Ambientato in una Londra piena di fascino e magia, Guy Ritchie tenta un esperimento audace, cercando di riportare sullo schermo lo Sherlock Holmes così come l'aveva concepito Conan Doyle nei suoi primi romanzi: persipicace sì, ma anche caotico, disordinato, che vive come un eroe dei romanzi di cappa e spada, facendo a cazzotti per soldi e rischiando la pelle in prima persona per risolvere i casi. Dimenticatevi l'investigatore riflessivo e statico visto nella maggior parte dei film dedicati a questo personaggio. Di azione ce n'è molta, anzi fin troppa.
I dialoghi sono altalenanti, a volte divertenti e stuzzicanti, altre volte banali e scontati. La trama è sfilacciata, tenuta insieme dall'eccentricità e dalla bravura di Robert Downey Jr e dalla presenza scenica tutta british di Jude Law, che interpreta un Dr. Watson meno geniale e più compagno d'avventure.
In fin dei conti un film godibile, una serata piacevole: si ride, si soffre per i protagonisti e in minima parte si è catturati dalla trama, aiutata dal magnetismo di una Londra fumosa di fine ottocento, con le sue contraddizioni tra progresso e misticismo.
I dialoghi sono altalenanti, a volte divertenti e stuzzicanti, altre volte banali e scontati. La trama è sfilacciata, tenuta insieme dall'eccentricità e dalla bravura di Robert Downey Jr e dalla presenza scenica tutta british di Jude Law, che interpreta un Dr. Watson meno geniale e più compagno d'avventure.
In fin dei conti un film godibile, una serata piacevole: si ride, si soffre per i protagonisti e in minima parte si è catturati dalla trama, aiutata dal magnetismo di una Londra fumosa di fine ottocento, con le sue contraddizioni tra progresso e misticismo.