di Neill Blomkamp. Con Sharlto Copley, David James, Jason Cope, Vanessa Haywood.
Fantascienza, durata 112 min. - USA 2009
Sony Pictures
Negli anni '80 sono arrivati gli alieni. Stavolta però non sono atterrati a Manhattan o in qualche sperduto paesino campagnolo degli Stati Uniti ma si sono fermati con un'astronave gigante sopra Johannesburg senza muoversi più. C'è stato bisogno che un convoglio terrestre andasse a vedere cosa conteneva quella nave apparentemente immobile per scoprire milioni di alieni denutriti, sporchi e in condizioni pessime. Da quel momento per 20 anni i visitatori sono stati stipati in una baraccopoli di Johannesburg creata per l'occasione: il distretto 9. Un luogo dove le creature da un altro pianeta sono trattate come animali, dove regnano caos e anarchia e dal quale ogni tanto scappano facendo incursioni in città che non portano altro che risentimento e xenofobia nella popolazione locale. Ora è arrivato il momento di spostarli da qualche altra parte, ma loro è a casa che vogliono tornare.
Questo è uno di quei film con effetto opposto alle aspettive riposte. Sì, mi è piaciuto, però, ovviamente, mi aspettavo qualcosina di più. Tanto per cominciare il plot non è per niente originale, mette in campo i soliti valori delle differenze razziali, xenofobia e tutto quello che ne consegue. La novità sta forse nel fatto che gli emarginati sono alieni, tutto qui, ma la sostanza vista in altri film/libri non è diversa. Inoltre il tessuto della trama è intuibile fin dall'inizio, si capisce immediatamente dove andrà a parare e come finirà.
Detto questo, il film è comunque piacevole, scattante, brioso, divertente e soddisfacente dal punto di vista dell'azione e degli effetti speciali. Interessante il gioco di inquadrature che passa attraverso la testimonianza di varie telecamere, mixata con la presa diretta reale.
Già vista anche la trasformazione del protagonista superficiale, inetto e antipatico, nell'eroe, nel salvatore che nel momento del pericolo e del bisogno ha una scarica di adrenalina e si trasforma in condottiero. Comunque non stona, ed è coerente con il contesto.
District 9 cavalca la moda del momento, quello di narrare le diversità a confronto/scontro, in un mondo in cui le differenze razziali la stanno facendo da padrone ancora una volta, dove la paura e l'odio sono i mezzi per assicurarsi fette di mercato e speculazioni, la scusa per far scoppiare nuove e proficue guerre. Forse queste cose non sono mai passate di moda e quindi saranno sempre alla ribalta nella cultura di ogni tempo. Probabilmente è utopico pensare a una convivenza pacifica dei popoli, siano essi di un altro mondo o appartenenti alla stesso pianeta.
In conclusione credo che questo film meriti di essere visto, perché confezionato in modo egregio e regala ore di intrattenimento spensierato, naturalmente per chi non vuole riflettere e approfondire.
Nessun commento:
Posta un commento