di Christian Alvart.
Con Renée Zellweger, Jodelle Ferland, Ian McShane, Kerry O'Malley, Callum Keith Rennie.
Thriller, durata 109 min. - USA, Canada 2009. - Universal Pictures
Emily Jenkins è un'assistente sociale che si trova ad affrontare il caso della piccola Lilith Sullivan, una bambina di dieci anni, vittima di maltrattamenti. Quando Emily scopre che, in realtà, i genitori non solo la picchiano, ma tentano anche di ucciderla, decide di prendersene cura, fin quando la piccola non troverà una nuova famiglia adottiva. Ma è qui che l'orrore ha inizio…
Questo è uno di quei film passati un po' in sordina e che non hanno fatto un grande incasso al botteghino, perlomeno in Italia. Quindi le aspettative erano nulle, e, come capita spesso in questi casi, si viene piacevolmente sorpresi da una trama che non ti aspettavi.
Il film è uno di quelli capaci di creare un atmosfera tesa, colma di attesa e suspense. Plot certo non originale, ma con un appeal intrigante, un crescendo ben gestito che giunge a poco a poco al finale, che non sorprende, ma comunque non delude.
Cast di tutto rispetto, calati per bene nella parte, e sempre credibili gli attori.
Insomma, un film per una serata piacevole, ma se siete un po' troppo sensibili, ci sono alcune scene che fanno accelerare il battito cardiaco, se siete abituati a Vacanze di Natale o Twilight, tenetevi pronti a chiudere gli occhi.
In fin della fiera un buon film, un prodotto ben confezionato e con poche cadute di stile.
GIUDIZIO: 3 su 5
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