Inferno di Dan Brown

Non c’è niente da fare, Dan Brown non riesco a digerirlo. Ho voluto dargli un’altra chance, ma è fallita miseramente anche questa volta. Sono cosciente del fatto che criticare questo autore va di moda tra noi poveri scrittori di terza classe che invidiamo il successo del signor Marrone (ed è vero, perché campa e alla grande con quello che scrive, seppur di discutibile qualità), ma, è un parere mio, i suoi romanzi sono oggettivamente di qualità inferiore a tanti altri che non hanno lo stesso successo e riscontro mediatico.
I problemi con i suoi scritti sono molteplici, a partire dal fatto che Langdon mi sta antipatico come pochi personaggi tra tutti quelli che ho incontrato nei miliardi di libri che ho letto e concludendo con il fatto che il suo stile lo trovo irritante.
Questo Inferno è nettamente inferiore a Il codice da Vinci e pure a Il simbolo perduto. I personaggi sono piatti, i dialoghi stereotipati, la trama e i colpi di scena si intuiscono capitoli prima. 600 pagine che potevano ridursi alle ultime 150, in cui il romanzo entra nel vivo e diventa leggermente più digeribile.
Insomma un disastro su tutta la linea e il titolo è più appropriato a quello che deve passare il lettore per arrivare alla fine che non al nostro povero Dante.

1 commento:

  1. tranquillo, non sei l'unico, io sento solo critiche, dai lettori abituali, anche suoi.

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