Dan Simmons ho imparato ad apprezzarlo e adorarlo con la saga di Hyperion, per questo, gironzolando in una libreria, mi ha incuriosito questo horror con il suo nome stampato in copertina. Visto che i libri sono l'unico bene che acquisto con regolarità non ho avuto dubbi e l'ho aggiunto alla spesa.
L'Estate della paura non mi ha convinto. La storia è ambientata in una paesino dell'Illinois dove è rimasta sepolta per anni una tremenda minaccia e tornerà a presentarsi nell'estate del 1960. I paladini pronti a misurarsi con l'orrore sono un manipolo di ragazzini che frequentano l'enorme scuola di Elm Haven ed è proprio da lì che giunge il pericolo. Vi verrà subito in mente IT di King e anche Stand by me, e in effetti da un po' quell'impressione, che rimane per tutto il romanzo, anche se Simmons, lo dico senza remore, non è il Re.
La storia di per sè non è molto originale, ma è comunque costruita in modo impeccabile e la trama si dilata lungo il percorso a cui il lettore volente o nolente sa di dover giungere. Sì, perché a differenza della saga, qui Simmons mi sembra un po' troppo impegnato a dar sfoggio della sua natura creativa e riempe pagine e pagine di descrizioni, sensazioni e situazioni che a volte avrebbe anche potuto risparmiarsi. Anche in questo caso, ribadisco, lui non è King.
A tratti il romanzo appassiona, ti tira dentro, ma la prolissità di determinati periodi ti fan venir voglia di saltare a piè pari certe pagine. Sappiamo che un romanzo negli USA per essere considerato tale deve superare almeno le 400 pagine, ma questo deve andare a discapito della fluidità di una storia?
Non dico che questo romanzo non debba essere letto, ha un suo fascino, alcuni tratti sono piacevoli, soprattutto il rapporto di amicizia dei ragazzi e alcune situazioni spettacolari. Di contro, oltre alla già citata profusione di particolari, alcuni elementi horror non mi hanno convinto. E' vero che è difficile essere originali in un genere che ha sfornato, scusate il gioco di parole, dei veri e propri orrori, ma Simmons non ha inventato nulla con questo romanzo, ha solo raccontato in modo, a volte originale, una storia che sa di già letto, visto e sentito.
Se avete amato Simmons in Hyperion, forse in questo romanzo vi deluderà. Sono io il primo a dire che uno scrittore deve provare a confrontarsi con diversi generi, ma c'è chi ci riesce bene e chi no. King ha provato a scrivere non solo di horror e credo che in fin della fiera gli sia riuscito anche bene, Simmons, a mio parere, è migliore come scrittore di fantascienza.
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