Il Papa (5)

Il terzo e ultimo giorno i quattro finalisti si presentarono sul palco puntuali come una guardia svizzera. Quello era il giorno decisivo: semifinali e finale che avrebbe consacrato il Santo dell’Anno.
Oltre a Marello e Momaba Garudo erano passati il favorito Francisco Boliente e il sorprendete Takaia Todoroki. Il primo aveva eliminato facilmente nientemeno che un cardinale alla prova dei pani e dei pesci, il cardinale era riuscito a moltiplicarne solo un paio mentre per Boliente era dovuta intervenire la guardia civile per portare via il pane e il pesce in eccesso. Il secondo invece si era scontrato con Arimundo Pescetto, sacerdote di uno sperduto paesino nel molisano e si erano misurati anche loro sul camminare sulle acque. C’erano riusciti tutte e due, ma la giuria aveva premiato il giapponese per lo stile tutto orientale della traversata.
Nelle semifinali il fattore di difficoltà aumentava, i miracoli cosiddetti minori, non certo per importanza ma per sforzo nel compierli, venivano eliminati dall’urna e rimanevano quelli più impegnativi.
Francisco Boliente venne sorteggiato con Takaia Todoroki, a Marello quindi toccò Momaba Garudo. I primi a scontrarsi erano lo spagnolo e il giapponese.
Ermio Tricomesto fece la sua apparizione sul palco, con la sua faccia simpatica e il sorriso sincero. Annunciò gli accoppiamenti dei semifinalisti e immediatamente entrò la ragazza con l’urna. Era in costume da bagno, ovviamente bicolore. Marello si domandò in che mise l’avrebbero presentata in finale.
Per la prima semifinale venne sorteggiata Conversione Miracolosa. Sul palco venne portato un pericoloso terrorista islamico scortato da due simpatici energumeni della security.
Francisco si concentrò per pochi secondi, si avvicinò al terrorista levando al cielo le mani, nella destra la bibbia, la sinistra con l’indice ad indicare il cielo, più precisamente i riflettori che illuminavano la scena.
“Convertiti!” ordinò il monaco e puntò indice e bibbia contro l’islamico. Quello cadde in ginocchio, in preghiera, a mani giunte, in tipico atteggiamento di sottomissione cristiana. La conversione era stata effettuata in pochi secondi. La platea era sbalordita. Takaia Todoroki era sbiancato in volto che pareva un sudario.
Boliente sorrise e salutò il pubblico che lo acclamò a gran voce. Ora era il turno del giapponese.
Venne accompagnato sul palco un altro terrorista. Takaia si concentrò molto, ancora scosso dal gran successo dello spagnolo, praticamente quasi impossibile da eguagliare, doveva fare meglio e questo lo innervosiva parecchio. Fece ricorso a discipline orientali che niente avevano a che vedere con la religione professata e funzionò. Si avvicinò al terrorista, alzò le braccia al cielo e gridò la formula. L’islamico aveva le mani legate dietro la schiena, ma i piedi erano liberi. Fece un gran balzo e staccò di netto un orecchio al giapponese con un morso.
Il terrorista venne immediatamente fermato dagli uomini della security, Takaia cadde all’indietro con un fiotto di sangue e battè il capo. L’islamico masticò e deglutì con un certo gusto il padiglione auricolare del giapponese.
Takaia venne portato via in stato di incoscienza. La finale era di Francisco Boliente.

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