredo Mogavero
3 - Stella Stellina di Marica Petrolati
3 - Volevo essere Spud! di Nicola Roserba
4 - La Piazza sui Binari di Alberto Priora
4 - Ranocchio di Stefano Pastor
Complimentoni a Simone che vince questa edizione e i superpremi in palio.
Invece per USAM Gennaio XXIV edizione la classifica finale è la seguente:
1 - Le Balene di Maath di Giuseppe Agnoletti
2 - Il libro di Malanina di Luigi Musolino
3 - Invasione Ordinaria di Alberto Priora
3 - La bella lavanderina di Andrea Viscusi
4 - Cortile di Stefano Pastor
Complimenti a Giuseppe per questa bella vittoria e grazie a tutti i partecipanti.
Vi aspetto numerosi e scribacchiosi alla XXV edizione!

Finalisti USAM Showdown e USAM Febbraio

Ecco i finalisti dell'edizione speciale di Una Storia al Mese - USAM Showdown 2010 - che ha visto protagonisti i migliori racconti delle ultime 11 edizioni di USAM.

1 - I Monacheddi di Simone Lega
2 - La Piazza sui Binari di Alberto Priora
3 - La Vita nella Bottiglia di Alfredo Mogavero
4 - Ranocchio di Stefano Pastor
5 - Stella Stellina di Marica Petrolati
6 - Volevo essere Spud! di Nicola Roserba

È stato un civile e onesto confronto fra i giurati, come ogni mese, a determinare invece la scelta dei finalisti di USAM ordinario. (ancora il sangue e altri fluidi corporei stanno defluendo alla terra in coreografici rigagnoli)
Eccoli qua!

1 - Cortile di Stefano Pastor
2 - Il libro di Malanina di Luigi Musolino
3 - Invasione Ordinaria di Alberto Priora
4 - La bella lavanderina di Andrea Viscusi
5 - Le Balene di Maath di Giuseppe Agnoletti

Onore ai finalisti e un ringraziamento speciale a tutti i partecipanti.

Il Segreto del Morbillaio in uscita il 7 marzo

È con più di una punta di orgoglio che Edizioni XII annuncia la data di uscita del vincitore del Premio iNarratori 2008 per il miglior romanzo Fantastico. Dal 7 marzo 2010, infatti, sarà disponibile in libreria Il Segreto del Morbillaio, di Danilo Giovanelli.

Un poeta. Il suo segreto. Uno scontro sbilenco e surreale.
L’unico, grande, orgoglio di Vermiziano – borgo fatto di geometrie iperboliche e personaggi eccentrici – è Saturnetto Vinceslovo detto Morbillaio, che qui nacque, visse e vergò i suoi versi immortali. Ma cosa accade quando viene dissepolto un preziosissimo manoscritto inedito del defunto vate? Di tutto. Su un fronte il club dei vetusti “Amici del Morbillaio”, che vuole proteggere l’immagine austera del letterato; sull’altro un bislacco gruppo di ragazzini decisi a scoprire la verità sul poeta.

E tu sei pronto a scoprire cosa nasconde il Morbillaio?
Il tutto corredato da esilaranti illustrazioni originali, opera dell'autore stesso. Di Giovanelli anche l'illustrazione di copertina, colorata dagli artisti di Diramazioni.

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L' Accalappiastreghe di Walter Moers

Titolo: L' accalappiastreghe
Autore: Walter Moers
Anno 2008, 413 pag.
Editore Salani
Descrizione: Malfrosto venne sempre più vicino, si fermò infine davanti al cratto, si chinò su di lui e l'osservò, a lungo e spietatamente. Il vento gli faceva fremere l'ossuto collare e gli occhi scintillarono di scoperta e maligna soddisfazione di fronte alle evidenti sofferenze d'una creatura in procinto di tirare il calzino. Il puzzo di ammoniaca e etere, di zolfo e petrolio, di acido prussico e essenza cadaverica penetrò come un fascio d'aghi affilati nel sensibile nasino di Eco, ma lui non si spostò d'un dito. "Mi fa la carità, signor accalappiastreghe municipale?" gnaulò miserevolmente. "Ho una fame tremenda". Lo sguardo di Malfrosto s'accese di lampi ancor più demoniaci, e un largo ghigno gli comparve sulla facciaccia pallida. Sfoderò l'indice lungo e secco per solleticare le costole sporgenti di Eco. "Sai parlare?" domandò. "Dunque non sei un gatto qualunque, ma un crattino. Uno degli ultimi esemplari della tua specie". Gli occhi di Malfrosto si strinsero quasi impercettibilmente. "Che ne diresti di vendermi il tuo grasso?"

Di Moers aveva già letto La Città dei Libri Sognanti, libro bello e coinvolgente. Avevo apprezzato al tempo l'intelligenza e la sconfinata fantasia dell'autore e il suo modo di proporre la storia e dipanarla nel tessuto narrativo.
Con L'Accalappiastreghe questa caratteristica di Moers viene confermata, l'autore ha un potere immaginifico superlativo e lo applica alla storia egragiamente, costruendo un romanzo divertente, emozionante e avvincente. Il suo stile e la costruzione narrativa mi ricordano in un certo qualmodo Michael Ende, per la vasta capacità di creare il fantastico.
I personaggi sono come al solito caratterizzati in modo splendido, sono veramente pochi rispetto all'universo multicolore e multiforma de La Città dei Libri Sognanti, ma sono comunque spassosi e irriverenti come tutti quelli trovati nell'altro libro.
L'Accalappiastreghe è un'esperienza appagante, da consigliare a chiunque: a chi vuole nutrire la propria fantasia, a chi ancora gioca con il suo fanciullo interiore.
Sull'onda di questo entusiasmo ho acquistato quasi tutti gli altri romanzi di Moers e credo che vi annoierò ancora con altre recensioni di questo autore, perché ne vale veramente la pena.
Difetti? Se proprio proprio se ne vuole cercare qualcuno, direi che a volte l'eccesso di fantasia porta l'autore a divagare un po' troppo, come ad esempio le digressioni delle varie portate preparate da Succubio Malfrosto e le varie degustazioni di vini e cibi. Divertenti, ma a volte un po' troppo lunghe.
In conclusione dico che questo è un altro piccolo capolavoro di Moers e se cercate qualcosa di imprevedibile e inaspettato, questo è il libro che fa per voi.
GIUDIZIO: 4 su 5

Orphan

di Jaume Collet-Serra.
Con Vera Farmiga, Peter Sarsgaard, Isabelle Fuhrman, CCH Pounder, Jimmy Bennett.
Horror, durata 123 min.
USA, Canada 2009
Warner Bros
La famiglia Coleman ha un vuoto incolmabile. Nonostante due figli e una situazione economica solida un aborto ha lasciato una ferita e la risposta sembra essere l'adozione della piccola Esther, bambina di circa 12 anni che li folgora all'orfanotrofio con il suo acume e il suo candore. Una volta con loro però accadono tanti piccoli incidenti ed Esther è sempre al centro dei problemi non nascondendo ai fratelli acquisiti il suo istinto malvagio e i piani precisi dietro ogni mossa. La preoccupazione è tale che i genitori decidono di informarsi sul suo passato ma all'orfanotrofio non hanno informazioni su di lei precedenti il suo arrivo.

Un horror che non punta a mostri assassini, sangue, budella, splatter e zombie/vampiri ricombinati. Punta tutto sulla suspense, e questi sono i film che preferisco.
Certo, Orphan non brilla di originalità, la bambina cattiva cattiva e assassina l'abbiamo già vista in diversi film, e la famiglia che si trova in casa il mostro è ormai uno stereotipo. Detto questo, l'horror che non coinvolge la sfera del paranormale è quello più difficile da scrivere. Orphan riesce in parte in questa impresa.
La prima parte è lenta, con un ritmo da latte alle ginocchia, soprattutto il primo tempo ha l'aspetto di una commedia con risvolti inquietanti, poi, dal secondo tempo il ritmo cambia, il film ingrana e vira decisamente verso l'horror. La sensazione non è di stacco netto, è un crescendo progressivo, il tutto è funzionale alla trama, alle prerogative che si innestano a inizio racconto.
Banale l'inizio, che non aggiunge nulla al film, con la funzione di spiegare la paure della madre, ma che viene dedotto comunque dallo spettatore con le scene successive. Difatti sembra iniziare come un pessimo horror di serie z, per poi riprendersi, dando quasi un senso di spaesamento dovuto all'approccio morbido conseguente.
In buona sostanza il film risulta inquietante quel tanto da tenere incollati al divano, e il mistero legato alla bambina adottata trascina fino alla fine con la svolta a sorpresa, quasi inaspettata, ma comunque deducibile da alcuni piccoli indizi.
Tutto sommato vale la pena vederlo, per regalarsi qualche piccolo brivido inaspettato.

GIUDIZIO: 3 su 5

Bioshock 2

Sviluppatore: 2K Marin
Pubblicazione: 2K Games
Distributore: 2K Games
Genere: Sparatutto in prima persona (FPS)

Dopo alcuni anni ritorno a Rapture, ed è bello ritrovare i vecchi amici ricombinati, le sorelline, e fuori le profondità degli abissi con scenari mozzafiato e tutta quella fauna marina che popola quel mondo sconosciuto. L'atmosfera cupa, retrò, l'art decò del dopoguerra e, soprattutto, l'ADAM che mi ricombina il DNA, in combinazioni letali...
Dopo la doverosa e inutile premessa, la prima cosa che mi viene in mente è: Bioshock 2 è un capolavoro come il suo predecessore, punto. Gli sviluppatori hanno cambiato ben poco del atmosfera che si respirava nel primo capitolo, ed è un gran bene, perchè il piatto forte di questo titolo è proprio la trama, cioè, uno dei punti di forza, perché ogni dettaglio, ogni particolare è stato studiato a dovere, per la totale immersione (:)) nel mondo di Rapture. Questo è un'altro degli elementi basilari per far sì che un videogames superi la barriera del passatempo e diventi esperienza ludica totale. Se giocate al buio, di notte, con le cuffie, potreste alienarvi talmente tanto da pensare di essere realmente all'interno dell'armatura di un Big Daddy.
Come? Ah già, in questo secondo capitolo impersonate proprio uno di quei mostri con lo scafandro, alla ricerca della sorellina a cui siete legati a doppio filo, perché siete uno dei primi e più antichi Daddy. Naturalmente la storia è molto più complessa e coinvolge vecchie e nuove conoscenze del mondo di Rapture, ma non voglio rovinarvi la sorpresa con inutili spoiler.
Altra novita è la Big Sister, letale Daddy al femminile, più veloce e agile, sicuramente un osso duro da buttar giù. Particolare spettacolare è la possibilità, in quanto BD, di camminare sui fondali marini o in livelli allagati, sensazione particolarissima che il primo episodio non aveva.
Non ho trovato difetti, o meglio, mi dicono che il multiplayer poteva essere un pelino migliore, ma io non l'ho provato e non posso giudicare quell'aspetto.
Per quanto riguarda il single, tanto di cappello, in ogni reparto, da quello grafico, al sonoro. Inoltre l'Unreal Engine 3, rodato motore grafico, non ha problemi a girare anche su pc datati. Basta una buona scheda video, 2gb di ram e anche al massimo dei dettagli, non perde un colpo. Abbassando i dettagli, anche se è un delitto, il gioco è fluidissimo, quindi immagino possa girare discretamente anche con una scheda da 256mb.
Il gameplay è creativo, nel senso che questo non è il classico fps dove devi sparare a tutto quello che si muove e procedere come un rullo compressore, anche se sarebbe plausibile vista la mole e la stazza del vostro alter-ego, ma le situazioni di combattimento pensate dai programmatori sono aperte e gestibili in modo intelligente, sfruttando tutte le risorse dell'ambiente che vi circonda. Inoltre bisogna un pelo pianificare, visto che i livelli sono più strutturati rispetto al primo capitolo, e succederà di dover tornare spesso sui propri passi. Quindi farsi amiche torrette, droni e telecamere, potrebbe facilitare di molto il vostro lavoro.
Insomma, se volete un'esperienza di gioco totale, appagante, divertente e coinvolgente, non lasciatevi scappare questo titolo, che entre, come il suo predecessore, nell'olimpo dei videogiochi migliori di tutti i tempi.
VOTO: 9/10

Il Mondo dei Replicanti

di Jonathan Mostow. Con Bruce Willis, Radha Mitchell, Rosamund Pike, James Francis Ginty, Boris Kodjoe.

Titolo originale: Surrogates.
Azione, durata 95 min.
USA 2009. - Walt Disney

TRAMA: L'agente Greer e l'agente Peters sono chiamati a investigare sull'uccisione del figlio del dottor Lionel Canter. In realtà nessuno dei tre è umano. Né Greer, né la sua collega né tantomeno il figlio di Canter. Costui è l'inventore dei ‘Surrogati', automi che assumono l'aspetto che ogni umano desidera, uscendo in sua vecenella vita reale e lasciando il proprio ‘originale' in carne ed ossa a casa al sicuro. Nel mondo ce ne sono ormai un miliardo ma sta accadendo qualcosa di molto strano e pericoloso per loro: sembra esserci un virus che, uccidendo il simulacro di cavi e acciaio, distrugge anche il cervello dell'umano a lui collegato. Greer vuole andare a fondo; dapprima come macchina e in seguito come essere umano

Ispirato a un fumetto di Robert Venditti e Brett Weldele, Il Mondo dei Replicanti pesca a piene mani dalla fantascienza classica e mette in campo valori umani per misurarsi con l'etica di un mondo possibile prossimo futuro. Lo scontro tra l'essere e l'apparire, l'alter-ego, l'avatar, la chirurgia estetica, mescolando anche qualcosa alla Asimov. Il tutto ben miscelato, in un film senza colpi di scena eclatanti, con una buona dose di azione e quel pizzico di ironia che non guasta.
Da questo calderone ne esce un film godibile, divertente, che intrattiene, e solleva dubbi, già affrontati centinaia di volte, da altri film, tra cui il plurimiliardario Avatar.
Sintomatico di una generazione che inizia a interrogarsi sugli scenari del proprio futuro, se non prossimo, forse vicino.
Bruce Willis, da vecchio leone della pellicola, non sfigura, è nella parte, gli altri orbitano intorno alla stella. Fa impressione vedere il suo surrogato, biondo, liscio e con un sorriso gommoso e storto, meglio quando diventa sporco e cattivo, e, soprattutto, umano. Ricorda un po' il Willis di Die Hard.
Per il resto, niente infamia e niente lode, sembra un film già visto, ma uno di quelli che comunque ti lasciano qualcosa e ti fanno passare due ore piacevoli.
GIUDIZIO: 3 su 5

Incontro con Riccardo Coltri a Bussolengo, il 14 Febbraio

A Bussolengo (VR), domenica 14 Febbraio, dalle ore 11, Riccardo Coltri sarà alla libreria edicola Marina, in Piazza della Vittoria 40 per un incontro con i lettori. L'evento avverrà in parallelo alla celebre Festa di San Valentino che aprirà i battenti proprio in quelle ore.
Sarà possibile discutere con l'autore e approfondire la conoscenza delle sue opere, tra cui La corsa selvatica, uscito il 21 Novembre scorso per Edizioni XII. Sarà inoltre l'occasione buona per fargli autografare la tua copia del libro o per acquistarne una, con dedica, sul momento.
Riccardo Coltri è interprete di un genere a cavallo tra fantastico e horror, che attinge nel profondo del folclore e delle leggende alpine e mediterranee in una miscela personalissima e affascinante, portandoci verso un tempo e un mondo che potrebbero esistere (e forse sono esistiti) giusto fuori dalla porta di casa nostra; scrittura elegante, cattiveria, e una reale capacità di inquietare il lettore completano il quadro di uno degli autori nostrani più interessanti.

Vai alla scheda libro de La corsa selvatica >>
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Processo Alieno

Arrivarono il 21 dicembre 2012. Astronavi enormi, grandi quasi quanto la luna, sganciarono navette modeste, con un estensione di una ventina di ettari.
L'umanità non era pronta a un'invasione aliena. Milioni di libri aveva descritto quel giorno come la svolta, la fine, un nuovo inizio, allineamento della Terra con il centro dell'universo, un pianeta dall'orbita troppo ellittica in avvicinamento o semplicemente la fine di un calendario di un popolo scomparso da millenni. Invece era il giorno del contatto.
Come in Indipendence Day scesero sulle maggiori città della terra, per prima però Baghdad e, stranamente, non New York o Washington, ma alle 21 del 21 si allinearono.
Iniziarono saccheggi, scontri, suicidi, scene di giubilo e manifestazioni per l'arrivo dei salvatori. In tutte le nazioni si cercò il primo contatto, senza successo. Alle 21 e 21 in mondofonia una voce metallica parlò.

"Abitanti della Terra, sono Arzan Magona, comandante supremo della flotta stellare Rizian, proveniamo dal sistema stellare che voi chiamate Orione, il nostro pianeta, Riazian, purtroppo è stato distrutto da una tempesta magnetica proveniente dalla nostra stella, evento che avevamo previsto ma a cui non siamo riusciti a rimediare. Quindi siamo partiti alla ricerca di un pianeta che potesse ospitarci e il vostro è risultato essere il più vicino e il più adatto.
Popoli della Terra, mi duole però informarvi che siete in troppi là sotto e che buona parte di voi dovranno essere positivamente terminati.
Non opponete resistenza: la vostra tecnologia non può far nulla contro le nostra astronavi, vi preghiamo, gentilmente, di rimanere nelle vostre dimore per rendere più agevole il nostro sbarco. Dopodiché avrà inizio il Giudizio."

Non appena Arzan Magona aveva pronunciato le sillabe 'ter' e 'mi', la maggior parte delle nazioni del mondo aveva lanciato missili terra-aria contro le astronavi e centinaia di caccia per tentare di eliminare la minaccia. Ma Arzan aveva ragione: tecnologia scadente. Tutti i tentativi andarono a vuoto, infrangendosi contro gli scudi alieni. A quel punto molta gente iniziò a suicidarsi, a scappare in luoghi impervi e inaccessibili. Scoppiarono altri tumulti e ci furono altri saccheggi. Nel frattempo le truppe di invasione Rizian erano già a terra e immobilizzavano tutti quelli che gli capitavano a tiro, senza uccidere nessuno. Scovarono praticamente tutti nel giro di qualche settimana, anche chi si era infilato nelle grotte più profonde e nelle zone più inaccessili del pianeta, tutti in sospensione criogena e tutti stipati in astronavi-tribunale.

"Che il Giudizio abbia inizio", ordinò Arzan Magona. Lui era il giudice numero uno, primo di una schiera di diecimila che dovevano giudicare tutti gli abitanti della terra, per comprendere chi era degno di continuare a esistere e chi no. Il metro di giudizio era basato su regole stabilite dall'Alto Consiglio, ma comunque interpretabili.

Il giudice numero 5496, ubicato a Roma, fece entrare il suo primo imputato. Apparve un uomo di bassa statura, sorridente, vestito di tutto punto e con in testa della cenere a simulare il cuio capelluto. Il giudice diede una rapida occhiata al suo file, poi attese che l'uomo si accomodasse. Erano soli, alieno e umano, nessun altro doveva giudicare. L'uomo osservò l'alieno, sempre ostentando il suo sorriso abbagliante. Il Riaziano era in tutto e per tutto simile a un umano, fatta eccezione per il naso, che non c'era, o meglio, al suo posto c'erano solo due minuscole fessure. La carnagione inoltre era un po' grigiastra.
"Perché dovremmo salvarla?" domandò 5496 all'uomo.
"Perché io sono il premier di questa nazione, cribbio! Sono intelligente, sono carismatico, la gente mi ascolta, ho mani in pasta dappertutto, e poi... ho molto denaro..."
"Signor premier, lei comprende che i valori che esistevano prima su questo pianeta ora non hanno più senso? A noi il vostro denaro non serve, ci occorrono persone volenterose, che sappiano lavorare, faticare, far funzionare macchinari, gente che abbia un qualche talento creativo, che possa creare nuove opere."
"Io posso..."
"Lei non ci è di nessuna utilità."
"Mi consenta, voi non potete, io sono il premier!"
"Il soggetto Italia1 verrà eliminato!" sentenziò il giudice.
"No!" ululò il premier scagliandosi contro il giudice.
Venne congelato immediatamente da un raggio criogeno.

Dopo che ebbero sgomberato la stanza dall'uomo di bassa statura, venne il turno del secondo imputato. Entrò un uomo dal viso inquietante, vestito totalmente di bianco. 5496 lesse velocemente il file e poi attese che l'uomo anziano si accomodasse.
"Perché dovremmo salvarla?"
"Perché io sono il capo spirituale di una vasta comunità religiosa, la gente mi ama, mi segue, ascolta la mia parola. Le masse mi seguirebbero. Adesso più che mai, in questo momento di sbandamento."
"Lei non ci serve, sappiamo benissimo come trattare le masse, e non abbiamo bisogno di una religione, noi l'abbiamo abolita millenni fa, ora usiamo il buon senso. Su questo pianeta avete più religioni che specie erbivore."
"Dio vi punirà per questo!"
"Dio non esiste, l'avete inventato per comodità. Il soggetto Italia2 verrà eliminato."
Prima che l'uomo in bianco potesse ribattere, un raggio criogeno lo immobilizzò.
I Riazian non sbagliano due volte.

Dopo due mesi entrò il soggetto n.268881. 5496 controllò il file. Era una donna anziana, con il viso solcato da profonde rughe, ingobbita, con un bastone per arrancare.
"Che m'avete chiamata a fare?" disse con forte accento toscano.
"Dobbiamo giudicare tutti," rispose prontamente 5496.
"Io so già bella che morta, che dovete giudicare?"
"I nostri parametri di guidizio potrebbero stupirla, signora Margherita."
"Io ormai sono vecchia, incartapecorita, non valgo più nulla, facciamola finita alla svelta."
"Lei è uno scienziato, uno dei più brillanti di questo paese e tra le menti eccelse di questo pianeta. Noi vorremmo preservare la sua mente e donarle un nuovo corpo in cui abitare."
La donna fissò incredula con i suoi occhi vispi e intelligenti l'alieno.
"Non mi state pigliando per il culo, vero?"
"No, il nostro intento è preservare il sapere dell'universo e le menti più illuminate, naturalmente lei può scegliere di essere comunque terminata."
"Praticamente sarei clonata in un nuovo corpo."
"Esatto."
La scienziata parve pensarci qualche secondo, poi sorrise.
"Accetto."
"Molto bene."
"Posso fare una domanda?"
"Certo."
"Ma perché avete scelto proprio questa data?"
"Fa riferimento alle stupide leggende di questo pianeta?"
"Esattamente."
"Pura casualità."
Margherita sorrise e venne scortata fuori.

Da oggi, in libreria, In due si uccide meglio

In due si uccide meglio, di Giuseppe Pastore e Stefano Valbonesi, è disponibile, da oggi, in libreria.

Storie di persone che uccidono, che lo fanno in due, e che dalla condivisione dell’esperienza traggono maggior eccitazione e sicurezza.
Una serie di coppie di mostri esaminate in ricchi capitoli narrativi di lettura scorrevole, affiancati da lucidi approfondimenti teorici.

Dalla prefazione di Ruben De Luca
È proprio questo il grosso problema dell’omicidio seriale in coppia: si tratta di un’azione mostruosa messa in atto da due persone, due individui distinti che la trovano piacevole e gratificante come se si trattasse di andare insieme al cinema o a mangiare la pizza. E questo evento disturba nel profondo la società umana. La condivisione dell’aberrazione automaticamente toglie forza all’onnipresente tesi della pazzia, della malattia mentale, che viene estratta dal cilindro ogni volta in cui c’è da trovare una spiegazione per un comportamento del genere.

E non dimenticate che sull' eshop di Edizioni XII In due si uccide meglio è disponibile anche in bundle con Diario Pulp, l'ultimo, truce, romanzo di Strumm.

-> il booktrailer
-> la copertina

District 9

Titolo: District 9
di Neill Blomkamp. Con Sharlto Copley, David James, Jason Cope, Vanessa Haywood.
Fantascienza, durata 112 min. - USA 2009
Sony Pictures
Negli anni '80 sono arrivati gli alieni. Stavolta però non sono atterrati a Manhattan o in qualche sperduto paesino campagnolo degli Stati Uniti ma si sono fermati con un'astronave gigante sopra Johannesburg senza muoversi più. C'è stato bisogno che un convoglio terrestre andasse a vedere cosa conteneva quella nave apparentemente immobile per scoprire milioni di alieni denutriti, sporchi e in condizioni pessime. Da quel momento per 20 anni i visitatori sono stati stipati in una baraccopoli di Johannesburg creata per l'occasione: il distretto 9. Un luogo dove le creature da un altro pianeta sono trattate come animali, dove regnano caos e anarchia e dal quale ogni tanto scappano facendo incursioni in città che non portano altro che risentimento e xenofobia nella popolazione locale. Ora è arrivato il momento di spostarli da qualche altra parte, ma loro è a casa che vogliono tornare.
Questo è uno di quei film con effetto opposto alle aspettive riposte. Sì, mi è piaciuto, però, ovviamente, mi aspettavo qualcosina di più. Tanto per cominciare il plot non è per niente originale, mette in campo i soliti valori delle differenze razziali, xenofobia e tutto quello che ne consegue. La novità sta forse nel fatto che gli emarginati sono alieni, tutto qui, ma la sostanza vista in altri film/libri non è diversa. Inoltre il tessuto della trama è intuibile fin dall'inizio, si capisce immediatamente dove andrà a parare e come finirà.
Detto questo, il film è comunque piacevole, scattante, brioso, divertente e soddisfacente dal punto di vista dell'azione e degli effetti speciali. Interessante il gioco di inquadrature che passa attraverso la testimonianza di varie telecamere, mixata con la presa diretta reale.
Già vista anche la trasformazione del protagonista superficiale, inetto e antipatico, nell'eroe, nel salvatore che nel momento del pericolo e del bisogno ha una scarica di adrenalina e si trasforma in condottiero. Comunque non stona, ed è coerente con il contesto.
District 9 cavalca la moda del momento, quello di narrare le diversità a confronto/scontro, in un mondo in cui le differenze razziali la stanno facendo da padrone ancora una volta, dove la paura e l'odio sono i mezzi per assicurarsi fette di mercato e speculazioni, la scusa per far scoppiare nuove e proficue guerre. Forse queste cose non sono mai passate di moda e quindi saranno sempre alla ribalta nella cultura di ogni tempo. Probabilmente è utopico pensare a una convivenza pacifica dei popoli, siano essi di un altro mondo o appartenenti alla stesso pianeta.
In conclusione credo che questo film meriti di essere visto, perché confezionato in modo egregio e regala ore di intrattenimento spensierato, naturalmente per chi non vuole riflettere e approfondire.

USAM XXIV edizione

Anche questo mese si è composta relativamente presto la lista dei 15 partecipanti a USAM - Una Storia al Mese - XXIV edizione. Ecco i racconti in gara:

1 - Real Star Wars, di di Maurizio Bertino
2 - L'impiccato, di Ida Sanfilippo
3 - Cortile, di Stefano Pastor
4 - Angelo, il volo KM422 e cose come i vuoti emotivi, le molecole di inchiostro e la stasi, di Roberto Bommarito
5 - I pesci del comandante, di Simone M. Navarra
6 - Il Balcone, di /Screaming
7 - La bella lavanderina, di Andrea Viscusi
8 - La scogliera che canta, di Daniele Picciuti
9 - Invasione Ordinaria, di Alberto Priora
10 - Il libro di Malanina, di Luigi Musolino
11 - Ritorno a Eden, di Riccardo Carli Ballola
12 - Platone e il Demiurgo, di Salazer
13 - La storia di Gio', di Alessandro Bricchi
14 - LE BALENE DI MAATH, di Giuseppe Agnoletti
15 - Tutta la verità sulla morte del Sig. Satou, di Carmelo M. Tidona

Che vinca il migliore!

Case 39

Titolo: Case 39
di Christian Alvart.
Con Renée Zellweger, Jodelle Ferland, Ian McShane, Kerry O'Malley, Callum Keith Rennie.
Thriller, durata 109 min. - USA, Canada 2009. - Universal Pictures
Emily Jenkins è un'assistente sociale che si trova ad affrontare il caso della piccola Lilith Sullivan, una bambina di dieci anni, vittima di maltrattamenti. Quando Emily scopre che, in realtà, i genitori non solo la picchiano, ma tentano anche di ucciderla, decide di prendersene cura, fin quando la piccola non troverà una nuova famiglia adottiva. Ma è qui che l'orrore ha inizio…
Questo è uno di quei film passati un po' in sordina e che non hanno fatto un grande incasso al botteghino, perlomeno in Italia. Quindi le aspettative erano nulle, e, come capita spesso in questi casi, si viene piacevolmente sorpresi da una trama che non ti aspettavi.
Il film è uno di quelli capaci di creare un atmosfera tesa, colma di attesa e suspense. Plot certo non originale, ma con un appeal intrigante, un crescendo ben gestito che giunge a poco a poco al finale, che non sorprende, ma comunque non delude.
Cast di tutto rispetto, calati per bene nella parte, e sempre credibili gli attori.
Insomma, un film per una serata piacevole, ma se siete un po' troppo sensibili, ci sono alcune scene che fanno accelerare il battito cardiaco, se siete abituati a Vacanze di Natale o Twilight, tenetevi pronti a chiudere gli occhi.
In fin della fiera un buon film, un prodotto ben confezionato e con poche cadute di stile.
GIUDIZIO: 3 su 5

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