Settimana 1 – Lunedì – Ore 1:44
Cabrini Mariozzo precipita per qualche metro, poi affonda in un mare di cartone, carta, cassette delle frutta, plastica e rumenta varia. Apre gli occhi, per un attimo crede di essere diventato cieco, ma poi si accorge di un lieve bagliore alla sua sinistra. Nell’aria c’è un odore pungente di marcio e decomposizione, misto a qualcosa di più sottile che non riesce a definire.
Poi sonda mentalmente tutto il corpo alla ricerca di parti dolenti, ma gli pare di essere a posto e di non sentire dolere in alcun punto.
Qua sotto non ci sono telecamere, l’unica che è riuscita a seguirlo è la sua personale, ma solo per il rotto della cuffia, perché si è intrufolata una frazione di secondo prima che la botola si chiudesse. Inoltre è tutto buio e la telecamera, anche con gli infrarossi azionati riesce solo a carpire alcune immagini sfarfallanti e verdognole.
Gli autori si guardano bene dall’intervenire, le scene tipo film horror di serie z potrebbero attirare i nottambuli più delle cosce sudate delle soubrette.
Cabrini non pensa per niente alle telecamere, pensa solo a uscire da quel buco umido, e poi, fin da piccolo è stato educato a cavarsela da solo e non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello di poter far intervenire il direttivo della trasmissione.
Alla sua sinistra ode uno sgocciolio lontano, un ritmico rintocco di acqua che rimbalza su qualcosa di solido. Sempre da quella parte vede giungere, seppur flebile, l’unica fonte di luce. Allora, come buonsenso gli comanda, incomincia a scendere dal cumulo, cercando di non rotolare o franare in una accozzaglia di carta, cartone e papillon per procedere verso la direzione consigliata.
Arazza Marchina conclude con successo la circumnavigazione del castello e poi si ferma, giusto due minuti, per riprendere fiato.
Sente il sudore che le cola lungo la schiena, lungo le ascelle e lungo anche quella che lei chiama la sua tana del godo.
E’ giunto il momento di fare una doccia, sperando che tutti i simpatici concorrenti siano ormai sotto le sicure coltri di un letto.
Ritorna in camera, prende il nécessaire per il bagno e si fionda nel primo che trova. E’ libero. Si spoglia tutta nuda e mostra alle telecamere il suo fisico asciutto e atletico. Nonostante il poco seno e i muscoli nervosi e saettanti, ha comunque qualcosa di sensuale. Il dragone orientaleggiante che fa capolino sulla schiena è allo stesso tempo bellissimo e inquietante. Ricorda in tutto e per tutto quello del protagonista di Red Dragon di Thomas Harris.
Si insapona alla svelta, senza nessun movimento voluttuoso, dimentica delle telecamere, o perlomeno sicura che in bagno non ci siano. Conclude le operazioni di pulizia in meno di tre minuti.
Si asciuga, si riveste e ritorna in camera. Sente una piacevole spossatezza nelle membra. Quel giro del perimetro del castello è stato proprio salutare.
Difatti, non appena tocca il materasso, si avventura nel mondo dei sogni.
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