22/11/'63 - Stephen King - Impressioni


Tutto dicono che il Re è tornato, ma dov'era andato? Per me è sempre rimasto al suo posto, indiscusso sul suo trono. Lo dimostra con questo nuovo romanzo.
Chiaro che tutte le sue uscite da un po' di tempo a questa parte non erano molto felici, vedi The Dome e Cell, mentre altre erano passabili come le raccolte di racconti e più che buone come Duma Key e La storia di Lisey.
Precisiamo fin da subito che 22/11/'63 non è un romanzo horror, ma di fantascienza. La trama non è originale, difficile ormai esserlo sull'argomento viaggi nel tempo, ma il caro Stevie è una vecchia volpe e ti tira dentro comunque.
La forza di questo romanzo sono la storia, i personaggi e la potenza dello stile kinghiano. Il protagonista genera empatia immediata, le atmosfera e gli argomenti trattati ti tengono attaccato alle pagine.
Quello che è bello non è la trama in sè e lo scopo finale, ma il contorno, tutta la ciccia intorno all'osso, che rendono questo romanzo uno dei più belli del Re forse da Mucchio d'ossa del '96.
Come già detto le trovate narrative, se pur brillanti, non sono originali, ma tutto questo passa in secondo piano al confronto di quanto esposto sopra.
L'ho detto e ripetuto alla noia, Stevie è il mio autore di riferimento, con i suoi pregi e difetti, è uno dei motivi per cui ho iniziato a scrivere, è grazie al suo On Writing che ho ripreso dopo anni di crisi. Quindi per me King è e rimarrà per sempre il RE.

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