Non ho mai nascosto di essere legato a doppio filo al Re. Ho iniziato a scrivere ispirato dai suoi romanzi e ho ripreso grazie al suo On writing.
Ho sempre cercato di essere obbiettivo nei confronti delle sue opere, e credo di essermela cavata abbastanza bene.
Questo Joyland è un piccolo gioiello uscito dalle sue sapienti dita e dal suo encefalo pieno di meravigliose storie. Non è uno dei suoi soliti mattoni da 1000 pagine, si legge in pochi giorni, è piacevole, scorrevole e intrigante.
La trama è semplice, niente di cui gridare al miracolo, niente di originale e innovativo, ma per scrivere bene, creare atmosfere, e coinvolgere il lettore, l'originalità non basta, anzi a volte porta a strade pericolose, in cui il lettore si può perdere.
Il punto forte di questo libro è il protagonista, con cui si entra in empatia dalla prime righe. Con lui si ride, si piange, ci si emoziona e si vive fino alla fine, tutto di un fiato, l'intreccio costruito dall'autore.
Qualche difetto? Se proprio proprio vogliamo cercarne è forse la trama, a volte un po' troppo scontata, con situazione stereotipate.
Questo non influisce assolutamente sulla bellezza del romanzo, che entra di diritto, a parer mio, nell'olimpo dei migliori di King.