Con Vera Farmiga, Peter Sarsgaard, Isabelle Fuhrman, CCH Pounder, Jimmy Bennett.
Horror, durata 123 min.
USA, Canada 2009
Warner Bros
La famiglia Coleman ha un vuoto incolmabile. Nonostante due figli e una situazione economica solida un aborto ha lasciato una ferita e la risposta sembra essere l'adozione della piccola Esther, bambina di circa 12 anni che li folgora all'orfanotrofio con il suo acume e il suo candore. Una volta con loro però accadono tanti piccoli incidenti ed Esther è sempre al centro dei problemi non nascondendo ai fratelli acquisiti il suo istinto malvagio e i piani precisi dietro ogni mossa. La preoccupazione è tale che i genitori decidono di informarsi sul suo passato ma all'orfanotrofio non hanno informazioni su di lei precedenti il suo arrivo.
Un horror che non punta a mostri assassini, sangue, budella, splatter e zombie/vampiri ricombinati. Punta tutto sulla suspense, e questi sono i film che preferisco.
Certo, Orphan non brilla di originalità, la bambina cattiva cattiva e assassina l'abbiamo già vista in diversi film, e la famiglia che si trova in casa il mostro è ormai uno stereotipo. Detto questo, l'horror che non coinvolge la sfera del paranormale è quello più difficile da scrivere. Orphan riesce in parte in questa impresa.
La prima parte è lenta, con un ritmo da latte alle ginocchia, soprattutto il primo tempo ha l'aspetto di una commedia con risvolti inquietanti, poi, dal secondo tempo il ritmo cambia, il film ingrana e vira decisamente verso l'horror. La sensazione non è di stacco netto, è un crescendo progressivo, il tutto è funzionale alla trama, alle prerogative che si innestano a inizio racconto.
Banale l'inizio, che non aggiunge nulla al film, con la funzione di spiegare la paure della madre, ma che viene dedotto comunque dallo spettatore con le scene successive. Difatti sembra iniziare come un pessimo horror di serie z, per poi riprendersi, dando quasi un senso di spaesamento dovuto all'approccio morbido conseguente.
In buona sostanza il film risulta inquietante quel tanto da tenere incollati al divano, e il mistero legato alla bambina adottata trascina fino alla fine con la svolta a sorpresa, quasi inaspettata, ma comunque deducibile da alcuni piccoli indizi.
Tutto sommato vale la pena vederlo, per regalarsi qualche piccolo brivido inaspettato.
Certo, Orphan non brilla di originalità, la bambina cattiva cattiva e assassina l'abbiamo già vista in diversi film, e la famiglia che si trova in casa il mostro è ormai uno stereotipo. Detto questo, l'horror che non coinvolge la sfera del paranormale è quello più difficile da scrivere. Orphan riesce in parte in questa impresa.
La prima parte è lenta, con un ritmo da latte alle ginocchia, soprattutto il primo tempo ha l'aspetto di una commedia con risvolti inquietanti, poi, dal secondo tempo il ritmo cambia, il film ingrana e vira decisamente verso l'horror. La sensazione non è di stacco netto, è un crescendo progressivo, il tutto è funzionale alla trama, alle prerogative che si innestano a inizio racconto.
Banale l'inizio, che non aggiunge nulla al film, con la funzione di spiegare la paure della madre, ma che viene dedotto comunque dallo spettatore con le scene successive. Difatti sembra iniziare come un pessimo horror di serie z, per poi riprendersi, dando quasi un senso di spaesamento dovuto all'approccio morbido conseguente.
In buona sostanza il film risulta inquietante quel tanto da tenere incollati al divano, e il mistero legato alla bambina adottata trascina fino alla fine con la svolta a sorpresa, quasi inaspettata, ma comunque deducibile da alcuni piccoli indizi.
Tutto sommato vale la pena vederlo, per regalarsi qualche piccolo brivido inaspettato.
GIUDIZIO: 3 su 5
Il colpo di scena finale vale il prezzo del biglietto, secondo me.
RispondiEliminaNon c'è nulla di più bello che un risvolto inatteso ma preparato a dovere. Anche se poi rivedere lo stesso film è praticamente inutile.