Il 36° giusto di Claudio Vergnani

Anno 2010
pagg 528
Gargoyle Books
(Collana Nuovi Incubi)

Il gruppo di ammazza vampiri più scalcagnato d’Italia, dopo aver ucciso il potentissimo Sire Grimjank, ritorna per dare la caccia ai succhiasangue rimasti al termine dell’invasione vampirica di Modena. Claudio, Vergy e Gabriele, al verde, imbottiti di farmaci e alcol, senza alcun futuro, si ritrovano così a lavorare per Paride, stimato killer di creature della notte, affiancati di volta in volta, di missione in missione, da nuovi alleati: un nano di colore che gira armato di granate e fotografa cadaveri, una giovane ninfomane, un parroco guerriero e molti altri…

Vista la piacevole esperienza con il primo lavoro di Claudio Vergnani Il 18 Vampiro, non ho esitato un secondo a ordinare il seguito, Il 36° Giusto.
Volevo immergermi di nuovo nel mondo di Claudio, Vergy, Gabriele e il resto della combriccola ammazzavampiri.
In un mondo di succhiasangue che brillano al sole e intrattengono rapporti ambigui con adolescenti con problemi esistenziali, è difficile scrivere un romanzo originale che non cada nei soliti cliché e che sia diverso da tutta quella merda che si è riversata in questi ultimi anni nelle librerie di tutto il mondo.

Cosa mi è piaciuto: lo stile ricercato e allo stesso tempo scazzato dell'autore, che fa sì che il lettore si senta subito a suo agio e non in difficoltà nella comprensione di elaborate metafore e periodi troppo lunghi e stressanti.
La caratterizzazione dei personaggi ovviamente invariata rispetto al primo per i due co-protagonisti e il cambiamento di altri. Almeno io ho avuto la netta sensazione che Gabriele sia diventato più cazzuto, soprattutto nei dialoghi. Ecco, appunto, i dialoghi sono uno dei punti forti della scrittura di Vergnani, il rapporto tra Claudio e Vergy sfocia spesso in scenette esilaranti, mi sono fermato spesso per ridere di gusto, anche a letto, mentre la mia dolce metà mi guardava con sospetto.
Le ambientazioni sono tinteggiate con maestria e sempre evocative. Il 36° giusto intrattiene, fa dimenticare il mondo esterno, ci fa immergere nella dimensione voluta dall'autore, e, a volte, fa riflettere, con pillole di filosofia spicciola buttata qua e là da Claudio, il narratore in prima persona.

Cosa NON mi è piaciuto: l'eccessiva lunghezza di alcune parti, soprattutto la prima, quella ambientata nel cimitero, prende praticamente metà libro, e a volta si ha la sensazione che alcune parti siano forzate, allungate a dovere, minestra annacquata. Occhio, solo alcuni passaggi, nel complesso tutto il pezzo è sensazionale.
Trama meno strutturata rispetto al 18°, a volte ho avuto come l'impressione che l'autore sia andato a orecchio (come dice spesso Vergnani) scrivendo un po' quello che gli faceva più comodo e che non ci fosse un canovaccio ben definito.
Nel libro, oltre a una cascata di sangue e merda, l'autore fa spesso ricorso a un uso spropositato di parolacce e figure retoriche scurrili. Chiariamo, come ben sapete non sono un'educanda, anzi, la maggior parte sono divertenti, a volte però si ha la sensazione che tutta questa cascata di cazzi in culo, merda, e coglioni sia un po' eccessiva sulla lunga distanza.
Non lo so, ho avuto la sensazione che questo secondo capitolo sia solo una transizione verso il terzo dove probabilmente ne accadranno delle belle.

In conclusione dico che anche questo secondo libro mi ha rapito e portato nella dimensione voluta dall'autore, ma, come il primo, si ha la sensazione che alcune parti potevano essere anche tagliate o accorciate, e, con un po' più di cura nell'editing, avrebbe potuto raggiungere livelli di eccellenza.

Giudizio finale: 3,5 su 5

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