1.
Un sole pallido velato di nubi stava tramontando a ovest, quando i quattro raggiunsero una radura spoglia e si fermarono ai piedi dell'unica quercia che si ergeva nella zona. Il vento muoveva lievemente le fronde e i rami stormivano come per suggerire qualche mistero non ancora svelato.
In lontananza si intravedeva un villaggio, case di paglia e fango costruite in circolo intorno al pozzo. Da alcuni camini si levava pigramente del fumo e saliva al cielo formando un lungo serpente grigiastro.
"Uuumani, che schifo", disse il licantropo. Il suo nome era Smerghell, aveva la pelliccia blu, occhi gialli e denti affilati come sciabole. Indossava solo una leggera armatura di cuoio con impresso sul petto un ragno.
"Parla per te, cagnaccio, io li trovo deliziosi," ribatté il vampiro. Il suo nome era Rarziak, indossava un completo gessato nero a righe grigie, un mantello scuro fino ai piedi, volto pallido, capelli corvini, lunghi, legati a coda di cavallo.
L'orco grugnì solamente, era grosso e verde, come ci si aspetta da uno della sua razza, indossava un corpetto di cuoio, e nella mano destra impugnava una clava ferrata. Il suo nome era Robbon.
Di fianco all'orco, un cavaliere oscuro, alto quanto il mostro verde, completamente ricoperto da un’armatura nera con riflessi violacei, impugnava una spada lunga, anch'essa nera e uno scudo pavese, enorme, con un ragno nero nel centro, su campo viola. Lui era Lord Vanquish.
"Non sembrano esserci cavalieri e simili nei dintorni," disse con voce profonda e spettrale.
"Quelli spuuuntano sempre quuuando meno te l'aspetti," ribatté Smerghell.
Tutti e tre si girarono a guardarlo.
"Che c'è?"
"La vuoi piantare con 'ste U?" lo apostrofò Rarziak.
"Scuuu… scusate, era per restare nel personaggio."
"Be', hai rotto."
"Okay, basta parlare, distruggiamo quell'insulso cumulo di spazzatura," sentenziò Lord Vanquish, e partì a testa bassa verso le costruzioni in lontananza. Uno dopo l'altro, lo seguirono.
Percorsero la distanza in pochi minuti. Smerghell estrasse gli artigli, il vampiro fece apparire il suo bastone e insieme si avventarono sulla prima casa. Alcuni umani al pozzo gridarono e scapparono. Il licantropo si staccò dal gruppo e li fece a pezzi, una donna e un bambino di cui mangiò immediatamente la testa per aumentare la forza. Intanto gli altri tre avevano già demolito l’edificio e ucciso i suoi abitanti.
Il trambusto aveva fatto uscire dalle proprie dimore tutti gli abitanti del luogo, che ora si davano alla fuga. I quattro non ne lasciarono sfuggire nemmeno uno e li smembrarono, caricando i pezzi di carne migliore nello zaino capiente dell'orco.
Quando anche l'ultimo umano fu trucidato, distrussero le rimanenti case e pure il pozzo, con soddisfazione.
"Avete visto che bravo sono stato?" disse Rarziak.
"A fare che?"
"Non ne ho succhiato nemmeno uno."
"Non dire stronzate, ti ho visto benissimo, hai bevuto un bellimbusto che ha persino avuto l'ardire di colpirti e quel bambino a cui ho mangiato la testa," replicò il licantropo.
"Ecco, tu puoi andare in giro a mangiar teste, e io non posso nemmeno bere un pochino?"
"Piantatela tutt’e due," gracchiò Lord Vanquish. "Meglio levarsi da qui, prima che arrivi qualche ospite indesiderato."
Come se quelle parole avessero fatto scattare un allarme, vicino alla quercia, proprio da dove erano giunti loro, apparvero due figure, alte e snelle, con spade corte e archi lunghi.
"Elfi," mormorò Smerghell.
"Froci elfi, vorrai dire," aggiunse Rarziak.
"Sono solo due," grugnì Robbon.
Di fianco ai due elfi apparvero due umani, uno era sicuramente un cavaliere lucente e l'altro un curatore.
"Cazzo!" sbottò il lupo.
"Possiamo batterli," affermò Vanquish.
"Sì, ma rischiamo di perdere il bottino," ribatté il vampiro.
"Io non me la filo con la coda tra le gambe, solo per due elfi e due umani," disse il cavaliere.
Furono i nemici a decidere. I due elfi tesero gli archi e fecero sibilare le frecce che caddero a pochi centimetri dai piedi di Vanquish.
"Hai capito chi ritengono più pericoloso? Gliela farò vedere io con i miei artigli…"
"Frena, Smerghell," intervenne Lord Vanquish. "Io prendo il cavaliere, ovviamente, voi cercate di far fuori per primo il curatore. D'accordo?"
Gli altri annuirono o grugnirono.
Caricarono all’unisono. Il cavaliere lucente rimase a protezione del curatore; i due elfi, prima di raggiungere la mischia, spararono due frecce che rimbalzarono senza far danno sulla corazza di Vanquish.
Appena furono a tiro sfoderarono le armi. La battaglia parve subito girare a favore del Male: Vanquish menò un fendente che l'avversario non riuscì a parare e gli aprì uno squarcio nell'armatura lucente sul fianco, senza ferirlo. Smerghell evitò la spada corta di uno dei due elfi e riuscì a procurargli una ferita a una spalla. Robbon deviò la spada dell'altro elfo con la mazza e gli tirò una gran spallata ribaltandolo.
Ma Rarziak, che in teoria aveva il compito più semplice, non riuscì nemmeno ad avvicinare il curatore: quello fece i suoi simboli per aria e lui fu sbalzato lontano dalla mischia di una decina di metri.
Questo diede un vantaggio e più vigore ai guerrieri del Bene. Nei quattro secondi che il vampiro impiegò a rialzarsi e a rientrare in gioco, l’elfo, che sembrava di sesso femminile, riuscì a infliggere a Robbon una profonda ferita al ventre e l’orco indietreggiò sanguinando copiosamente, poi, libera dall’avversario, diede supporto all’elfo più maschio.
L’azione congiunta dei due riuscì a penetrare nelle difese di Smerghell, e affondarono insieme le spade nel petto del licantropo.
In quel frangente Rarziak rientrò nella mischia, ma era troppo tardi: forte del numero, anche il curatore entrò in battaglia colpendo con il suo bastone Vanquish, supportato dal cavaliere lucente, e in pochi minuti tutto finì. Robbon fu trucidato dagli elfi, che poi riuscirono a passare a fil di lama anche Rarziak. Vanquish non indietreggiò e, orgoglioso e fiero com’era, tentò di tener testa a tutti e quattro, ma era una lotta disperata.
Anche grazie a una benedizione del curatore sul suo gruppo, il cavaliere oscuro fu massacrato dai colpi del Bene