Dimmi quando scrivi


Negli anni il lavoro dello scrittore è sempre stato idealizzato, c'è chi pensa che tutti stiamo in pantofole e vestaglia, fumando un sigaro, scrivendo nelle ore notturne, nel silenzio assoluto, mentre il mondo dorme. Un po' come in quella pubblicità del caffè decaffeinato...
In realtà la maggior parte degli scrittori scrive di giorno, anche perché è molto più pratico e alla notte preferisce dormire.
Anche qui il discorso è molto soggettivo, c'è chi preferisce farlo alla mattina presto - le famose ore che hanno l'oro in bocca - e quelli che prediligono il pomeriggio. C'è chi lo fa alla sera e c'è anche chi lo fa per tutto il giorno.
King, ad esempio, scrive di mattina, chiuso nel suo studio e poi dedica il pomeriggio ad altro, magari a una lunga passeggiata. In realtà chissà se lo fa ancora, dopo che il 19 giugno 1999 un minivan Dodge blu lo ha quasi mandato al creatore mentre effettuava la sua solita sgambata lungo la Route 5.
Potessi scegliere, oltre a ritirarmi nella baita, io scriverei di mattina. Due o tre ore e poi, come il caro Stephen, mi dedicherei ad altro. Forse a dimagrire, ma, conoscendomi, mi butterei sull'apicoltura... ehm, scherzo, dai, sicuramente mi ammazzerei di videogiochi. Ma questo già lo sapete.
Magari continuerei anche nel pomeriggio, chi lo sa, per poi dedicare la sera a qualche lettura o a un buon film.
Qualcun altro potrà che dire che ogni ora è buona per divertirsi creando universi, ma sapete meglio di me che il lavoro di scrittura è divertente solo in fase di concezione e poi diventa routine, anche se a me piacerebbe moltissimo essere stressato da questo trantran invece che da altro.
Proprio come l'isolamento di cui parlavo nell'altro post,  le ore notturne, essendo più romanzate e romantiche, solleticherebbero di più l'appetito creativo. E chi lo sa.
Anche qui ve lo saprò dire quando ci sarò dentro.

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