Lo Scettro del Potere

Come potete notare dalla mia Bio estesa il primo romanzo che ho scritto è stato un fantasy dal sibillino e ambiguo titolo: Lo Scettro del Potere.
È una schifezza immonda ma, per certi versi, affascinante. Avevo quattordici anni, avevo appena finito di leggere Il Signore degli Anelli, quello di Tolkien, avete presente? :)
Ecco, quando si dice leggermente influenzato, penso a questo romanzo.
Come si potrebbe intuire dal titolo, parla di questo oggetto magico che dona grande potere a chi lo possiede e un giorno, ahimé, viene sottratto al proprietario del momento che investe 4 dei suoi più valorosi cavalieri nella ricerca del colpevole e dell'oggetto sottratto.
In realtà c'è un forte sospetto che il colpevole sia il malvagio Arcano, potente stregone e cattivone da far cagliare il latte.
I 4 partono e vanno incontro a mille (e dico mille) avventure e peripezie. Il bello del libro sono le canzoncine che cantano lungo il tragitto... vi ricorda qualcosa?
Mi ricordo che iniziai a scriverlo con una macchina da scrivere economy che dopo trenta pagine aveva già finito il nastro e io continuavo imperterrito a battere sui tasti anche perché i caratteri erano comunque distinguibili dal bianco della carta, che, badate bene, non erano fogli di una risma normale, ma fogli di quadernone con i buchi, così da poterli inserire facilmente in un raccoglitore ad anelli.
Ma quanto ero advanced?
Pensate che per un certo periodo spalmavo la china sul nastro, lo riavvolgevo e continuavo a scrivere, le prime 4 pagine erano leggibili, e poi si ritornava alla velatura di carattere. Infine, sconfitto, iniziai a scrivere a mano, con una calligrafia quasi indecifrabile. Quando mi decisi a comprare un nastro nuovo mi era già stufato di scrivere il mio capolavoro.
Questa pietra miliare della letteratura è rimasta incompiuta e sepolta per decadi nella cantina dove vivono i miei genitori.
Poi un giorno, facendo pulizia, ecco riapparire (magicamente, oserei aggiungere) il raccoglitore. Non potevo credere ai miei occhi. La prima pagina era una sorta di copertina con un disegno osceno dello scettro tutto colorato e una frase che non dimenticherò mai e che ritorna spesso nei miei incubi: il potere non è quello che hai nelle mani, ma ciò che hai nelle mente.
Fantastico.
L'ho preso in mano, l'ho spolverato (coff, coff) e ho letto le prime pagine... Terribile.
Questo può farvi capire che i predestinati sono ben pochi. Si può avere il fuoco sacro della scrittura dentro, ma non avere gli strumenti adatti. Bisogna avere una santa pazienza, continuare a provare, scrivere, scrivere, leggere, leggere, ma, fondamentale, confrontarsi con altri autori e non solo con mamma, papà e la zia Adalgisa.
Sì, l'ho menata parecchio con 'sta storia del confronto, ma, ribadisco, è una tappa fondamentale per chiunque voglia scrivere qualcosa di decente. Essere predisposti ad accettare le critiche, essere umili (ma non troppo) e non farsi scoraggiare dai rifiuti.
Concludo dicendo che il raccoglitore ora è custodito in un luogo segreto, nessuno dovrà mai vedere quello che Davide Cassia scrittore era in embrione...

5 commenti:

  1. Un giorno potrebbe valere milioni! ^^

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  2. Sì!
    Lo tengo anche come monito(r) :)

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  3. Be' anch'io a primo acchito ho fatto la stessa considerazione di Violent Rage. :-)

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  4. lo voglio! dove si compra?
    è uscito anche in e-book?
    potresti inviarmi una maglietta con sopra lo scettro trattenuto da un paio di angurie giganti?
    e mettici anche la spilletta con la frase mittica, mi raccomando :)

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  5. Pare che una versione embrionale circoli già su internet! ^^

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