Piacevole, anche se mi aspettavo di più, forse più azione e meno sentimentalismi. Ma ci sta, dal primo Poeta sono passati un po' anni e Michael si è sistemato, ha messo su famiglia e gli è nata una figlia.
Questo lo ha ammorbidito un poco e si nota nello stile narrativo di questo secondo capitolo. Inoltre questa dose di ammorbidente sembra essersi riversata anche su Harry Bosch, protagonista di molti libri di Connelly, questo perché anche lui scopre di avere una figlia e incomincia a vivere solo per lei.
Naturalmente non può non assecondare la sua indole e la morte di un collega e il coinvolgimento nell'indagine lo portano a ritrovarsi nella sua abilità maggiore: investigare.
Nel romanzo ritroviamo anche Rachel Walling, che nel primo capitolo di questa storia aveva un ruolo fondamentale e qui fa la coprotagonista insieme a Bosch e Robert Backus, il poeta.
La stile è veloce, fluido, incisivo, quello a cui ci ha abituati l'autore, condito appunto con questa nuova vena di sentimenti che comunque non guasta e dona anzi una certa completezza alla storia.
La narrazione salta dalla visuale soggettiva di Bosch e Backus, a quella in terza persona in cui si segue Rachel e l'F.B.I.. Anche questo metodo narrativo è azzeccato dal mio punto di vista, anche se a volte mette un po' di confusione nel lettore, soprattutto nelle concitate fasi finali del romanzo.
Mi è piaciuto, anche se, secondo me, rimane qualche gradino al di sotto del primo capitolo. Se comunque avete amato "Il Poeta", dovete assolutamente leggere anche questo secondo capitolo.
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