Dopo i due tentativi falliti de La Teoria del Cioccolato e Laura mi immersi in sedute di lettura massive. Vi ho già detto che il mio lavoro mi lasciava un sacco di tempo libero e facevo il part-time, quindi immaginate un po' quanto ero caricato all'epoca. Comunque, per far passare quelle fatidiche quattro ore introducevo di nascosto i volumi nascondendoli nei posti più impensati. Nei mesi freddi non era un gran problema perché nascosti da colti di indumenti, nei mesi più caldi tiravo il fiato e li mettevo al posto della panza. All'epoca, fortunatamente, ero magro e riuscivo a immagazzinare anche libri di una certa entità. Al giorno d'oggi non mi ci starebbe nemmeno un opuscolo.
Il ritmo di lettura era altissimo, riuscivo a macinare anche due libri di media lunghezza alla settimana. Dopo una sessione di polizieschi, noir e thriller assortiti, mi ritornò la voglia di scrivere, una scintilla di ispirazione.
Presi il mio bel quadernone e mi buttai giù a testa bassa a scrivere, senza un soggetto, senza una trama né una struttura definita. In tre settimane scrissi Morte di un Perdente, molto noir e poco pulp. Parlava della morte di un ragazzo trovato in un mucchio di immondizia dietro un supermercato. Il caso viene archiviato subito come suicidio, ma il fratello della vittima non crede alla versione della polizia e indaga per conto suo, finendo in un turbine di pericolo, passione e morte (e 'sticazzi, aggiungerei).
Scrivere senza seguire uno schema da una sensazione di libertà creativa assoluta, ma fa spuntare qua e là anche decine di problemi narrativi, logici e strutturali, in alcuni momenti quasi insormontabili. Poi uno si fa venire un bel mal di testa, riscrive qualcosa e tutto magicamente si risolve.
Alla fine rimasi soddisfatto dell'opera compiuta, soprattutto dal colpo di scena finale, che nemmeno io mi aspettavo fino all'ultimo. Avevo cambiato ancora stile, deluso dalla forma aulica di Laura e dello sforzo profuso per creare quel testo. Lo stile di Morte di un Perdente è asciutto, privo di fronzoli, funzionale alla storia, veloce e, a tratti, quasi travolgente (e 'sticazzi di nuovo). La cosa mi piaceva, anche se in realtà, rispetto a lavori precedenti (vedi La Prigionia del Cielo) questo era corto, una racconto lungo, ma la cosa non mi preoccupava più di tanto. All'epoca avevo già il pc a casa, così portai il mio quadernone in cameretta e in un paio di settimane travasai il tutto (perdendo altre diottrie) e nel frattempo anche riscrissi pezzi che non erano coerenti con la storia.
Finita la fase di stesura, passai a un periodo di editing alla cazzo di cane e una seconda rilettura dopo un paio di settimane. Alla fine di tutto questo processo ero pronto di nuovo a sfidare la sorte alla roulette degli editori. Inviai il manoscritto a una trentina di editori, solo il testo senza sinossi o presentazioni di sorta. Dopo sei mesi mi avevano risposto cortesemente solo in due, naturalmente con esito negativo. Questo mi fece cadere ancora in un periodo di sterilità creativa e depressione artistica. Ovviamente mi vien da dire: chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
Morte di un Perdente è stato pubblicato nel 2001, da Montedit, con contributo. Ma questa è un'altra storia, la racconteremo un'altra volta (sempre cit. La Storia Infinita - M. Ende).
La maggior parte dei feedback sono positivi, anzi, non mi ricordo sinceramente dei pareri negativi, anche da lettori di cui apprezzo la sincerità e la capacità analitica. Quindi qualcosa di buono deve avere.
Il libro è in vendita nella maggior parte degli shop online e esiste anche una versione rieditata da me su lulu e in più anche il download gratuito.
Lo scrivo perché tutti lo comprino e io possa finalmente dominare il mondo.
Il titolo promette bene, anzì lo trovo favoloso. Ora (nelle prossime settimane) mi leggo "La clessidra d'avorio" se mi piace, ti compro anche questo ;-)
RispondiEliminaTroppo buono :)
RispondiEliminaVacca merda non mi ricordo più il finale!
RispondiEliminaStasera ci do dentro!