Questo romanzo l'avevo notato tempo fa sugli scaffali di un centro commerciale, mi avevano incuriosito il titolo e la copertina (potenza del marketing), avevo letto la quarta e il trafiletto iniziale e l'avevo riposto. C'era qualcosa che non mi convinceva, forse perché anch'io spesso ho avuto la stessa idea, sfociata anche in un racconto lungo e grottesco (Sangue sul Quad).
A Natale al sottoscritto, oltre a vagonate di indumenti, si regalano libri, libri e ancora libri. Per questo amo il Natale. Tra i libri ricevuti in dono c'era appunto Hyperversum.
Ebbene, ad esser sincero ho iniziato a leggerlo con scetticismo e anche una punta di invidia, le prime pagine in effetti mi hanno lasciato un po' di perplessità e determinati eventi narrativi per me scontati e forse un po' troppo forzati, mi avevano un po' indisposto.
Pian piano però i personaggi hanno incominciato ad entrarmi nel cuore, la storia ha iniziato a coinvolgermi come non capitava da molti mesi davanti ad un romanzo e, volente o nolente, mi sono ritrovato catapultato dentro le pagine senza accorgermene.
Il tessuto narrativo mi ha coinvolto talmente tanto da farmi smettere persino di giocare ai videogames per dedicare più tempo alla lettura e questo è un evento eccezionale, credetemi.
Verso la fine mi sono pure commosso, vi giuro, con le lacrime agli occhi, tant'è che ho dovuto simulare spesso (leggendolo in treno) qualche sbadiglio.
Insomma, l'avete capito, mi è piaciuto. Cecilia Randall è brava a portare lentamente il lettore nella storia, a suscitare emozioni, a rendere le atmosfere e le situazioni appassionanti. Se il periodo storico del medioevo è uno dei vostri preferiti, se amate le storie di eroi, cavalieri, ma anche piene di tensione ed emozione, questo è il libro che fa per voi.
Non è un libro per ragazzi, come spesso i media italiani tendono a bollare il fantasy e il fantastico, è un libro per tutti.
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