Defender of the Crown

Defender of the Crown è senza dubbio uno dei giochi migliori sparati fuori dalla software house Cinemaware, e, probabilemnte, uno dei più belli, graficamente parlando, apparsi per Amiga.
Ciò che rende questo gioco un classico è la magistrale fusione di azione, avventura, ed elementi strategici.
La figata era che si doveva conquistare buona parte della Britannia medievale nei panni di uno dei tre personaggi proposti all'inizio, che avevano differenti skill, catturando il castello di ogni leader, sia sassone che normanno, con un esercito composto da soldati semplici, cavalieri e catapulte.
Oltre a combattere e conquistare magioni, si potevano anche fare incursioni notturne nei castelli nemici e partecipare a tornei. Nei tornei si andava per aumentare la propria fama o conquistare i territori degli avversari battuti a singolar tenzone. Le incursioni si facevano essenzialmente per rubare oro ai nemici, ma poteva capitare di trovare, nei castelli Normanni, una fanciulla Sassone rapita, la quale, una volta liberata diventava subito moglie (pensa un po')
Il gioco in realtà era molto semplice, bisognava accumulare denaro e conseguentemente armate e conquistare i territori migliori, cioè quelli che davano più tasse per turno. Le incursioni erano anche quelle oggettivamente semplici, con un combattimento a scorrimento laterale impugnando una spada che si doveva brandire furiosamente per abbattere gli avversari e raggiungere il sancta sanctorum dei castelli. Forse i tornei erano un pelo più difficili, ma la tecnica stava tutto nel cercare di colpire il centro dello scudo dell'avversario, e il gioco era fatto.
Il punto forte di DotC era la grafica. Spettacolare per Amiga, un po' meno nella versione PC. Suggestivi e cinematografici per l'epoca alcuni intermezzi scenici.
Non che il gioco in se non fosse divertente, ma compresi alcuni meccanismi tattici e strategici era relativamente facile vincere la partita, con tutti i personaggi giocabili. Le partite erano molto corte, anche perché si poteva vincere conquistando solo i castelli normanni, oppure, un po' più lunga, facendo fuori tutti quanti, quindi anche i potenziali alleati Sassoni.
Resta comunque una pietra miliare degli anni '80, soprattutto per l'impatto visivo che portò sugli schermi degli home computer di quel periodo.
Il gioco è in status abandonware, quindi scaricabile da qualsiasi sito dedicato ai retrogames. Io consiglio sempre di usare il dosbox così da non avere problemi in esecuzione di ambiente Win.

Ha senso tenere aperto questo blog?

In questi giorni mi sto interrogando sull'utilità di questo blog.
Che senso ha avere sia un sito ufficiale che un blog ufficiale? Il sito è poco dinamico, lo aggiorno ogni tanto, a tempo perso, un blog, per sua stessa natura deve essere aggiornato spesso, sennò non ha alcun senso che stia in piedi.
Il mio blog, questo blog, non è mai decollato. Vuoi perché troppo legato alla mia persona, vuoi perché probabilmente non ho mai affrontato argomenti interessanti e/o di attualità. All'inizio era solo perché era fico averlo, era alla moda, un posto dove scrivere in modo scazzato e senza troppa convinzione. E, in effetti, se andate a riprendere i primi post, la maggior parte sono minchiate, buffonate. Poi ho cercato di dare un taglio un po' più serio, con recensioni di libri, film e videogiochi. Ma, credo di non essere molto portato per le recensioni, e poi, a mio avviso, non fanno molto traffico.
Questo blog quando è andato bene ha raggiunto picchi di 100 visite giornaliere, ma sempre a fasi alterne. Ecco, c'è anche da dire che non è che mi sia mai sforzato più di tanto, e, in fondo, mi piacerebbe avere tanti visitatori, ma se scrivi minchiate e tratti argomenti poco interessanti, va da se che non avrai 'sto gran giro di pubblico.
Perché, diciamocelo sinceramente, fa piacere avere un discreto pubblico ed è inutile atteggiarsi a snob dicendo che io scrivo solo per me stesso, e bla bla bla. Cazzate. Chi apre in blog in fondo ha una dose di esibizionismo, sennò che scriva sui suoi quadernetti e li chiuda al sicuro nel cassetto.
Le poche visite a questo blog sono dovute anche al fatto che non ho mai seguito una linea editoriale ben definita, aprendo progetti senza mai concluderli o lasciandoli lì a morire. Altri blog hanno rubriche a cadenza settimanale, hanno uno schema da seguire, io vado a umore.
Quindi, ritornando alla domanda iniziale: ha senso tenere aperto questo blog?
Mmh, io credo di sì, per una serie di motivi, sia affettivi che istituzionali. Ormai è aperto da 5 anni (lì compirà il 10 maggio), ci sono post che non voglio perdere, ci sono affezionato, e, soprattutto, rappresenta in toto le mille sfaccettature della mia personalità. Indi per cui rimarrà aperto, a rappresentare il Davide Cassia scrittore, ma anche il giullare. Probabilmente non sarà mai un blog con i controcazzi, ma e il mio blog e non lo chiudo. Forse sarà sempre inconcludente e approsimativo, condizionato dalla mia pigrizia e dal tempo necessario a seguirlo, ma sarà sempre qui a rappresentarmi, nel bene e nel male.

Usam Marzo 2011 - Classifica finale

Cari amici di USAM eccomi qui ad annunciare la classifica finale della XXXVII edizione di Una Storia al Mese.
È stata una dura battaglia ma alla fine i giurati hanno deciso:

1 - Testa di Morto di Giuseppe Agnoletti
2 - Voi demoni di Andrea Viscusi
3 - Lacrimae di Daniele Imperi
4 - Un'altra storia di VanderBan

Complimenti a Giuseppe per la sua 2a vittoria e grazie agli altri finalisti, a tutti i partecipanti e ai giurati.
Ci vediamo ad Aprile per la XXXVIII edizione.

Usam Marzo 2011 - I Finalisti

Buonasera a tutti. Dopo lunga e affascinante discussione eccoci giunti a deliberare.

I 5 finalisti della XXXVII edizione di USAM, Una Storia al Mese, sono:



- Lacrimae di Daniele Imperi
- Testa di Morto di Giuseppe Agnoletti
- Un'altra storia di VanderBan
- Voi demoni di Andrea Viscusi



Complimenti ai magnifici e un grazie di cuore a tutti i partecipanti.
Al 23 per la classifica finale.

Survivor di Chuck Palahniuk

Anno: 2003
Pag: 289
Editore: Mondadori
 
Tender Branson, ultimo membro sopravvissuto di una setta, narra la storia della sua vita alla scatola nera di un aereo che sta precipitando al largo dell'Australia. In un crescendo delirante Tender racconta di quando viveva nella comunità della setta ignaro dell'esistenza di un mondo evoluto, e descrive i suoi lavori di maggiordomo, di suggeritore di galateo per "nouveaux riches" in difficoltà, di istigatore telefonico al suicidio.
 
Ogni libro di Palahniuk è un mondo a sé. Dei cinque che ho letto non ce n'è uno uguale all'altro, se non per la ricerca spasmodica dell'originalità e dello stile alterativo e visionario.
Survivor non fa eccezione. Ha l'impatto iniziale di un pugno nello stomaco e, come consuetudine, non si deve desistere, si deve continuare a leggere per entrare nella testa del protagonista, nel disegno dell'autore. Chi è già vaccinato sa quanto è importante non mollare alle prime pagine, bisogna resettare il proprio modo di pensare, non considerare i suoi libri precedenti, non partire prevenuti e lasciarsi prendere dalle parole che abilmente Chuck intesse.
Devo essere sincero. Questo romanzo mi ha soddisfatto, mi è piaciuto, ma lo considerò inferiore agli altri lavori dell'autore, sicuramente meno brillante di Rabbia, Ninna Nanna e Fight Club, probabilmente allo stesso livello di Soffocare e Invisible Monster. Rimane comunque un ottimo lavoro, una denuncia nuda e cruda della nostra società (come recita pure la copertina), disegnandola in modo grottesco, allucinato e spietato. Un'iperbole che non si discosta poi molto dalla realtà che viviamo tutti i giorni.
Pur considerandolo personalmente sottotono rispetto ad altri lavori, penso che non possa mancare nella lista di chi ama questo autore. Survivor al pari di tutti gli altri è capace di sorprendere, shoccare, far riflettere, divertire e disgustare.
Giudizio: 3,5 su 5

Zanzare a marzo?

Sono fastidiose, subdole e succhiasangue proprio come i vampiri. Di solito rompono le balle in estate, quando si lasciano aperte le finestre per far entrare un po' d'aria.
Invece quest'anno sono arrivate prima, e sono incazzatissime.
Sono le Maledette zanzare romanzo d'esordio di Simone Corà,  in arrivo dal 28 marzo per la prima volta solo in formato digitale, pubblicato da Edizioni XII, casa editrice con cui ha già pubblicato il racconto Tres, in Carnevale, e di tanti altri racconti tra l'horror, il comico e il grottesco sparsi tra raccolte e portali.
Prodotto per XII nei formati ePub e MobiPocket da eBookAndBook, Maledette zanzare sarà disponibile tramite Simplicissimus Book Farm e Biblet Store, ma non solo: sarà anche il primo titolo di Edizioni XII a far bella mostra di sé sulla piattaforma di Barnes & Noble, dedicata all'ereader Nook e riservata al mercato statunitense di lingua italiana.
Allora che aspettate? Correte ad acquistarlo!

Usam Marzo 2011 - i magnifici 15

Anche questo mese abbiamo raggiunto in pochi giorni il numero limite di 15 racconti per USAM, Una Storia al Mese. Il concorso mensile indetto sul forum di Edizioni XII è ormai giunto alla sua XXXVII edizione.
Questo significa che sono ormai tre anni che ogni mese i frequentatori del forum si sfidano a suon di racconti.
La speranza è quella di andare avanti per tanti anni ancora.
Ecco la lista dei partecipanti di questo mese:
  • 28 anni dopo - di Marco Onorati
  • Come ho impedito lo scoppio della Terza Guerra Mondiale - di Leonardo Boselli
  • Jaegar il giusto - di Olorin
  • Lacrimae - di Daniele imperi
  • Lo smeerp - di Chiara Paci
  • Punti di vista - di Alessandro Cal
  • Ritorno a Saint Alvery - di Virgilio Tuzzi
  • Rosso Natale - di Carmelo M. Tidona
  • Spielberg Junior e la leggenda dei Lemmings suicidi - di Maurizio Bertino
  • Storia di un impiegato - di Diego Di Dio
  • Testa di morto - di Giuseppe Agnoletti
  • Una valigia vuota, piena di cianfrusaglie - di Alessandro Basile
  • Un'altra storia - di VanderBan
  • Voi demoni - di Andrea Viscusi
  • Voodoo - di Ida Sanfilippo

Invasione di Vermi in Italia

È uscito ieri 28/02/2011 I Vermi Conquistatori di Brian Keene, autore horror americano pluripremiato, del tutto ignorato in Italia dai grandi nomi dell'editoria, ma apprezzato in lingua originale tra gli afecionados del genere.
Chi poteva fare lo sforzo per pubblicarlo nella nostra bella penisola? Naturalmente Edizioni XII, e io ne sono orgoglioso - anche se sono di parte - soprattutto perché ho contribuito in modo strategico :) alla sua realizzazione.
Potete ordinare questo capolavoro sull'eshop della casa editrice.
Io non l'ho ancora letto, ma tutti gli esperti del settore ne parlano in toni entusiastici, e quindi, non appena l'avrò fra le mani, ne sbranerò le pagine.
La copertina che vedete qui è opera di Diramazioni, che ormai ci ha abituai a ottime vesti grafiche. La traduzione è a cura di Luigi Musolino.

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