Movimento Anti Calcio Professionistico


Pensate io ne parlavo già nel 2007 e Monti se ne esce adesso con quella battuta.
Io credo che il calcio professionistico andrebbe ridimensionato. Uno stop di qualche anno non gli farebbe male, per tentare di curare tutti i mali che lo affliggono.
Ma non si può. È un'utopia.
Il calcio genera un indotto che mantiene milioni di italiani, fermarlo, in questo momento di crisi, sarebbe disdicevole, e manderebbe sul lastrico altre famiglie, e proprio non ci vuole.
Inoltre, essendo l'oppio del popolo italiano, scatenerebbe la rivolta civile. Alla maggior parte degli Italiani puoi chiedere di fare qualche sacrificio, pagando di più la benzina o altri generi di prima necessità, ma non togliergli le partite di tutta la settimana, altrimenti sono guai, si scatena il malcontento, e allora altro che crisi della Grecia.
Ok, facile parlare dello schifo. Ma le soluzioni quali sono?
Io non ne vedo molte, perlomeno nessuna che possa cambiare radicalmente le cose così come stanno. Ci sono troppi soldi in ballo e interessi, per cambiare un carrozzone che si trascina dietro, come è logico che accada, anche chi ci vuole marciare in modo illegale.
Il calcio scommesse esiste da tempi non sospetti, probabilmente anche da prima dello scandalo degli anni ottanta, quello che mandò in serie B il Milan. Quel sta accadendo oggi potrebbe diventare simile a quel Mani Pulite che si abbatté sulla Prima Repubblica negli anni novanta, ma, proprio come Tangentoli, far piazza pulita non cancellerà i cattivi, ma ne farà arrivare dei nuovi, forse più stronzi dei primi.
Quindi non c'è soluzione. Bisogna scavare nel torbido, epurare quel che si riesce e poi sperare che la cose migliorino.
Forse il Movimento Anti Calcio Professionistico se veramente creato potrebbe portare tra le sue fila molte persone, ma non sarebbero abbastanza per contrastare i milioni che non sarebbero a favore di uno stop.

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