Il bello e il brutto del self-publishing

Io ho scelto il self-publishing, lo ammetto, per pigrizia, per convenienza e perché sono conscio che i miei manoscritti molto probabilmente non supererebbero le forche caudine degli editori tradizionali.
Chiaro, il SP ha i suo pro e i suoi contro. A favore c'è la possibilità di pubblicare immediatamente quello che è appena uscito bello caldo dall'ultimo editing e vederlo online dopo pochi giorni, pronto per essere venduto.
Inoltre mi da la possibilità di scrivere quel che mi pare, non che prima non lo facessi, ma mentre scrivevo ero consapevole del fatto che quello che stavo creando non avrebbe suscitato l'interesse di alcun editore (dei lettori probabilmente sì :)).
Come me, molti degli scrittori non considerati dagli editori, hanno scelto questa via, alcuni anche idealizzandola, e raggiungendo il grande pubblico in un modo che probabilmente non avrebbero potuto fare con i metodi tradizionali.
Vi snocciolo alcuni numeri: da quando è stato pubblicato, nel gennaio del 2013, Netgamers ha venduto ben 125 copie, e, credetemi, sono tante, senza uno straccio di promozione, se non il passaparola e qualche adv su facebook.
Inferno 17, senza nemmeno il tam-tam di FB ha venduto ben 86 copie. Complice sicuramente anche il prezzo contenuto (1,49 euro).
Io non sono un idealista, accetterei volentieri un contratto con un grande editore, non sono mica scemo, ma forse non accetterei delle forzature o dei paletti di sorta.
Ci sono anche molte sfaccettature che possono far storcere il naso a chi si avventura nella ricerca di qualcosa di valido nel vasto mare degli autori auto-pubblicati.
È vero, non c'è nessun tipo di filtro, la sciura Maria del quarto piano potrebbe pubblicare la sua lista della spesa e cercare di venderlo su Amazon a 10 euro. Ma, chi lo acquisterebbe?
Sì, c'è tanta spazzatura, d'altronde c'è anche nei libri cartacei pubblicati dagli editori tradizionali. Insomma, quando si va in libreria, si deve conoscere il prodotto che si va ad acquistare, senza sparare nel mucchio e sperare di essere fortunati.
Io, prima di acquistare un autore SP che non conosco, leggo le recensioni degli altri lettori, scarico l'anteprima (Amazon da questa possibilità, per questo lo amo, anche se so che non a tutti sta simpatico) e, se il libro merita, lo compro.
Conta sicuramente anche il prezzo. Un libro auto-pubblicato non dovrebbe superare la soglia dei 3-4 euro, meglio se al di sotto dei 2. I grandi editori comunque si ostinato a buttar fuori ebook a prezzi ancora troppo alti.
Insomma i mezzi per trovare roba buona, a volte anche ottima, nel marasma del SP, esistono, tutto sta nell'esercitare per bene la propria professione di lettore. In giro, su vari blog, si trovano anche recensioni degli stessi libri auto-pubblicati, e spesso sono veritiere.
Sì, io sono di parte, perché sto da questa parte della barricata, ma sono stato anche dall'altra, e un libro, se merita, non esclude l'acquisto virtuale o cartaceo.
Il mercato del SP si sta consolidando, ormai è una realtà, forse è ancora pionieristico, ma è impensabile mettere dei paletti, perché stroncherebbero quelle che sono appunto le peculiarità di questo tipo di pubblicazioni.
Poi, lo ribadisco, gli strumenti per scremare ci sono ed è bene usarli.

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