Questa storia del Doping è una ferita aperta per lo sport. Lo spunto è la confessione di Ivan Basso, ciclista varesino.
Mi spiego: determinati sport ormai non possono più definirsi tali, sono diventati solo business. In primis il calcio.
Le competizione strenuanti hanno fatto sì che negli anni gli atleti cercassero un aiutino per avere prestazione migliori. Questo ha portato alla situazione attuale.
Tutti gli atleti, o la maggior parte, si drogano. Non c'è niente da fare, altrimenti non restano al passo con chi ne fa uso.
La soluzione qual è? 2 alternative secondo me:
1) Liberalizzazione totale, come succede nel nba o nel football americano. In questo modo tutti si dopano sotto la loro responsabilità. Il livello è uguale x tutti, nel senso, se uno è una schiappa, rimane una schiappa anche se si bomba e non potrà competere con il cavallo di razza bombato pure lui. Mi rendo conto che questa soluzione stravolgerebbe totalmente la definizione di Sport a favore dello show biz.
2) Restrizioni ferree. Leggi mirate. I club, i team sono costretti a versare una percentuale dei loro introiti ad un fondo per la creazione di un'associazione medico-disciplinare seria che controlla ogni singolo atleta alla fine di qualsiasi competizione di alto livello. Intendo tutti gli atleti, non a campione uno qui e due là.
Questo riporterebbe un senso allo sport, ma mi pare una visione utopica.
Con l'interesse economico\politico che c'è dietro ad uno sport come il calcio, tutto ciò che hai proposto non succederà mai.
RispondiEliminaOvviamente purtroppo.