Ho amato in modo viscerale molti dei romanzi di Koontz, a partite da Il Posto del Buio a Le Lacrime del Drago e anche alcuni suoi ultimi lavori come Il Cattivo Fratello e L'Ultima Porta del Cielo. Ho apprezzato anche il primo romanzo che vede come protagonista Odd Thomas: Il luogo delle ombre.
Ho come la sensazione però che Koontz non sempre sia concentrato al massimo su tutte le sue opere e ne ha scritte tantissime, più di 50, e alcune in Italia non sono nemmeno state pubblicate. È il caso, secondo me, di Velocity.
Nel Labirinto delle Ombre è un po' sottotono rispetto al primo, anche se, come sempre, ho apprezzato molto l'arguzia, la simpatia e il sarcasmo del protagonista, che, essendo la narrazione in prima persona, rispecchia probabilmente buona parte di alcuni tratti della personalità dell'autore.
La trama non mi ha entusiasmato in effetti più di tanto, ma è la cornice in cui si muove il protagonista a dare quel tono in più alla narrazione che ne fa apprezzare le tematiche.
Koontz è uno scrittore de panza, non potrebbe non esserlo uno che sforna romanzi come caramelle; lo stile è asciutto e diretto, senza troppi fronzoli, non si dilunga troppo nel filosofeggiare o in metafore ardite e, quando lo fa, è sempre con una nota di sarcasmo che non guasta.
Insomma, nonostante non consideri questo come uno dei capolavori di questo autore, dico che comunque fa passare delle ore spensierate ed è godibile. Per chi apprezza Koontz e ha amato il primo Odd Thomas, deve assolutamente leggere anche questo.
Un nota vorrei farla all'editore: nella prima edizione ho trovato una decina di refusi, che, per l'amor di dio, possono capitare a tutti, ma è la prima volta che mi succede in un romanzo di S&K.
E se i refusi li noto io, vuol dire che sono palesi.
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