Gamer

di Mark Neveldine, Brian Taylor
Fantascienza
USA 2009
Moviemax

Nel 2034 miliardi di persone in tutto il mondo seguono Slayers, un gioco online in cui i giocatori “telecomandano”, in un combattimento all’ultimo sangue, esseri umani scelti tra i detenuti condannati a morte. Per il gladiatore che sopravvive a 30 round di gioco in palio c’è la libertà, per il suo giocatore fama e ricchezza. Kable è il primo ad aver vinto 29 battaglie ed insieme al suo giocatore Simon è la star del momento in Slayers. Strappatagli la famiglia, imprigionato per un delitto che non ha commesso Kable è stato costretto a combattere contro la sua volontà. Ma alla vigilia del suo ultimo round capisce che l’unico modo per poter riconquistare la sua libertà e riavere la sua famiglia sarà ribellarsi!

Nei 20 giorni di ferie di Agosto avrò visto sì e no una decina di film, ma non credo che scriverò le impressioni di tutti.
Gamer mi ha attratto per il plot, che parla di un gioco massivo multigiocatore, stimolando la mia curiosità
.

Cosa mi è piaciuto: tendezialmente l'idea che sta alla base della sceneggiatura, cioè un gioco in rete con persone reali controllate da remoto dai giocatori. Idea probabilmente non molto originale, ma sempre stimolante e a grande impatto scenico. Buona l'azione, le scene di violenza non edulcorate, l'ambientazione futurista, ma neanche troppo, con utenti multitasking superconnessi alla rete. Bella l'idea di far vedere la vita delle persone che per lavoro o perché costrette dal sistema fanno le pedine umane nei social games creati dal genio di Ken Castle interpretato da Michael C. Hall (Dexter per gli amici). Buon ritmo, incalzante, coinvolgente. Buona visione, tutto sommato, di un possibile futuro con i problemi che porta dietro, dal sociale al politico, solo però accennato superficialmente.

Cosa NON mi è piaciuto: la caratterizzazione del protagonista e dell'antagonista. Il primo è un ex-soldato monoespressione, che, per l'amor di dio, è sicuramente nella parte, ma l'ho trovato troppo monocorde, sempre con la stessa espressione in faccia, sia che stia facendo di conto che giocando a pelota. Michael C. Hall nella parte di Castle non mi ha convinto... non lo so, il genio schizofrenico a questa botta non gli viene bene, secondo me. Forse la sua condanna è quella di essere troppo legato al telefilm che lo ha reso famoso.
La trama, al di là di alcune trovate, ha ben poco di originale e i colpi di scena sono un po' telefonati. Il finale scontato, troppo buonista. Inguardabile il balletto di Castle con i soldati controllati in remoto nella parte iniziale dello scontro finale tra lui e il protagonista.

Giudizio Finale: 3 su 5

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