Sim City uscì per la prima volta nel 1989 su varie piattaforma, tra cui l'Amiga dove lo giocai per la prima volta. Il concept di gioco era semplice: essere il primo cittadino di una città virtuale e gestirne i diversi e molteplici aspetti. In quegli anni ebbe un successo enorme e venne replicato con i vari seguiti, SimCity 2000, 3000 e SimCity 4.
Negli anni cambiarono diverse cose, furono implementati livelli aggiuntivi di difficoltà fino a farlo diventare un gioco veramente complesso e impegnativo.
Poi nel 2000 arrivarono i Sims. Una vita virtuale, un tamagochi riproposto in centinaia di versioni. L'idea era semplice e sfondò soprattutto in quella fascia di giocatori non hardcore.
Questa ricerca della fascia dei giocatori casuali si notava soprattutto nella semplicità e immediatezza del gioco, a discapito della profondità e della giocabilità.
Purtroppo gli sviluppatori di SimCity Societies hanno pensato a questo nuovo prodotto della saga proprio con questi parametri di mercato, facendolo diventare una simlandia su vasta scala.
Il risultato è che è troppo semplice, poco intrigante, completamente privo di quella profondità e complessità di gioco che caratterizzavano i precedenti titoli della saga. È molto accattivante esteticamente, proprio bello da vedere, con centinaia di edifici simpatici, ma manca di mordente.
Per far tornare i conti in SimCity 4 bisognava sudare sette camicie, ma poi alla fine si aveva la soddisfazione di veder le cose girare per il verso giusto. In Societies tutto è troppo semplice, immediato, i soldi fioccano subito ed è troppo facile costruire la città, senza troppa complessità. Insomma sembra tanto il giocattolino dei Sims, tutti felici e colorati.
Sinceramente mi aspettavo di più. Mi ha deluso. Capisco questa scelta di virare verso un pubblico più vasto, il pubblico di The Sims, ma, a mio parere, un gioco che poteva avere un gran potenziale è stato rovinato da questi aspetti troppo fumettosi e troppo tamagochi.
Peccato.
Negli anni cambiarono diverse cose, furono implementati livelli aggiuntivi di difficoltà fino a farlo diventare un gioco veramente complesso e impegnativo.
Poi nel 2000 arrivarono i Sims. Una vita virtuale, un tamagochi riproposto in centinaia di versioni. L'idea era semplice e sfondò soprattutto in quella fascia di giocatori non hardcore.
Questa ricerca della fascia dei giocatori casuali si notava soprattutto nella semplicità e immediatezza del gioco, a discapito della profondità e della giocabilità.
Purtroppo gli sviluppatori di SimCity Societies hanno pensato a questo nuovo prodotto della saga proprio con questi parametri di mercato, facendolo diventare una simlandia su vasta scala.
Il risultato è che è troppo semplice, poco intrigante, completamente privo di quella profondità e complessità di gioco che caratterizzavano i precedenti titoli della saga. È molto accattivante esteticamente, proprio bello da vedere, con centinaia di edifici simpatici, ma manca di mordente.
Per far tornare i conti in SimCity 4 bisognava sudare sette camicie, ma poi alla fine si aveva la soddisfazione di veder le cose girare per il verso giusto. In Societies tutto è troppo semplice, immediato, i soldi fioccano subito ed è troppo facile costruire la città, senza troppa complessità. Insomma sembra tanto il giocattolino dei Sims, tutti felici e colorati.
Sinceramente mi aspettavo di più. Mi ha deluso. Capisco questa scelta di virare verso un pubblico più vasto, il pubblico di The Sims, ma, a mio parere, un gioco che poteva avere un gran potenziale è stato rovinato da questi aspetti troppo fumettosi e troppo tamagochi.
Peccato.
La mia passione è sempre stata quella di creare una città efficiente e funzionale, dopo di che, devastarla con gli uragani!
RispondiEliminaSono malato? :D