Abattoir di Ian Delacroix

Sono undici perle nere che trasportano il lettore in atmosfere inquietanti e terribili, costruite con maestria rara. Ian Delacroix ha talento e lo dimostra in questa raccolta di racconti, che affascineranno il lettore e lo porteranno in quella zona oscura dove i nostri incubi risiedono e dove, nonostante tutto, la morbosa curiosità ci spinge.
Leggendo Abattoir si ha la sensazione che per i personaggi non ci sia via di scampo, che il nero sudario del terrore non possa far altro che avvolgerli e farli sprofondare in quella zona buia della mente che tutti possediamo e che nessuno vuol vedere.
Perché è questo che i racconti di Ian fanno: schiudono scrigni sepolti nell'incoscio, che fanno venire i brividi, certo, ma che fanno anche riflettere sulla vita e su ciò che diamo per scontato e non lo è. Fanno capire che la ricerca di se stessi è anche nelle parti più nere dell'anima.
Ho apprezzato l'orrore di Abattoir come non mi capitava da diverso tempo di godere di questo genere, perché Ian Delacroix possiede uno stile raffinato, ma allo stesso tempo graffiante e pieno di mordente.
Se amate questo tipo di storie, quelle che vi fanno voltare il capo in cerca di qualcosa nascosto negli angoli bui della stanza, allora Abattoir è quello che fa per voi.

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