La Corporazione dei Maghi - Trudi Canavan

Il fenomeno fantasy in Italia è sempre stato visto con un certo distacco, bollato spesso erroneamente come genere per ragazzi, o poco serio perché non propriamente di denuncia sociale.
Nel nostro bel paese, purtroppo, siamo ancora ancorati al retaggio di una letteratura scolastica, di autori dei primi del '900, soprattutto del verismo e del realismo, e, spesso, tutto quello che evade da questa visione viene declassato a genere di serie B.
È ora di scrollarsi di dosso questi cliché, ma il problema è sempre lo stesso. In Italia, più che in altri paesi, forse perché paese della Moda con la M maiuscola, siamo schiavi delle mode. C'è stato il periodo dei Templari dopo Il Codice da Vinci, moda che non si è ancora esaurita, ma che, grazie a dio, si è attenuata, e poi, dopo Il Signore degli Anelli al cinema, la moda del fantasy.
Da questa tendenza è arrivata dalla Australia anche questa trilogia di Trudi Canavan - il primo libro si intitola La Corporazione dei Maghi.
È un romanzo senza infamia nè gloria, un prodotto che probabilmente non sarebbe mai giunto a noi se non ci fosse stato Tolkien al cinema o Harry Potter.
Cito HP perché di magia si parla in questo libro, cercando di dargli un tono più serioso, meno vago rispetto ai libri della Rowling, dove pare che sia possibile usarla all'infinito senza stancarsi mai. Qui la disciplina è più netta, delineata e i maghi sono potenti signori, tutti sotto la stessa Corporazione.
La storia narra di Sonea, ragazza povera dei bassifondi che scopre di avere il dono della magia. Lo scopre in modo tragico, durante una sommossa e ferisce un mago. La Corporazione la cercherà praticamente per metà libro e dove lei verrà aiutata dai suoi amici e dai Ladri, altra corporazione segreta dei bassifondi, a sfuggire dai maghi. In effetti questa è la parte più noiosa della trama, dove Sonea cerca di controllare goffamente i suoi poteri senza riuscirci e dove i maghi vengono ostacolati nella ricerca dai Ladri e dagli amici della ragazza.
Nella seconda parte la lettura diventa più piacevole, più scorrevole, con alcuni colpi di scena abbastanza scontati ma comunque avvincente. La narrazione si arricchisce è sembra quasi un altro libro. Non posso rivelarvi di più per non diventare spoilerante.
Un libro di 400 pagine che poteva essere condensato forse in 200. Questa è un'altra moda irritante che è sbarcata dagli USA, dove non viene considerato un romanzo che non superi le 300 pagine. È ora di finirla di annacquare e badare al sodo.
In fin della fiera, un romanzo gradevole, a tratti piacevole, ma che di certo farà storcere il naso agli appassionati del genere.

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