Capita ogni tanto di trovare un libro che ci fulmina, ci prende talmente tanto da volerlo leggere a prescindere da quello che ci eravamo prefissati per la giornata.
È successo questo: giornata di riposo dal lavoro per recuperare il sabato, vado a trovare un mio amico che ha una libreria, mi faccio un giro e come al solito riesce a piazzarmi qualche libro, con la sua innata skill da venditore. Non ci casco sempre, altrimenti sarei in bolletta, con una casa ricolma di libri, come in effetti già è, ma se dovessi comprare ogni libro che ritengo necessario, avrei bisogno di qualche centinaio di mq in più. Comunque, dicevo, riesce a piazzarmi due libri e uno di questi è appunto questo, di cui me ne aveva già parlato bene.
Nei giorni successivi, complice anche un turno di telelavoro con diverse pause, inizio a leggerlo e non riesco a smettere. In poco più di due giorni lo finisco. Ecco questo vi da l'idea di quanto mi sia piaciuto questo libro.
La trama è quanto di più banale ci si possa aspettare: il ritorno di Cristo sulla terra per rimediare ai nostri errori ed è un fricchettone che suona rock e fuma marijuana, mentre Dio è un simpatico demiurgo. Le banalità però finiscono qui. Dio ritorna da una breve vacanza di una settimana, che in termini temporali per la terra sono circa 400 anni e trova un disastro. Se ne era andato in pieno rinascimento e si ritrova un mondo sull'orlo del baratro. Per rimediare manda di nuovo suo figlio sulla terra, nonostante Gesù non ne sia molto felice, visto com'era andata l'ultima volta.
Lo stile è semplice, immediato. La storia ha una parvenza di spensieratezza e leggerezza che in realtà nasconde una critica feroce ad ogni aspetto della nostra società e in particolare alle religioni.
A volte ritorno è dissacrante, divertente, illuminante, sarcastico, irriverente, fa riflettere su molti aspetti del nostro tempo e per di più intrattiene e ti cattura fino alla fine.
Alcune critiche mosse alla storia è che troppo infarcito di canne e parolacce, anche Dio non disdegna di tirare qualche saracca. A me non ha dato fastidio, fa parte del contesto, è il gergo corrente, la maggior parte della gente, me compreso, infarcisce il discorso di parolacce, a volte senza rendersene conto; diciamo che in questo aspetto riflette la realtà.
Questo libro è scritto con intelligenza e sagacia, e i personaggi creano un'immediata empatia. soprattutto perché alcuni, come i santi e le gerarchie celesti, sono attualizzati e umanizzati. L'idea che il Creatore sia appunto solo un creatore, e che non voglia essere adorato, è tanto semplice quanto efficace e viene riassunto in unico messaggio che aveva lasciato a Mosé: fate i bravi. Invece le interpretazioni degli uomini su quel che voleva dire Dio hanno travisato il messaggio a favore di quelli che volevano manipolare la mente delle masse.
Poche volte accade che io non veda l'ora di riprendere in mano un libro per vedere come va a finire, per godere della compagnia dei personaggi e della storia.
Consiglio a tutti questo romanzo.
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