Articolo del 09 giugno 2010
Facile demonizzarli.
Come ogni passatempo e/o passione possono portare ad alienazione in caso di abuso
Ma, come per qualsiasi cosa, ci vuole la giusta misura
E ve ne parla uno che ne ha abusato parecchio
Io sono uno di quelli che sostiene che i videogiochi aprono la mente.
Certo, anche qui si può generalizzare, dipende dal genere.
Uno sparatutto, o un platform aiutano solo a migliorare il coordinamento braccio-cervello e alla lunga riconglioniscono. La complessità di alcuni videogame però fanno ragionare e per risolvere determinati problemi ci si deve strizzare il cervello. Ma anche nel caso dei famigerati fps citati prima, a mio avviso sono sempre uno stimolante per le sinapsi.
Se prendiamo poi alcuni games di ultima generazione in cui l'immersione interattiva del giocatore diventa esperienza ludica totale, si può affermare, con le dovute precauzioni, che è come vivere un'altra vita.
Esperienze come quelle di Bioshock e il suo seguito, Fallout 3 e tutte le sue espansioni, Oblivion e ovviamente i mmorpg tanto di moda come World of Warcraft, sono la quintessenza dell'evasione e dell'esperienza di seconda vita, altro che quella schifezza di Second Life.
I videogiochi non sono solo questo.
Sono puro divertimento, certo, sempre per chi li sa apprezzare.
Ma sono anche cultura.
Per mia esperienza personale, mi sono arricchito di conoscenza giocando a simulazioni storiche, nozioni che non erano nel mio bagaglio ci sono entrate a forza grazie a quelle ora passate davanti al monitor.
Mi hanno anche ispirato e dato lo spunto per scrivere racconti e romanzi, e, probabilmente, tenuta sveglia la mente, pronta e reattiva agli stimoli esterni.
Ok, vista così sembra che i videogiochi per me abbiano solo meriti.
Come già accennato possono diventare una droga. Soprattutto per menti in formazione, per i bambini e gli adolescenti.
Non bisogna negare il gioco, ma integrarlo ad altre attività. Se un soggetto fa solo quello, allora è preoccupante. Se viene invogliato a sviluppare altre passioni, allora il videogioco può essere per un paio d'ore una valvola di sfogo. Sempre meglio che guardare determinati programmi in televisione.
In conclusione, il problema non è lo strumento, ma chi lo utilizza e come viene utilizzato.
Concordo con quanto espresso nel post.
RispondiEliminaIo gioco soprattutto a giochi di ruolo.
I rompicapo, le scelte del giocatore che modificano la storia e/o i rapporti tra i personaggi, saper leggere una mappa, ragionare per obiettivi. Tutto questo rende la mente elastica.
E poi anche per me sono fonte inesauribile di ispirazione.